Il nuovo romanzo di Mario Abbati va “A tempo di tango”
A tempo di tango. Scacco matto a Buenos Aires è il nuovo romanzo di Mario Abbati per BookaBook.
Toni De Mastrangelo è un maestro di tango al quale ultimamente gira tutto storto. La scuola di tango non ottiene il successo sperato, la fidanzata lo lascia dopo cinque anni e come se non bastasse l’auto lo abbandona in pieno raccordo anulare: galleggiante rotto!
«Sono circa le diciotto e trenta, arriverò in ritardo per la lezione, sicuro, ma in questo caso le ansie di natura professionale passano in secondo piano rispetto a un pensiero fisso che mi martella la testa da quando l’addetto del soccorso stradale ha emesso la sentenza.
Si è rotto il galleggiante della mia vita.»
Da questa riflessione ha inizio la nuova vita del tanghèro romano, un po’ spinto dalla volontà di cambiare, un po’ perché trasportato dagli eventi che sembrano avere una connessione tutta loro, tra passato, presente e futuro. Essi si intrecciano come un «giardino dei sentieri che si biforcano».
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Toni entra in possesso del Pangioco, una particolare scacchiera creata da Xul Solar, pittore e intellettuale amico di Jorge Luis Borges, sottratta insieme a un mazzo di tarocchi da un museo di Buenos Aires e poi finita casualmente tra le mani del protagonista. Egli inizia così a giocare senza conoscere le regole ma rendendosi conto, suo malgrado, che è il gioco stesso a scriverle man mano che Toni progredisce sulla scacchiera. È la panlingua, un idioma creato dallo stesso Solar, a crearsi sotto gli occhi increduli del protagonista, il quale altro non è che una pedina del gioco. Braccato dai ladri del Pangioco che intendono recuperarlo a tutti i costi, e spinto dal suo sogno di ballerino Toni scappa a Buenos Aires.
Il romanzo prosegue così, a passo di danza, con un rocambolesco susseguirsi di eventi. I personaggi che lo accompagnano in quest’avventura, con i quali ballerà volta per volta una sorta di “ronda de cumple” fra le pagine del romanzo, sono uno più strano dell’altro. C’è Veronica, l’ex collega di lavoro alle Poste, che fa i tarocchi; Aldo Vinicius Cardona, «un ometto corpulento con la zucca del tutto calva, due occhietti scuri separati da un enorme naso a uncino», ex militare in pensione scrittore di poesie grazie all’ausilio di Google translate; il gatto Sigmund, «illustre psicanalista di orientamento junghiano»; Estela, esperta di massaggio tantrico; i gemelli che danno la caccia al protagonista e in ultimo ma non meno intrigante il maestro Eulalio Figueroa con le sue cinque vocali «indice di completezza». Una costellazione di personaggi insoliti che arricchiscono la narrazione. Ma il personaggio più interessante non è in carne ed ossa ed è il tempo.
In A tempo di Tango Toni mormora tra sé e sé : «ho incurvato lo spazio degli eventi». Egli acquista così consapevolezza che il tempo è fluido, malleabile, dominato da eventi sincronici. Il tempo all’interno del romanzo perde il suo carattere lineare mentre Toni si interroga se restare ancorato al passato o passare alla fase successiva. Ma anche lo spazio in cui si muove rispecchia questa condizione temporale, basti pensare ai movimenti circolari nella milonga, l’architettura particolare del residence con le scale che salgono e scendono in modo inusuale, il dualismo inquietante dei gemelli. È infine in un passo di tango, tra un inseguimento, una lettura di tarocchi e una partita agli Scacchi Cosmici che il protagonista troverà la risposta al quesito che lo attanaglia:
«Ogni volta che gettiamo un sogno nel futuro, quel sogno modifica il presente per attirarci. Se ciò non avviene è perché il passato, con le sue tentazioni, i suoi dolori, esercita un’azione frenante. Il tango funziona allo stesso modo: il pavimento è il passato, il soffitto è il futuro. Chi balla sta in mezzo, fa da ponte tra passato e futuro. O ci lasciamo dominare dal pavimento, ossia concentriamo il nostro stile di ballo su passi e figure; oppure assecondiamo il filo della musica che ci solleva verso il soffitto. Voi da che parte state?»
Tango, scacchi e tarocchi sono gli elementi chiave del romanzo. Messa così probabilmente non mi sarei mai avvicinata a questa lettura poiché sono tre argomenti molto distanti da me. Eppure sarebbe stato un vero peccato perché partendo da questi elementi l’autore ha creato un intreccio intrigante. Abbati pone sulla scacchiera tutta una serie di situazioni che fa muovere realmente “a tempo di tango” e, quando la matassa dipanandosi fa sì che tutti i tasselli tornino al proprio posto, lascia nel lettore un senso di soddisfazione.
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Il tango è sicuramente una delle passioni dell’autore romano. Non mancano nel romanzo riferimenti musicali e tecnici; inoltre i brani citati si può affermare che facciano da colonna sonora alla narrazione. L’argomento “tango” tra l’altro ricorre spesso nella produzione dello scrittore: La donna che ballava il tango in senso orario, Vado a comprarmi le scarpe da tango e TanguEros – Storie di ballerini tormentati. In A tempo di Tango non si esaurisce sulla pista da ballo bensì Mario Abbati trasferisce la passionalità e il ritmo di questa danza nella scrittura, restituendo un romanzo misterioso e coinvolgente.
Per la prima foto, copyright: Cristian Newman su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
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