I più importanti blog letterari – Intervista a Poetarum Silva
Nell’ambito della nostra rubrica dedicata ai più importanti blog letterari, ospitiamo un’intervista al lit-blog Poetarum Silva, con risposte del caporedattore Gianni Montieri.
Poetarum Silva è uno dei pochi blog letterari italiani che si occupa di poesia con un certo metodo. Quali sono le ragioni che vi hanno spinto a coniugare poesia e web?
Credo che inizialmente fossimo animati da uno spirito d’indipendenza, anche un po’ confusionario (o ingenuo), volevamo che la poesia fosse proposta in un certo modo, fuori da schemi prestabiliti. La poesia doveva essere diffusa perché valida, non perché scritta dal poeta già noto o pubblicata da un determinato editore. Col passare degli anni ci siamo riusciti, anche sbagliando, siamo diventati organizzati, scientifici e pazienti, abbiamo imparato a dire no. Il web è un campo aperto, è un’opportunità ed è un rischio, si dice spesso: “Nel web si trova di tutto”, compito di un sito che si occupa di letteratura è far sì che quel “di tutto” diventi “buono”, “ottimo”, “innovativo”, “accurato”. La poesia la presentiamo sia in recensione (o saggio breve) sia come inedita; o partendo, come nel Corpo a corpo curato da Francesco Filia, da un testo di un poeta e affrontandolo con una lettura critica ampia. Oppure in traduzione, spesso originale, penso, per esempio, alla rubrica Gli anni meravigliosi curata da Anna Maria Curci, che ha offerto la possibilità di conoscere poeti tradotti per la prima volta in italiano. Da qualche anno ci occupiamo anche di narrativa con molte soddisfazioni, quando riusciamo scriviamo di arte, cinema e di fumetto. La ragione principale, tornando alla domanda, è stata la passione, ma il blog funziona perché la redazione fa un vero lavoro di squadra e la passione è sostenuta dal dibattito interno e dal ragionamento.
Produrre contenuti culturali sul web: quali sono le differenze rispetto alla carta stampata, e quali sono i rischi più importanti?
Il contenuto sul web è sempre – immediatamente – disponibile ma anche sempre modificabile, esiste, ma non è detto che resti in quella versione per sempre. Volendo, potremo entrare in un saggio e aggiornarlo mesi dopo, aggiungendo contenuti. Il web è il più grande archivio del mondo, sarebbe bello riuscire a farlo lavorare ancora meglio. Collegare, ad esempio, recensendo un libro, almeno un paio di altri articoli che ne hanno parlato, far dialogare i siti letterari tra di loro. Questo con la carta non si può fare. I rischi sono quelli della superficialità e dell’approssimazione, bisogna fare attenzione. Ogni articolo va curato in tutti gli aspetti, dal titolo all’inserimento di un tag, ricordarsi sempre dei copyright, rileggere molte volte prima di pubblicare. Un blog letterario possono aprirlo tutti, mantenerlo online per anni è un vero e proprio lavoro, solo così ti guadagni il rispetto e i lettori.
Con altri blog abbiamo discusso anche di "influenza" e "autorevolezza". Alcuni hanno espresso qualche perplessità sulla classifica Teads dei blog letterari più influenti compilata sulla base di alcuni parametri quantitativi (condivisioni su Facebook, Twitter, Pinterest e Google+, link in entrate e uscita, ecc.). Quali potrebbero essere dei validi parametri alternativi per valutare la qualità di un blog letterario?
La classifica Teads lavora in un certo modo, seguendo criteri informatici, calcoli matematici, è affidabile ma solo da quel punto di vista, perciò non può che dare una valutazione parziale. Non credo che si possano trovare dei parametri uniformi di “tipo qualitativo”; sono sicuro, però, di una cosa (perché li leggo) che la maggior parte dei siti presenti nelle prime posizioni di Teads propone un alto livello di qualità e varietà. Conta, insomma, continuare a fare quello che facciamo seriamente, cercando di imparare dagli altri, di non imitare, di miscelare l’inventiva alla cura dei dettagli.
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Negli ultimi tempi, si è assistito al proliferare di blog letterari di diversi formati (collettivi, individuali), approcci e interessi. È solo una conseguenza di un rinnovato fermento culturale che nasce dal web, oppure c'è anche qualche rischio dal quale bisognerebbe difendersi?
Sì, è una conseguenza di un rinnovato fermento culturale, ma allo stesso tempo il riconoscimento del valore del web. Testate storiche come «Nuovi Argomenti» o «Atelier» hanno scelto di stare anche sul web, vuol dire che il web è importante. Sul tuo sito puoi postare contenuti inediti o rilanciare (o anticipare) contenuti della rivista cartacea. I rischi della proliferazione, invece, non riguardano i siti che ho citato, e sono minimi. I lettori sanno scegliere, chi improvvisa non regge a lungo, la qualità è la miglior difesa, sempre.
Qual è oggi il ruolo dei blog letterari all'interno del settore editoriale italiano? E quale potrebbe diventare nel prossimo futuro?
Credo si possa ragionare in termini d’influenza. Una recensione che appare, ad esempio, su Doppiozero è autorevole quanto quella che esce su un quotidiano. In termini quantitativi non so quante copie faccia vendere (o non vendere) una recensione. Nel prossimo futuro (ma già nel presente è così) alcuni blog letterari diventeranno editori, degli editori amplieranno le schede di presentazioni dei libri con delle vere e proprie mini recensioni. Un blog, un editore e un libraio organizzeranno insieme dei corsi di scrittura. Non sarà giusto e non sarà sbagliato, sarà inevitabile.
Il sottotitolo del vostro blog è «Nie wieder Zensur in der Kunst», cioè: «Mai più censura nell'arte». Come ci si difende oggi dalla censura? E quanto il web può essere di supporto?
Il pericolo della censura è sempre dietro l’angolo, ci si difende documentandosi, la conoscenza permette di mettere in circolo liberamente un’idea; dopo conta la voglia di lottare per quell’idea o opera letteraria. La censura è figlia del potere, non ce ne liberemo mai. Il web è d’aiuto, proprio perché vastissimo, chiudi una porta se ne aprono altre dieci, ma se ci spostiamo di latitudine anche il web diventa un campo da gioco molto più piccolo e tentare di riaprire una porta costa un prezzo molto alto.
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