I profili di donne disegnati dalla penna di Luigi Capuana
Puntata n. 134 della rubrica La bellezza nascosta
La casa editrice napoletana Polidoro ha deciso di ripubblicare una raccolta di racconti di Luigi Capuana (Mineo, 28 maggio 1839 – Catania, 29 novembre 1915, qui al suo esordio), scrittore tra i padri del verismo italiano. Sto parlando delle novelle racchiuse nel volume Profili di donne. Con esattezza i racconti sono sei: Delfina, Giulia, Fasna, Ebe, Iela e Cecilia. A prefazione della nuova pubblicazione troviamo la firma di Giulia Ciarapica.
Qual è lo scopo, per Capuana, di queste storie? Direi che prova a narrarci e a interpretare la psicologia femminile e ci prova restando naturalmente ancorato a ciò che all’epoca (stiamo parlando del 1877) si sapeva e legato agli studi che in quel periodo e negli anni addietro c’erano stati intorno alla figura della donna. Direi soprattutto che tenta di indagare il mistero di questa “donna” che così tanto sembra distante e diversa dall’uomo.
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Capuana è riuscito a esplorare a fondo la psiche femminile grazie anche alla sua passione per i fatti psichiatrici e agli studi che ha condotto su tali situazioni. Altra cosa che si prefigge lo scrittore siciliano è quella di riuscire attraverso la scrittura ad arrivare alla radice dell’essenziale. Di riuscire a trascinare sulla pagina le sensazioni e i sentimenti e le emozioni che appartengono e sbocciano feroci nella vita reale.
«Quell’immensa solitudine da cui ero circondato; quella vallata che il vento riempiva dei suoi strani sibili; quelle ombre della notte senza luna che trasformavano l’aspetto degli alberi e dei luoghi in un che di fantastico e di pauroso privo di contorni e di limite; tutto serviva a comporre uno sfondo che si adattava benissimo alla natura della mia impresa ed alla singolare situazione dell’animo mio. Aspettavo, ripeto, da due ore. Nella casa e nell’orto non si sentiva anima viva».
Era importante per lui restare quanto più possibile fedele all’occhio umano e, anche se non esiste in natura qualcosa che possa avvicinarsi alla visione soggettiva di un essere vivente, Capuana è riuscito a toccare, a lambire le cose vere, donandoci racconti di cui possiamo riuscire a percepire gli odori e i sapori e tutto ciò che ruota intorno ai giorni e alle notti. Il suo, però, è uno sguardo maschile che tenta di raccontarci un mondo femminile, e soprattutto durante quel periodo le visioni della realtà dei due sessi erano quanto mai lontane.
«Aveva pronunciato quelle parole con un accento tra lo sdegnato e il commosso, e mi ero sentito disarmare. Non era un tantino vero che l’avevo scambiata? Ma era poi proprio vero l’avessi scambiata? Questo dubbio mi persuase a pedinarla di nuovo. A metà dell’altra via scantonò all’improvviso, e poco più in là fermossi a un portone, mi dié un’occhiata e poi sparì. L’atrio, chiuso da un bel cancello, era elegante e spazioso. Sotto gli archi del portico schieravansi molti vasi con alberetti fioriti. Nel muro rimpetto, sopra un affresco che rappresentava una fontana, i rami di una pianta rampichina facevano una tettoia di foglie e di ciocche di fiori color lilla, addossata a un graticcio di legno sostenuto da colonnine anch’esse di legno e tinte in verde cupo».
Quello che percepiamo da queste righe è che, per quanto l’uomo cerchi di entrare nelle maglie della mente delle donne, queste restano sempre un mistero, qualcosa di atavico e di lontano e soprattutto sempre in contrapposizione con l’altro sesso, l’altro sesso sicuro ed equilibrato, differente dalle inquietudini e dall’instabilità di femmina.
«Potei sorprendere nei suoi sguardi, nel suo accento, nei suoi discorsi certi lampi di abbandono inusitati, involontari, che mi diedero i brividi. Giacché a volte, curiosa questa!, provavo paura di essere amato da lei. La sua forza mi avrebbe sopraffatto; non sarei più rimasto lo stesso! E
rifuggivo da un amore in tal guisa. Avrei, all’opposto, voluto foggiarla a modo mio: così soltanto potevo meglio assicurarmene il possesso. Ma era un’assurdità! Pure! D’allora in poi ripetetti più volte quel “pure!” pieno di tante cose; mi lasciai lusingare».
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Opera di indubbio valore letterario, Profili di donne, anche grazie a una scrittura sicura e asciutta, è una lettura importante e che si fa precursore di temi che Capuana approfondirà in futuro nella sua opera.
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Per la prima foto, copyright: Gemma Chua-Tran su Unsplash.
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