Il quotidiano della nostra famiglia
La famiglia è sempre stato un tema molto caro e molto discusso dagli scrittori e da tutto il mondo della letteratura. Basti pensare a Lessico famigliare di Natalia Ginzburg che ritengo uno dei grandi capolavori della letteratura italiana che affronta il tema della famiglia. Ci sono, poi, scrittori che per anni hanno affrontato diversi temi (giovinezza, fuga, amori travagliati…) e a un certo punto tirano fuori un romanzo diverso, più articolato, più incentrato sulla famiglia. Non parlo solo di scrittori emergenti, ma anche di grossi nomi della letteratura come Philip Roth, William Faulkner, Lev Tolstoj o Ian McEwan, insomma autori che hanno parlato di tutto nella loro produzione e quindi anche di questioni familiari.
È il caso di Emidio Clementi. Figura poliedrica della musica e della letteratura italiana. Per anni è stato (lo è ancora) il frontman e bassista della band Massimo Volume, un gruppo di nicchia che ha avuto diversi riscontri positivi soprattutto negli anni Novanta. La loro caratteristica principale era che le loro canzoni non erano cantate ma recitate, declamate, insomma delle vere e proprie poesie o racconti in musica. Per queste ragioni, il passaggio dalla musica alla letteratura per Emidio Clementi è stato più che naturale e fino ad oggi ha pubblicato otto libri che hanno spaziato dal romanzo al racconto, affrontando sempre temi diversi e sempre in linea con il suo vissuto attuale del momento.
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A distanza di cinque anni da L’amante imperfetto, l’autore ascolano è uscito con il suo nuovo romanzo Gli anni di Bruno (Playground Edizioni) e questa volta il tema è la famiglia.
Nazareno, Sonia e Bruno sono i componenti di una famiglia normalissima, di una famiglia come ce ne sono tante, ma come spesso accade dietro un’apparente normalità, si cela un quotidiano misterioso, fatto di dubbi, di sentimenti non espressi per paura e per pudore, di rimpianti per quello che sarebbe potuto accadere e infine di dolore. Una serie di avvenimenti che fanno vivere i tre nella costante incertezza della vita e affrontandola come se fosse un enorme enigma irrisolto.
Nazareno e Sonia si sono incontrati e il loro amore poggia le proprie basi sul rifiuto del rischio e quando diventano genitori di Bruno cominciano a vedere e affrontare la vita con stupore e paura, cercando di trovare nella crescita del figlio assonanze e stonature con la propria infanzia e giovinezza.
A un certo punto la loro routine viene interrotta da un evento che mai avrebbero potuto pensare di vivere: il pacato Bruno, ormai quindicenne, è protagonista di un furto. Questa cosa pone i protagonisti dinanzi a nuove domande, cominciano a chiedersi se quanto accaduto sia il frutto di una semplice bravata, se è solo l’inizio di un futuro nefasto e infine si chiedono, senza darsi una risposta, il perché di tale gesto, cosa lo ha spinto e soprattutto se conoscono davvero Bruno.
Emidio Clementi torna alla letteratura e lo fa senza deludere in modo alcuno i suoi estimatori e i suoi lettori che negli anni si sono sempre dimostrati fedeli e appassionati. Lo stile dell’autore è riconoscibilissimo e non ha eguali o emuli nella letteratura italiana, anche perché Clementi ha sempre dichiarato di essere un estimatore di letteratura americana più che italica.
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La sua scrittura affonda le radici in Shepard, Choukri, Carroll e infine in Emanuel Carnevali. Quello che colpisce in questo libro è che sin dall’inizio non si capisce se ci si trova di fronte a un romanzo, a una raccolta di racconti o di riflessioni dei protagonisti. L’autore si diverte a confondere il lettore usando la terza e la prima persona senza mai scendere nel banale e senza mai far perdere d’interesse alla lettura della vicenda. Esperimento letterario che aveva già condotto nel romanzo precedente nel quale l’uso della seconda persona era risultato piuttosto vincente.
Emidio Clementi di certo non punta all’affermazione commerciale, il suo intento è quello di raccontare storie che, in qualche modo, ha vissuto in prima persona. In più di un’intervista l’autore ha dichiarato che le sue storie prendono sempre spunto dal vissuto reale e, in questa sua onestà intellettuale, Clementi trova sempre il modo di affascinare il lettore con storie sempre più sincere, dove trovare un pezzo del nostro quotidiano.
Per la prima foto, copyright: Markus Spiske su Unsplash.
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