“Il pensiero dei sensi. Atmosfere ed estetica patica” di Tonino Griffero
Il “Patico” è la rivalutazione «dell’essere soggetti a» e non «soggetti di». Una riflessione sull’“essere appassionati” che Tonino Griffero ci offre nel suoPensiero dei sensi. Atmosfere ed estetica patica, saggio pubblicato dalla casa editrice Guerini e Associati nella nuova collana Orientarsi nel pensiero.
Per Ludwig Klages (1872-1956), il filosofo tedesco che credeva nell’anima come stato precedente la coscienza, «il patico sarebbe il dono di ricevere anziché di produrre degli effetti, di essere posseduti dall’accadere attivo e di agire quindi solo alla luce di tale rapimento». Il filosofo e neurologo Erwin Straus (1891-1975), invece, valorizza il concetto di patico in quanto peculiarità che accompagna ogni momento percettivo. In altre parole, c’è una “pregnanza patica” anche a livello concettuale della conoscenza. Per Straus il patico si associa alla modalità del “sentire” e non alla “cosa”.
Tutte premesse che vengono riprese da Tonino Griffero per non ridurre l’estetica solo a una filosofia dell’arte, chiusa nelle domande circolari sul che cosa è bello; le opere artistiche non dovrebbero essere l’unico contenuto delle teorie estetiche, ma esempi di come le impressioni possano essere canalizzate in oggetti, di come il patico possa essere confluito in intuizioni.
L’estetica analizzata da Griffero, quella patica appunto, è onnicomprensiva, capace di coinvolgere tutto quello che riguarda l’aspetto sensoriale dell’esperienza umana. Il patico è, infatti, un meccanismo che si dà prima che venga maturata un’idea dualistica della «passività e dell’attività soggettive», offrendo lo spunto per osservare l’uomo nel suo ricevere liberamente stimoli che vengono da fuori.
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Ma se è possibile intendere l’estetica nel suo essere patica e non gnosica, è anche grazie agli studi condotti da Hermann Schmitz (1928) nella sua opera Nuova Fenomenologia. Un’introduzione, edito in Italia da Marinotti nel 2011. Il filosofo tedesco, fondatore di questo nuovo modo di concepire la fenomenologia, cerca di comprendere il «come ci si sente o ci si trova in un certo spazio (ovviamente non geometrico, ma vissuto e predimensionale) e al cospetto di esperienze vitali involontarie».
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Uno spazio vissuto che coincide con le “atmosfere”, ovvero, situazioni esterne capaci di influenzare l’uomo e di cambiare un suo stato interiore. La percezione sensibile, di cui si occupa l’estetica patica, non è legata direttamente all’oggetto, ma alla modalità del sentire stesso che è diffuso nelle atmosfere. Ciò che sentiamo è lontano dall’essere definito nell’immediato da un punto di vista psicologico, perché l’uomo in quanto corpo percepisce le atmosfere senza intermediare le sensazioni con la volontà o il giudizio. Gli stati emozionali, affettivi vengono così ricondotti a momenti precognitivi, svincolati da una subordinazione ai dati oggettivi, gli unici che possono essere analizzati scientificamente. Con la Nuova Fenomenologia le impressioni, legate solitamente a uno stadio conoscitivo inferiore, acquisiscono un loro statuto ontologico. Il soggetto che percepisce i sentimenti atmosferici si lascia andare a un complesso di emozioni che lo colpiscono nel suo “essere corporeo”. Questa è una condizione primordiale, in cui l’uomo non può ancora agire su quello che sente, perché coinvolto all’altezza dei sensi.
Professore di estetica presso l’Università Tor Vergata di Roma, Tonino Griffero (Asti 1958) si è laureato a Torino nel 1982 con una tesi di ermeneutica sul filosofo e critico letterario Eric Donald Hirsch (1928). Oltre al Pensiero dei sensi. Atmosfere ed estetica patica, Griffero è anche autore di: Cosmo Arte Natura. Itinerari schellinghiani (Cuem 1995), Immagini attive. Breve storia dell'immaginazione transitiva (Le Monnier 2003), Storia dell'estetica moderna (Edizioni Nuova Cultura 2008), Atmosferologia. Estetica degli spazi emozionali (Laterza 2010), Quasi-cose. La realtà dei sentimenti (Mondadori 2013) e Atmospheres. Aesthetics of emotional spaces, (Ashgate 2014).
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Nella sua ultima opera, Il pensiero dei sensi. Atmosfere ed estetica patica, servendosi del mezzo fenomenologico, Tonino Griffero imposta le nuove coordinate dell’estetica passando per lo spazio etereo delle atmosfere.
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