Il mondo difficile degli uomini separati
Scritto sotto forma di romanzo, Umiliati (Vallecchi, 2022) di Roberto Vetrugno, docente universitario di Linguistica, è in realtà una piccola indagine a proposito di un mondo particolare, di cui troppo spesso si parla solo a proposito di avvenimenti che riempiono le pagine di cronaca nera: quello dei mariti e padri separati.
Alberto, il protagonista, trasparente alter ego dell’autore, è un professore universitario che sta prendendo atto dellafine irreversibile del proprio ventennale matrimonio. Dopo un pesante litigio con la moglie, conscio di aver toccato un punto di non ritorno, sale in auto e lascia la città del Nord in cui vive per rifugiarsi nella casa delle vacanze, a Otranto, dove spera di trovare momentaneamente un po’ di quiete.
Qui incontra una vecchia conoscenza, un altro professore universitario che lo invita a casa propria e gli fa trascorrere una serata insieme a due vecchi amici che ha convocato appositamente per parlargli di problemi coniugali. Sono uomini accomunati dallo stesso destino: quello di essere stati umiliati dalle rispettive ex mogli, che alla fine delle loro unioni hanno impiegato l’atto della separazione per imporre clausole restrittive e spesso vessatorie, estromettendo questi uomini non solo dalle loro vite, ma anche dalle case di famiglia e da una vita con i figli, spesso ponendoli per questo motivo in serie difficoltà economiche.
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Dopo aver ascoltato i racconti di questi ex mariti, Alberto si ritrova ancora più incerto sulla strada da seguire, ma viene ulteriormente colpito da un drammatico fatto di cronaca: un padre ha ucciso i propri figli gemelli per vendicarsi della moglie che aveva chiesto la separazione, suicidandosi subito dopo. L’amore coniugale può dunque essere così doloroso, e soprattutto pericoloso, considerando l’aumento esponenziale dei casi di violenza domestica? Come può un tranquillo padre di famiglia trasformarsi improvvisamente in un mostro, condannato e ripudiato dai suoi stessi parenti?
In un mondo in cui, purtroppo, i notiziari ci ricordano con insopportabile frequenza le morti violente di troppe donne uccise da un ex marito o compagno incapace di accettare la fine di un legame, Vetrugno prova a ricordare che spesso esiste anche un’altra faccia del problema.
Senza voler indagare su di chi possa essere principalmente la colpa nel caso del fallimento di un rapporto, cosa che del resto non è sempre facile da individuare, Umiliati racconta le vite di uomini spesso incapaci di rifarsi una vita dopo che una separazione ha cancellato quello che consideravano il loro mondo familiare consolidato e immutabile, eliminando tutte le loro certezze, soprattutto se le richieste economiche delle ex mogli li obbligano a ridurre molto il loro tenore di vita. È noto che per una persona con uno stipendio medio-basso una separazione può avere un costo economico insostenibile, perché implica in pratica un raddoppio delle spese per vivere: una volta pagati gli alimenti alla ex e ai figli può restare ben poco per provvedere a un altro alloggio per l’uomo che nella maggioranza dei casi lascia la casa alla famiglia per andare a vivere altrove.
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Le situazioni create dalle separazioni possono essere molto differenti tra loro, perché non è comunque possibile dimenticare i molti ex mariti che spariscono nel nulla, smettendo di preoccuparsi del sostentamento dei figli e lasciando in difficoltà le ex mogli: con questo libro Vetrugno non intendeva certo scrivere un trattato esaustivo sulle separazioni coniugali, ma prendere in considerazione il problema dal punto di vista di un uomo in difficoltà di fronte a uno stravolgimento che spesso lo trova del tutto impreparato.
Perciò sostiene, in una delle ultime pagine di Umiliati, che «lo stato aiuta giustamente le donne vittime di violenza ma è il momento che lo stato pensi agli uomini, deve supportarli quando vivono il dramma della separazione, insegnare loro a gestire l’emotività, la rabbia, la frustrazione e la nuova condizione di vita». E questo, forse, riuscirebbe a evitare certi drammi familiari che la cronaca ci ripropone fin troppo spesso.
Per la prima foto, copyright: Tim Marshall su Unsplash.
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