“Il blu è un colore caldo” di Julie Maroh: una grahic novel che sorprende ed emoziona
A Lille, nella Francia di fine anni ‘90, la disegnatrice Julie Maroh colloca la storia di Il blu è un colore caldo (edito, in Italia, da Rizzoli Lizard, nella traduzione di Federica Zicchiero):un amore saffico fra due studentesse. La prima, Clementine è una 15enne tranquilla, riflessiva, titubante, sconvolta in modo drammatico da una lotta cosciente della propria sessualità. La seconda, Emma, è un’artista, studentessa di belle arti, filosofeggiante, mascolina e alquanto energica.
Le due protagoniste si incontrano casualmente in una piazza e il blu dei capelli di Emma sconvolge fin da subito la fantasia sessuale di Clem. La ragazza, cresciuta in una famiglia di costumi tradizionali, non riesce a credere di poter essere attratta da una donna, ma l’esperienza negativa con il compagno Thomas e il blu di quella ragazza trasformano il dubbio in ossessione. Da questo momento quel colore inizierà a delinearsi come morboso sogno sessuale e colorerà ogni aspetto grigio della sua adolescenza.
Fantasia che diventa realtà quando, una sera, l’amico Valentin porta Clem in una zona di locali trasgressivi. L’incontro con Emma, abbastanza involontario, è presto celebrato. Fra le due ragazze nasce un amore che agli occhi della giovane studentessa ha il sapore del primo amore. Quello violento e turbolento, magico e passionale, che trasforma, anzi colora di blu cobalto ogni angolo della sua vita. Emma diventa il motore che incoraggia la sua amata a evadere dai dubbi della propria omosessualità, prenderne atto, goderne a pieno e dichiarare ad alta voce la propria scelta. Senza vergogna e senza nascondersi, anzi mostrandosi pubblicamente. L’esternalizzazione di quest’amore porta a un passaggio decisivo della vita di Clem. Il padre di lei, dopo aver compreso che fra le due donne esiste un rapporto lesbico, caccia per sempre la figlia di casa. Così fra le due ragazze inizierà una splendida convivenza d’amore.
Questa è la fabula. Julie Maroh, con la sua graphic-novel, ci regala un intreccio che dalla fine della vicenda ci riporta a ritroso a riscoprirne i particolari più elettrizzanti. Lo fa con un punto di vista nettamente legato allo sviluppo del pensiero della protagonista Clem, che è anche voce narrante. Sono i suoi diari, in una sorta di romanzo epistolare a fumetti, conditi con le sue espressioni gioiose e le sue malinconie a filtrare l’intimità di questa storia.
Quelle stesse emozioni sono espresse graficamente dai colori: il grigio, il seppia dei ricordi deludenti (come la prima volta con quel ragazzo di quarta liceo) e, dall’altro lato, il blu di Emma, dei suoi capelli, dei suoi occhi, degli anni di felicità, passione e calore, fuori dai pregiudizi e dalle etichette della società perbenista.
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Il regista Abdellatif Kechiche nel film, vincitore della Palma al Festival di Cannes, La vie d’Adèle che trae ispirazione proprio dalla storia di Emma e Clementine, recupera la parte iniziale della conoscenza dell’amore saffico fra le due protagoniste, ma prosegue negli anni la loro storia d’amore, modificando il finale del libro di Julie Maroh e togliendo alla giovane Adele, alias Clementine, la fantasticheria giovanile di un sentimento convulso eppur profondo. Talvolta si assiste più a contrasto fra due attrici, i cui valori di vita sono diversissimi, rispetto a una fusione che realmente tempri di blu ogni minuto del giorno. Soprattutto è interessante sottolineare un passaggio di colore, dal blu al biondo di Emma, che sottintende un transito dalla fase dell’amore giovanile spensierato a quello della crisi di coppia. Nel momento in cui Emma diventa bionda, Adele perde le sue certezze, torna a dubitare della sua sessualità e comprende quanto siano distanti le loro idee sul rapporto di coppia. Questo taglio con Emma nel libro è appena accennato. Dall’inizio alla fine l’amore verso l’amata non è mai negato. C’è sempre il blu come presenza essenziale.
Il calore di quel colore, o meglio di quel che rappresenta, è la chiave di lettura che permette di apprezzare una graphic novel, genere poco diffuso in Italia, che non interessa soltanto un pubblico di teenager, ma anche quello ben più adulto. Un pubblico, che fuori dagli schemi ortodossi della società, sappia apprezzare l’improvvisa emozione che ogni pagina sa regalare.
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