“Il rischio”, quando l’arte circense diventa via di salvezza
Ciro e Principessa sono i protagonisti adolescenti del libro edito da Sinnos Il rischio di Chiara Lico, giornalista del Tg2. La vicenda è ambientata a Barra, quartiere di Napoli, dove i due vivono a diretto contatto con la delinquenza locale e la criminalità organizzata. In questo mondo i pericoli sono sempre dietro l’angolo e Ciro e Principessa, a differenza di molti altri coetanei intenti a bazzicare per le strade facendo lavori illegali, scelgono di imparare l’arte circense. I due seguono Claudio che li ha convinti a scegliere il circo per evitare di cadere nel baratro. Ciro si allena in palestra per imparare a sputare il fuoco e lo fa in compagnia del suo inseparabile amico Manolo. Principessa deve imparare a volteggiare nell’aria. All’inizio queste nuove attività sono per i ragazzi sconosciute e rischiose ma, in una zona di periferia dominata dalla criminalità, è la loro scelta a essere stata davvero rischiosa, perché è stato un segno di non voler essere come tutti gli altri.
A dire il vero il rischio è una costante che accompagna tutti i personaggi. Il rischio è quello di Ciro e Principessa che decidono di darsi all’arte circense e di non sottostare alle leggi dei clan e alla delinquenza. Scelta che per loro si rivelerà essere un’àncora di salvezza, anche se non sarà del tutto condivisa dalle loro famiglie. Sì, perché quella di Ciro e Principessa – il cui vero nome è Paola – sembra essere una versione contemporanea di Romeo e Giulietta. Ciro è figlio di un uomo che fa il “manovale” della malavita, mentre Principessa ha come padre uno dei più noti e potenti boss della zona. I due ragazzi sono osteggiati in tutto dalle famiglie, ma non esitano a seguire Claudio, perché imparare a fare circo per loro è lo strumento ideale per sentire meno il peso della situazione esistenziale e sociale in cui vivono. In realtà, il rischio è anche quello di Claudio che lotta ogni giorno per tenere i ragazzi lontani dai pericoli. Claudio subisce ritorsioni e minacce, ma non smette di coinvolgere i giovani di periferia per dimostrare loro che una vita legale e leale è possibile. Poi c’è il rischio che caratterizza le vite dei criminali locali, sempre pronti a tutto pur di portare avanti i loro loschi traffici, compreso il vivere sul filo del rasoio con la consapevolezza che i percoli sono sempre dietro l’angolo. E non a caso a un certo punto della narrazione qualcuno “parla” e il padre di Principessa finisce dietro le sbarre. Dal momento dell’arresto scatterà la ricerca di chi ha spifferato tutto alle forze dell’ordine, con conseguenze dall’esito drammatico.
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Dal libro di Chiara Lico emerge con forza l’omertà che impera tra la gente, e si manifesta nel momento in cui la palestra dove Claudio e i suoi ragazzi si esercitano viene data alle fiamme. Una volta spento l’incendio (che poi si scoprirà doloso), viene ritrovato il cadavere di un giovane (Manolo) che frequentava il centro. Si hanno sospetti su chi possano essere i colpevoli e i possibili mandanti che hanno dato alle fiamme lo stabile e “sistemato” il giovane, ma nessuno parla. Tutti stanno zitti per timore, paura di ritorsioni, o forse per rispetto di chi ha il potere a Barra? Tante sono le domande che animano i personaggi protagonisti e anche il lettore, sul perché nessuno parli per portare sulla strada della giustizia. Sta di fatto che nessuno fa nomi. Altro tema che emerge dalla narrazione è lo scambio di persona e Manolo è stato vittima proprio di questo, poiché il vero bersaglio del raid punitivo era Ciro. Il tutto è successo, perché i due ragazzi amanti del calcio e del circo si assomigliano in maniera impressionante. Una somiglianza che graverà pesantemente sul destino di Manolo.
Il rischio è composto anche da una storia nella storia perché la vicenda di Ciro e Principessa potrebbe essere percepita come raccontata da un narratore esterno, in realtà è una vicenda narrata da un ragazzino: Ippolito. Ippolito Scognamiglio compare qua e là durante la lettura, nel senso che si innesta nelle vite di Ciro e Principessa, e riesce a farlo per il semplice fatto che è lui il loro creatore. Ippolito è rimasto vittima di un brutto incidente di percorso che lo ha costretto sulla sedia a rotelle e lui, che non può più correre e muoversi liberamente, trova nella lettura e nella scrittura una via di fuga da una vita che è cambiata in modo irreparabile. Ippolito dimostra di essere bravo a scuola e a sostenerlo nel suo ritorno alla vita ci sono la mamma, la sua ottima insegnante Masiero, e Claudio, al quale Ippolito si ispira per creare il maestro dell’arte circense che metterà nella storia di Ciro e Principessa:
«Claudio esiste veramente. I libri che leggo me li consiglia e me li regala lui. Anche i birilli me li ha regalati lui, e tutto il giorno sto lì che provo e riprovo, mica è facile da sopra alla carrozzella! Viene a trovarmi spesso, e mia madre è contenta.»
Il libro di Chiara Lico è una storia di finzione narrativa che richiama un romanzo di formazione ambientato nella vita quotidiana. Certo è che tra queste pagine maturare comporterà il superamento di prove che lasceranno in Ciro e Principessa dei segni indelebili. La fonte di ispirazione della trama è reale, perché per scrivere questo suo primo romanzo per ragazzi Chiara Lico ha preso spunto da un servizio giornalistico da lei realizzato per la Rai, con protagonisti i bambini e i ragazzi del quartiere Barra di Napoli. Proprio quegli adolescenti che lasciano la scuola per seguire i richiami della camorra in attività criminali e che permettono loro di portare a casa soldi. A tentare di arginare la deriva di questi adolescenti c’è una serie di associazioni, le quali con le loro attività ludiche, sportive e ricreative cercano di contrastare il sistema dei clan, con l’intento preciso di allontanare i ragazzi dalla criminalità. Il tutto per far sì che i giovani tornino a studiare tra quei banchi di scuola che avevano abbandonato.
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Questo libro per giovani adulti, da un lato, pone l’attenzione su quanto sia diffusa la criminalità nelle zone periferiche e di come sia facile per i ragazzi venir trascinati nelle sue maglie. Dall’altra parte, però, con la storia di Ciro, Principessa, Claudio e Ippolito, Il rischio di Chiara Lico dimostra che ritrovare la strada della stabilità esistenziale e della legalità – anche se può essere un cammino pieno di ostacoli – è possibile, basta rischiare e lottare.
Per la prima foto, copyright: Becky Phan.
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