Il bisogno di cambiamento. “Il mare è rotondo” di Elvis Malaj
Il mare è rotondo, e ammetto che a volte l’ho pensato vista la forma del globo terrestre. A dire il vero, Il mare è rotondo è il titolo del romanzo di Elvis Malaj, autore di origini albanesi da anni residente in Italia. La storia, edita da Rizzoli, comincia con un ragazzino in mezzo a una massa di persone in fuga dal Kosovo. Ujkan, il protagonista, è lì pronto a imbarcarsi, ma la madre lo ferma prima che lui faccia il grande passo verso l’Italia. Questo è solo il primo di una serie di tentativi che il personaggio principale del romanzo di Malaj metterà in atto, senza però riuscire mai ad arrivare al passo decisivo, perché come dice lui: «Non se la sente».
Il tempo passa e il lettore trova Ujkan più adulto e in un momento un po’ cupo della sua vita, perché, oltre al suo mancato partire per l’Italia (e lui desidera andarci ma non sa come fare), non ha un lavoro stabile, la fidanzata lo ha lasciato e ha pochissimi amici che si contano sulle dita di una mano sola. Ujkan si trova in una situazione di stasi completa, dato che non riesce a dare svolta alla sua esistenza. Poi, un giorno, mentre è al bar con l’amico Giokë, intravede una ragazza in bicicletta e ne rimane affascinato a tal punto da fare tutto il possibile e immaginabile per conoscerla.
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Ne Il mare è rotondo, Malaj crea una narrazione dal ritmo incalzante, nel quale è il quotidiano vivere del giovane protagonista a essere al centro dell’attenzione della storia raccontata. Le pagine del romanzo sono spassose, divertenti, ma mai banali, nel senso che l’autore tratta con garbo e rispetto il tema di coloro che sono in cerca di un mondo migliore e di un riscatto sociale. Non a caso Ujkan cerca di fare qualcosa che gli permetta di condurre una vita migliore, ma il destino lo porta a trovarsi in situazioni che rasentano il grottesco.
Ne è una provail lavoro che il giovanotto si mette a fare con l’amico Suleiman (trasportare ferro e acciaio in una fonderia) che li porterà addirittura a essere sospettati di voler attentare alla stabilità del governo nazionale. Un equivoco tanto inimmaginabile da lasciare di stucco Ujkan e l’amico, del tutto ignari dei loschi piani architettati da coloro che gli hanno fornito il materiale e che li hanno ingannati nascondendo la torbida verità.
Suleiman è unpunto di riferimento importante per Ujkan, in quanto non è solo il collega di lavoro, è un amico e uno scrittore un po’ in crisi, pure lui alla ricerca di una nuova ispirazione per la realizzazione di un lavoro letterario che gli permetta di ottenere il successo del passato. Le avventure vissute tra i due dimostrano che, entrambi, stanno sondando la realtà dove vivono per trovare qualcosa, ma non sanno bene cosa, che gli fornisca la possibilità di vivere una vita migliore, con prospettive nuove per il domani.
Oltre che negli amici, il lettore s’imbatte in Irena, la ragazza della bicicletta che conquista Ujkan. Lui ne è talmente preso da cercarla, da passare giornate intere ad aspettare di vederla. Il protagonista è così “preso” dalla giovane, da andare a trovarla dove lavora, a casa, da desiderare di entrare nella vita della giovane, senza rendersi conto che la sua passione potrebbe essere travisata con atti persecutori. Non a caso la reazione della ragazza – tanto paziente all’inizio, anche se un po’ infastidita – avrà dei risvolti del tutto imprevisti e inaspettati. Ujkan è innamorato, mentre lei sembra sì interessata e propensa ad amare, ma qualcosa o qualcuno la ferma, la blocca e le fa avere reazioni imprevedibili. Il suo modo di agire si svelerà durante la lettura, perché Irena, come Ujkan, Suleiman e Giokë, sente il bisogno di un cambiamento radicale nel proprio vissuto, anche se realizzarlo sembra essere tutt’altro che facile.
Accanto alla necessità del riscatto sociale, al bisogno di una nuova terra dove iniziare dal principio, Elvis Mailaj tratta il tema dell’imbroglio e del raggiro. La vittima è Ujkan, il quale si affida a intermediari che gli garantiscono lavoro in Italia. Il giovane è così convinto di questo aiuto da investire molti dei suoi risparmi in progetti nei quali intravede una speranza. Peccato che la realtà dei fatti e lo sviluppo degli eventi lasceranno segni indelebili e un senso di rinnovata sconfitta nel ragazzo (della serie “ancora una volta è successo me, perché non ad altri”).
Ujkan ci fa un po’ sorridere, perché si ha le netta sensazione che sia il bersaglio ideale del destino e che non gliene vada bene una, ma il ragazzo, che è così abbattuto e sconfitto, sente che è giunto il momento di dire basta agli imprevisti e dare una svolta al proprio vivere. Da questo momento Ujkan troverà un coraggio del tutto inaspettato che lo porterà a cambiare l’andamento della sua vita.
Un dettaglio mi ha poi incuriosito.I l mare è rotondo è il titolo del romanzo scritto da Malaj, però mentre ci su muove tra le sue pagine scopriamo che Suleiman, l’amico del protagonista, ha scritto un libro intitolato Il mare è rotondo. Il romanzo di Suleiman si adatta alla perfezione a Ujkan e a quel suo bisogno di partire, contrastato ogni volta da quella sua incapacità di sradicarsi dalla sua terra. Questo dettaglio però mi ha portato anche a vedere in Suleiman un alter ego letterario dell’autore stesso, il quale, grazie a questo espediente narrativo, racconta la dimensione emotiva del giovane Ujkan e di molti altri esseri umani che, come lui, vorrebbero cambiare il corso del loro destino, ma non sempre ci riescono.
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I personaggi del libro diventano la rappresentazione di un’esigenza di libertà comune a molti individui che, nella realtà contemporanea di oggi, vivono in condizioni precarie nelle quali le loro grandi speranze a volte si frantumano contro ostacoli insormontabili. Queste persone non demordono e sono pronte a tutto, proprio come fa Ujkan in Il mare è rotondo di Elvis Malaj, pur di lasciarsi alle spalle la povertà e l’instabilità socio-economica della propria terra per trovare pace e tranquillità in un altrove migliore.
Per la prima foto, copyright: processingly su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
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