Il diario di Anne Frank: chi è il vero autore?
Chi è il vero autore del diario di Anne Frank? O almeno, chi ha scritto veramente il famoso diario secondo chi ne cura i diritti? La domanda sorge spontanea di fronte alle polemiche degli ultimi tempi che, a quasi settant’anni dalla morte di Anne, rimettono in discussione il nome di chi ha composto quelle pagine ironiche e struggenti conosciute da milioni di studenti e divenute simbolo della memoria di uno dei peggiori crimini dell’uomo contro l’uomo.
Bergen-Belsen, febbraio 1945. Non aveva ancora compiuto sedici anni, Annelies Marie Frank, quando morì di tifo pochi giorni dopo la sorella Margot, all’interno del campo di concentramento di Bergen-Belsen, in Bassa Sassonia. Il diario (o meglio “i diari”, visto che la stessa Anna aveva iniziato una seconda stesura, nell’ottica di un’eventuale pubblicazione), che la giovanissima Anne iniziò a scrivere nel giorno del suo tredicesimo compleanno, termina con l’ultima annotazione datata 1° agosto 1944, tre giorni prima dell’arresto e della deportazione ad Auschwitz, prima, e a Bergen-Belsen poi. Ma è la data del febbraio 1945 a diventare, oggi, di primaria importanza: i diritti d’autore, infatti, per la legislazione europea scadono dopo 70 anni dalla morte dell’autore. Lo stesso vale per i diritti patrimoniali (tutelati dalle norme sui diritti d’autore) che stabiliscono quindi chi, come e fino a quando può guadagnare dalla vendita di una determinata opera.
Basilea, 19 agosto 1980. Sopravvissuto alla prigionia di Auschwitz, dove era stato deportato con tutta la famiglia nel 1944, Otto Frank, il padre di Anne, divenne poi il curatore dei diari della figlia. Ricevuti i diari di Anne da Miep Gies, che li aveva rinvenuti nel nascondiglio dopo l’arresto della famiglia Frank, Otto si occupò sin da subito della pubblicazione degli scritti di Anne, togliendo le confidenze più intime, correggendo errori e refusi, e questo porta, ora, alla seconda questione fondamentale. Con il suo intervento infatti, per alcuni il padre di Anne non sarebbe solo un curatore, bensì un vero e proprio co-autore.
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1° gennaio 2016: la polemica. Dal 2009 i Diari di Anne Frank sono parte dell’Elenco delle Memorie del mondo dell’Unesco. Dal 1° gennaio di quest’anno, scaduti i termini dei diritti d’autore, i Diari dovrebbero essere pubblicabili da chiunque senza limitazioni. Così hanno fatto, per primi un docente universitario olandese e una parlamentare francese (seguiti poi da altri, nell’ultimo mese), pubblicando sul web le memorie di Anne Frank, attirandosi le ire della Fondazione Anne Frank di Basilea (fondata da Otto nel 1963), che sino al 31 dicembre scorso deteneva (e sostiene di detenere tuttora) i diritti dell’opera.
Qual è la “vera” edizione dei diari. La Fondazione ha espresso chiaramente il proprio parere: «i manoscritti [e quindi i diritti d’autore, ndr] rimarranno protetti sino al 1° gennaio 2037», si legge sul sito. Questo perché per la legge europea i diritti d’autore per le opere postume scadono dopo 50 anni: considerando, come fa la Fondazione, che la prima “vera” edizione dei diari di Anne è l’edizione critica del 1986 (e non la prima edizione, del 1947), ecco che l’opera sarebbe protetta da diritto d’autore ancora per una ventina d’anni abbondante.
Chi è il “vero” autore dei diari? Ma il periodo potrebbe essere ancora più lungo, secondo un’altra tesi che vede Anne Frank come semplice co-autrice dell’opera. Questo perché i vari rimaneggiamenti compiuti da Otto Frank in vista della pubblicazione lo portano ad essere considerato proprio come un autore. In tal caso i diritti d’autore scadrebbero addirittura nel 2050. Pure su questo aspetto la Fondazione di Basilea si è espressa chiaramente: l’autrice dei diari è Anne Frank, mentre il padre Otto e Mirjam Pressler sono soltanto responsabili di alcuni frammenti dell’opera. Come dire, comunque il lavoro per i filologi futuri è assicurato.
Diritti d’autore sotto chiave. La questione, quindi, si fa molto complessa e di conseguenza, chiarisce la Fondazione, sarà probabilmente definita in modo diverso da Paese a Paese (negli Usa, ad esempio, a differenza dell’Ue, i diritti d’autore scadono 95 anni dopo la morte dell’autore). In ogni caso, asserisce la Fondazione svizzera, i diritti dell’opera rimarranno protetti ancora per molti anni, indipendentemente dalle dispute su chi è il vero autore del diario di Anne Frank.
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