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“I venerdì del Petrarca”, alla riscoperta di un poeta e di un uomo

“I venerdì del Petrarca”, alla riscoperta di un poeta e di un uomoAdelphi ha ripubblicato nella sua Piccola Biblioteca I venerdì del Petrarca, un denso saggio di Francisco Rico (2016, con la collaborazione di Luca Marcozzi), grande studioso spagnolo di letteratura medievale e umanistica, al quale l’Istituto Treccani aveva affidato la redazione della voce dedicata a Francesco Petrarca nel Dizionario Biografico degli Italiani.

Il saggio, che era stato pubblicato per la prima volta nel 1989, nasceva appunto dal desiderio di utilizzare in modo più completo la messe di informazioni accumulata dall’autore per quel lavoro, che doveva essere concentrato, per necessità redazionali, in un numero piuttosto limitato di cartelle, ed è diviso in due parti. Il puntiglioso ed esauriente profilo biografico, redatto con la collaborazione di Luca Marcozzi, è preceduto da una lunga introduzione, in cui Rico, oltre a spiegare il suo mestiere di storico e filologo, ci offre una visione innovativa della figura del Petrarca, che si distacca dall’immagine tradizionale che tutti noi abbiamo conosciuto studiando la storia della letteratura italiana.

 

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Della grande triade di autori trecenteschi con cui si apre la nostra letteratura – Dante, Petrarca, Boccaccio – il secondo è forse proprio quello di cui, con l’andare del tempo, ci rimane un ricordo meno vivo rispetto agli altri due. Se infatti i riferimenti alla Divina Commedia o alle novelle del Decamerone non mancano nemmeno nel linguaggio e nella cultura contemporanei, è più raro imbattersi in citazioni del Canzoniere petrarchesco, la grande raccolta poetica scritta in onore di madonna Laura.

 

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“I venerdì del Petrarca”, alla riscoperta di un poeta e di un uomo

Ed ecco il primo punto che ci viene fatto notare da Rico nel suo saggio: per quanto Petrarca sia noto come il primo autore di cui possediamo una ricchissima biografia, in realtà sono ben poche le certezze sullo svolgimento effettivo della sua esistenza, perché questa biografia è frutto di una continua e possente costruzione e ricostruzione da parte del poeta stesso lungo tutto l’arco della sua esistenza. Di Laura, tanto per cominciare, non sappiamo nemmeno se sia esistita veramente, o se non costituisca piuttosto la proiezione di una figura mitica, costituita dai ricordi di più donne reali: i suoi presunti incontri con Petrarca, del resto, vengono annotati in date che non coincidono nemmeno con i calendari dell’epoca.

Il titolo del saggio allude proprio alla volontà di Petrarca di tramandare ai posteri una sua biografia ideale, che lo ritraesse in qualche modo come una figura emblematica: forzando a questo suo intento anche la cronologia, il poeta tende a far accadere tutti i fatti salienti della sua esistenza di venerdì, e spesso addirittura di Venerdì Santo, a partire da quel 6 aprile 1327, giorno fatale del primo incontro con Laura, che in realtà cadeva di lunedì.

 

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Qual è allora il compito dello storico? Ce lo spiega lo stesso Francisco Rico nella sua premessa:

Per fortuna, o purtroppo, ho diversi amici che scrivono romanzi di taglio piuttosto tradizionale. Un po’ per provocarli, un po’ per difendermi dalle punzecchiature che di solito non risparmiano a quelli del mio mestiere, mi è capitato spesso di concionare in difesa dell’attività dello storico e del filologo, che non è meno difficile di quella del romanziere (e non è detto che sia di minore qualità letteraria).

“I venerdì del Petrarca”, alla riscoperta di un poeta e di un uomo

“Tu” argomento in queste occasioni “costruisci una narrazione immaginando dei personaggi immersi in un intreccio, con un suo svolgimento. Poiché inventi tutto di sana pianta, per te è quanto di più semplice dargli una coerenza, e rendere significative azioni e omissioni, parole e silenzi. A me, invece, tocca fornire un senso a dei dati che le fonti accessibili mi presentano sconnessi e a degli effetti la cui causa in principio ignoro”.

 

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Compito del filologo e dello storico è dunque quello di avvicinarsi il più possibile, e quindi avvicinare il lettore, a un tempo remoto non sempre facilmente decifrabile, per illuminarlo sulla vita dei grandi scrittori del passato, e così potrà accadere, leggendo I venerdì del Petrarca, di scoprire o riscoprire un poeta al di là dei nostri ormai sbiaditi ricordi di scuola.

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