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Il diritto alla felicità. “Fair play” di Claudio Pallottini

Il diritto alla felicità. “Fair play” di Claudio PallottiniNelle pagine di Fair play di Claudio Pallottini (Marsilio, 2018) è possibile scorgere una storia di riscatto e di successo. Anche un bambino abbandonato in un giorno qualunque ha il diritto più bello che esista, ovvero quello della rivalsa. La gioia di chi, da un campetto di calcio come tanti, si ritrova a giocare in Serie A e a diventare famoso in tutto il mondo. Un sogno, quello di fare il calciatore, narrato dagli occhi di Padre Claudio che ama i propri ragazzi più di se stesso, di chi pur di vederli felici ha in parte accantonato i suoi desideri.

Rincorrere la felicità come si rincorre un pallone, andare alla sua conquista come se fosse la coppa tanto agognata, forse è questo il fine ultimo di ognuno di noi e non sempre è facile riconoscere tale sentimento, per godere in pieno dell’idillio. Nessuno in fondo sa quale sia la gioia più assoluta, fino a quando un giorno non la si incontra per caso.

«E poi che succede? Voglio dire, che succede quando si è felici?

Si parla troppo, come te!

E poi?

Padre Claudio sbuffò: e poi…. Bisogna approfittarne per farne tesoro,

Perché finisce?

Perché passa. E può succedere che ci metta molto tempo prima di ritornare»

 

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Padre Claudio ha accolto Ivan Providence Martini come un figlio e l’insegnamento più grande che un papà possa dare è quello di non scendere mai a compromessi e di non dire mai bugie. Dopo aver provato la sofferenza, sulla propria pelle, scoprendo quanto può far male una vittoria non meritata, Providence farà di tutto per diventare una persona migliore. L’onestà, però, spesso si scontra con la realtà e rimanere integri significa effettuare scelte difficili e in controtendenza.

«Questa è la sua opinione presidente, ma non la vedo così.

E come allora? Dimmelo! Spiegami!

Io dico che se qualcuno mi fa un favore che mi toglie la soddisfazione del successo, non ho che una via: rifiutarlo e andare avanti a testa alta»

Il diritto alla felicità. “Fair play” di Claudio Pallottini

È un tipo testardo Providence, un ragazzo che non ha radici, né origini, che va alla loro ricerca, accorgendosi che non gli resta che essere se stesso, prendendo spunto da ciò che ha vissuto e da quello che ha appreso. Un ragazzo che riesce a combattere le ingiustizie, dandone esempio sul campo di calcio, come un eroe venuto da un altro mondo, perché ciò che conta è «la libertà di essere se stessi; contro i propri interessi, contro il senso comune, contro tutto e tutti. L’orgoglio di lasciare un segno».

Una figura importante, quella di Padre Claudio, che lo aiuterà a diventare grande, ad affrontare un mondo che non è quello che appare, poiché la facciata è ben diversa dall’essenza e ci si accorge di questo quando oramai è troppo tardi. Un racconto, quello di Fair Play, narrato dallo stesso Padre, che in un flusso di pensieri ricorda quando ha incontrato Providence per la prima volta e ne ripercorre la vita, ma nello stesso tempo la carriera, quella fortuna che lo ha portato in vetta, che ha fatto sì che per sempre il suo nome fosse ricordato come quello di una leggenda. Uno stile limpido, con continui flashback e anticipazioni, fa appassionare i lettori a queste vicende, le quali in un modo o nell’altro riescono a far emergere ricordi e momenti d’oro, che rimarranno comunque impressi nella mente.

Il diritto alla felicità. “Fair play” di Claudio Pallottini

La semplicità, che contraddistingue questo giovane, lo porterà ad affrontare il successo e l’amore in maniera quasi ingenua. Pur proiettato in una realtà mondana, tra volti noti e ricchi, Providence Martini non perderà mai i tratti distintivi del suo carattere, anche quando la vita gli gioca un brutto scherzo e gli toglie ciò per cui è nato.

 

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Un libro che aiuta a sognare, a credere che un’altra storia è possibile, che pone le basi per una speranza che non morirà mai e che insegna a prendere la vita per come si presenta.

«Bisogna imparare ad accettare la realtà, senza volerla cambiare a tutti i costi. Bisogna accettarla allo stesso modo in cui si accetta una giornata di pioggia o una di sole. Una cosa che succede. Solo e semplicemente una cosa che succede. Che succede e basta.»


Per la prima foto, copyright: Fachry Zella Devandra.

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