Il fenomeno del mommy blog nel web: ce lo spiega la mamma-blogger Anna Trecca
Cresce di giorno in giorno sul web il fenomeno del mommy blog, ovvero le mamme diventate blogger. Anna Trecca ci racconta l’enorme popolarità di questi diari virtuali nati dall’esigenza di essere sempre più informati su tutto ciò che può riguardare il benessere, la formazione e la tutela dei propri figli: dalla gravidanza, all’abbigliamento, dall’alimentazione alla scuola, fino a spaziare ad altre tematiche che interessano la sfera familiare.
Chi sono le mamme blogger? La nascita di un bambino, si sa, rivoluziona la vita di ogni donna ed ecco che, ritrovandosi casalinghe, o uscite fuori dal mondo del lavoro a causa della gravidanza o per l’impossibilità di conciliare figli e lavoro, hanno aperto un blog per raccontarsi, per confrontarsi e supportarsi con mille idee e spunti per la vita quotidiana. In qualche caso, il blog è diventato fonte di reddito, grazie all’interessamento di aziende e di brand.
Fattore Mamma è il primo network italiano che già dal 2009 con lungimiranza ha chiamato a raccolta le mamme blogger e le ha coalizzate in un grande motore di ricerca Mammacheblog. Dal 2013 è nato anche un premio che ogni anno mira a promuovere i progetti web più meritevoli legati appunto alla mamme blogger.
E quest’anno anche il Blog Fest di Rimini ha dedicato una sezione specifica alle mamme 2.0. Conosciamo da vicino il fenomeno del mommy blog e delle mamme blogger, in quest’intervista ad Anna Trecca.
Come deve essere un blog per mamme?
Non esiste un unico modello di mommy blog. Il mommy blog è un blog gestito da una o più mamme, che tratta temi legati alla famiglia, ma anche all’infanzia, alla gravidanza e alle donne. Questo fenomeno è cresciuto in Italia soprattutto dal 2010. A volte sono diari personali, altre volte, sono specifici per settori, ci sono ad esempio i mommy blog di cucina, di art and craft, di viaggi o di life style, dove tutti questi argomenti coesistono armoniosamente insieme ad altri.
Da dove è partita?
Il mio Blog TraRockeNinneNanne è partito come un Diario Personale. Sono diventata mamma molto giovane, a 22 anni, e nonostante l’idea di avere figli mi sfiorasse a volte il pensiero, riguardava sempre tempi imprecisati spostati molto in là negli anni. Poi è successo che è nata la mia bimba ed è arrivata la difficolta di accettare un ruolo di madre strettamente legato ai canoni classici. Devota, amorosa, cosciente e consapevole di tutto. Mi scontravo con una realtà che mi voleva perfetta e capace di saper fare tutto naturalmente. In realtà io non sapevo bene cosa fare e da dove cominciare, in balia di una creatura minuscola arrivata all’improvviso. Così ho cominciato a scrivere e a raccontare le mie paure, i miei pensieri, quello che mi succedeva e come la pensavo. Altre mamme mi hanno letto, supportata e consigliata. Poi, però, per fortuna i bambini crescono e anche le mamme imparano e cambiano e così il mio blog, che col tempo cambia con me.
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Nella sua esperienza i contatti virtuali si sono trasformati in contatti diretti e personali?
Con il blog ho conosciuto tantissime persone, alcune sono diventate dei contatti stabili, delle amicizie diciamo “di tastiera” e spesso ci confrontiamo e continuiamo a supportarci a vicenda. Soprattutto però il blog mi ha trasmesso l’importanza della rete, non intesa come il web, ma proprio come contatti di persone. Persone che si mettono in contatto. Dall’esperienza del blog è nata la mia idea di associazione per mamme. Un luogo in cui incontrarsi per confrontarsi, ma anche scambiarsi idee per progettare insieme valorizzando le proprie capacità. Un modo per uscire dall’isolamento che a volte si crea intorno alle mamme dopo la nascita di un bimbo e durante il primo anno di vita, non un isolamento fisico, ma mentale. Un posto in cui incontrare altre mamme che non hanno paura di dire che sono imperfette ed esauste e sognano di prendere il primo viaggio per le Hawaii.
Che cosa dice sua figlia quando la vede scrivere al computer?
In casa nostra è una cosa talmente normale che ormai non è degna di nota! Spesso scrivo quando i bambini dormono, o sono fuori, quando siamo tutti in casa può capitare che sono al computer, ma più per motivi tecnici tipo mail o sbirciatina sui social. Il problema sono i tablet e gli smartphone che essendo subito disponibili a volte ci rubano tempo prezioso che potremmo usare giocando insieme e magari capita che i bambini sono sul tablet e io sullo smartphone. Non è un immagine bellissima di famiglia, ma sto attenta a farlo capitare i meno possibile.
Nonostante la crisi economica, i prodotti di mercato legati ai bambini e all’infanzia generano ancora ottimi fatturati: in che modo i blog supportano azioni di marketing?
Tutti i genitori per i propri figli vogliono il meglio e sono disposti a spendere per averlo. Non è difficile da capire, è un processo naturale che compiamo tutti ogni giorno, genitori e non, ma i genitori sicuramente in misura maggiore, perché hanno a cuore la crescita e il futuro dei propri figli. Le aziende questo lo hanno capito e hanno deciso di parlare direttamente ai loro clienti, senza prenderli in giro. Sempre più sono presenti sui social e accolgono le critiche e le lusinghe dei consumatori in maniera costruttiva, organizzano incontri in azienda per vedere da vicino come “si fa” o “come funziona” e sono recettivi verso nuove idee e suggerimenti. Invitano a provare e descrivere i prodotto senza filtri, direttamente ai genitori che lo dovranno acquistare e che quindi per primi sapranno dire se “funziona” o “meno” affidandosi poi al passaparola.
Quando troveremo i daddyblogger?
Esistono, sono pochi, ma ci sono, qualcuno ha anche pubblicato un libro ed è divertente a volte leggere la versione maschile di alcune situazione tipiche familiari. I daddy blogger sono i precursori di una nuova generazione di papà, fatta di uomini attenti e partecipativi alla crescita dei figli, che vogliono sapere e si vogliono informare, ma sono ancora pochi. L’ostacolo principale da abbattere resta l’idea che i figli sono prerogativa della mamma, ma siamo sulla buona strada per far avvicinare anche i papà a scrivere un blog sul web.
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