“I romagnoli ammazzano al mercoledì” di Davide Bacchilega
Se li gioca alla grande, Davide Bacchilega, i colpi di scena che inchiodano i lettori al suo romanzo, I romagnoli ammazzano al mercoledì, edito da Las Vegas Edizioni. E lo fa fin dalla prima pagina: la narrazione, infatti, non inizia mercoledì, bensì il giorno dopo, e nessun è stato ammazzato. Lo conferma Valeria, la giornalista sportiva di «Romagna sera», che sbircia nelle statistiche e dà nuovi tagli, generazionali, agli articoli su pugili dimenticati. Non solo. Nemmeno vi sono in atto i presupposti di un omicidio imminente. E lo stile? Beh, ammazza… dalle risate. Indipendentemente dal giorno in cui ti accingi a leggere. Perché è ironico, Bacchilega, con frasi da trascrivere sul taccuino e memorizzare.
Eccone un esempio: «Quelli che vengono nel mio locale, ad esempio, parlano tra loro con tutte queste parole straniere mischiate all’italiano, che se mi domandassero da dove arriva ‘sta gente, boia di un giuda, risponderei che viene da un posto in cui hanno frullato i dizionari».
Non lasciatevi ingannare, però. Questo è solo uno dei personaggi, perché è sì una narrazione in prima persona, ma una prima persona corale. Quando a parlare è Irma, ad esempio, prevale l’uso di rime. Spassose. Ha vinto pure il III Premio Letterario Città di Sant’Agata sul Santerno, presieduto dall’encomiabile maestra Lucilla Ricci Petitoni Della Casa (non sentitevi in imbarazzo se non la conoscete, nemmeno Stefano Guerra, caporedattore della cultura a «Romagna Sera», ha mai avuto il piacere). Irma è la poetessa rivoluzionaria che scrive versi lesbomistici, non tanto per il contenuto quanto per la musa, una ragazza cubana, che condivide la casa con la poetessa e Lizzy. Lizzy, però, è meglio che la conosciate di persona.
Di Stefano Guerra vi innamorerete, soprattutto se condividete lo spazio vitale interiore con una crocerossina. Fa le file, Stefano, allo scopo di socializzare. E scrive titoli. Li pensa anche, di continuo. La sua vita è fatta di eventi (sotto)titolati. Ci si innamora, però, perché è quel tipo d’uomo sveglio, spigliato, ironico, sarcastico, con un sacco di fissazioni. Da salvare, ecco.
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Ma se il giornalista Ste.Gue., come si firma dalla redazione della cultura di «Romagna Sera», non è il vostro tipo, allora c’è il Tipo che fa per tutte, e anche tutti, se Davide Bacchilega avesse voluto parlare anche di un’altra storia. Lui è l’Uomo. Romantico, simpatico, bello, sciupafemmine, palestrato, galante, il giocattolo, il James Bond di noialtri, un miscuglio di razze come testimonianza che dall’unione dei diversi nascono i migliori. È l’Uomo, come dicevo. Non solo. È anche il Playboy della Truffa che approccia Tardone Assassine, Moire Orfei dell’erotismo che domano tigrotti graziosi. Le approccia via chat, inizialmente, per poi regalar loro, come in un autentico do ut des, piccoli regali, presi dalla casa della precedente vittima. È un Tipo d’Uomo, Ruben, un tipo che ha «un armadio pieno di scheletri, ma vestiti da dio».
La vita non scherza, però. Fa sul serio. Come un flusso di coscienza inarrestabile. Ma «sul ring è più semplice la vita, ci sono regole, fuori dal ring, il caos. Sul ring si è nudi. Il più forte vince. Ed è un mondo perfetto. Specialmente quando perdi». È certo di questo Raul Chiodi, un pugile di Faenza, ex campione europeo che ora, per un pugno di dollari, si fa spaccare la mascella, in Polonia, da giovincelli in cerca di fama e curriculum. Poco importa. Sono solo tre minuti. Moltiplicati per dodici. Quanto i round. E poi il pugno di dollari è suo. Anche se un tempo, dodici anni fa, non quindici come sostiene la sua compagna, era stato un campione europeo.
Anche se quel mercoledì consumato prima che la narrazione inizi nessun romagnolo ha ammazzato, fossi in voi, leggerei questo romanzo, ché, se le statistiche dicono che in Romagna ammazzano più spesso di mercoledì, più di quanto ammazzino la domenica, un motivo ci sarà pure.
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