I più importanti blog letterari – Intervista a BombaCarta
Il lit-blog BombaCarta: risposte del Presidente Andrea Monda.
Cominciamo da una domanda che credo sia un po' di prassi. Perché la scelta del nome BombaCarta?
Il motivo della scelta, come spesso capita, è legato alla storia di BC (BombaCarta), alla sua nascita. Antonio Spadaro, oggi direttore della prestigiosa rivista dei gesuiti «La Civiltà Cattolica», allora (cioè nel gennaio del 1998) professore di lettere al liceo Massimo all'Eur di Roma, per un caso scoprì che, sotto un cassetto di uno dei banchi di scuola, qualcuno aveva inciso una poesia. Colpito da questo gesto “poetico”, Spadaro scrive nella bacheca della scuola che chi voleva poteva mettere i suoi testi narrativi o poetici in una scatola di cartone (del tipo “urna elettorale”) posta proprio lì, sotto la bacheca; immaginava che qualcuno rispondesse ma non così tanti: nel giro di un giorno la scatola traboccava di fogli di carta, al punto che una collega di lettere, guardandolo camminare per i corridoi della scuola con lo scatolone debordante fogli, esclamò: «Ma cos'è? Una BombaCarta?». Da qui il nome di quello che poi divenne l'associazione che oggi, a quasi 18 anni di distanza, è diffusa un po' in tutta Italia (e anche in Romania). Sì, perché il buon Spadaro non si fermò alla raccolta dei componimenti creativi ma convocò una prima riunione degli autori e di chiunque fosse interessato e al primo incontro si presentarono in più di quaranta. Quaranta “ladroni”, cioè innamorati, appassionati di poesia e creatività, e ancora oggi è così: amore e furto, passione e partecipazione.
Fin dal sottotitolo, definite BombaCarta «esercizio e riflessione sull'esperienza creativa». Può spiegarci come questo, che rappresenta un vero e proprio proposito, si traduce nell'esperienza quotidiana di BombaCarta?
L'espressione del sottotitolo forse rivela la natura gesuitica del fondatore. I gesuiti infatti seguono le indicazioni di S. Ignazio di Loyola contenuti negli “esercizi spirituali” e tutto il metodo ignaziano è basato sul paradigma del triplice movimento esperienza-riflessione-azione. C'è da dire che BC in tutti questi anni è cambiata spesso e continua a farlo, è il segreto della sua vitalità. Sempre sul punto di conflagrare o esaurirsi, BC ancora vive e questo avviene per la sua capacità di rinnovarsi. In tutta questa continua mutazione, legata innanzitutto al mutare delle persone che vi partecipano, BC ha tenuto questo come punto fermo: fare “esercizio”, cioè gustare insieme il testo (dove per “testo” si intende non solo la letteratura e la poesia, ma anche il cinema, la musica, il teatro...) e poi riflettere, sempre insieme, sull'esperienza vissuta, magari provando a fare esercizi, anche creativi su quel testo. Un esercizio creativo è ad esempio la connessione che noi operiamo costantemente tra le varie forme artistiche: scegliendo un tema, come facciamo nei nostri incontri di “Officina” (il termine indica proprio questa dimensione di esercizio, di operatività concreta, mai aridamente intellettualistica), lo si sviluppa mostrando come le diverse arti hanno incarnato e rappresentato questo tema. La connessione crea una “fusione” che non è mai “fredda”. L'approccio all'arte, così come avviene nei nostri incontri mensili delle Officine, non è mai concettuale ma “dal basso”, innanzitutto come qualcosa da “gustare”, di cui godere insieme, e poi scatta la riflessione sempre in comune, aperta al confronto. Niente accademia ma scommettere sul fatto che quel piacere solitario che l'arte reca con sé può diventare una gioia condivisa.
L'inizio del vostro Manifesto recita: «BombaCarta nasce come una rete di rapporti tra persone e non un luogo asettico di apprendimento passivo». In quale misura Internet interagisce in modo proficuo con questo concetto di rete e di apprendimento non passivo?
Dalla mia risposta precedente si può intuire il significato della frase citata dal Manifesto. Rispetto a Internet c'è da dire che la Rete ha accompagnato sin dall'inizio l'avventura di BC. E nel1998 questo affidarsi alla Rete non era una cosa molto comune. BC ha avuto sin dall'inizio un sito (un blog) e una mailing list dove i soci potessero scambiare testi, critici o creativi, in un confronto schietto e serrato. Anche qui l'evoluzione è stata ed è continua, sia del blog che della mailing list (che oggi sono più di una) che rimangono però un elemento fondamentale dell'esperienza di BC. È l'idea stessa di Rete che si sposa perfettamente con questa esperienza. La rete è quasi invisibile, solo i nodi si notano e sono quei pochi punti fermi che esistono sin dall'inizio: condivisione, passione, apertura, confronto, tutto in modo attivo e non passivo, dal basso e non dall'alto... Per il resto BC è una rete a tutti gli effetti, non a caso in questi quasi 18 anni si è diffusa in tutta Italia, da Trento a Palermo, da Genova a Reggio Calabria, da Urbino a Taranto, da Varese a Messina… fino a Targu Mures in Romania. È una realtà snella BC, molto poco strutturata, basta essere appassionati dell'arte e dell'espressione creativa in senso lato e basta aver incrociato e condiviso la storia di BC per farne parte, non serve altro. È snella ma appunto solida, con pochi punti fermi, che resistono.
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Il blog è soltanto un aspetto delle attività di BombaCarta, dato che la maggior parte dei vostri interventi si svolge offline, a contatto diretto con appassionati di lettura e scrittura. Ci racconta le ragioni di questa scelta? E qual è il valore aggiunto di tale approccio?
Non c'è una vera e propria “scelta” dall'alto, che oggi relega il blog a essere solo uno degli aspetti delle attività di BC, che si esprime soprattutto negli incontri diretti delle Officine e dei Laboratori. È un po' come per il nome dell'associazione: non parlerei di “scelta”, ma di “storia”. I due presidenti di BC, Antonio Spadaro dal 1998 al 2009 e poi il sottoscritto, più che “guidare”, accompagnano questa storia, vivacizzandola ma non dirigendola come se ci fosse un disegno chiaro e predefinito. Non sappiamo dove porterà questa storia, non lo si sapeva all'inizio, non lo si sa oggi, dopo quasi 18 anni. Questa “debolezza”, come anche la snellezza-debolezza organizzativa (non ci sono fondi in BC, anche l'iscrizione non c'è, la quota di 10 euro è lasciata come libera offerta), è in realtà la forza di BC, il fattore che ha determinato la sua longevità, quando invece altre realtà del campo letterario, magari più “forti” non hanno vissuto così a lungo. In particolare il blog ha conosciuto anni di grande attività e periodi meno “intensi”. Ripeto: BC ha e soprattutto è una storia, una storia di persone umane che si riuniscono, si confrontano, si avvicendano, cambiano… e BC segue questo percorso, magari tortuoso, a volte oscuro, ma resistente. C'è da chiedersi come mai ci sia questa tenacia. Forse tutto questo rivela qualcosa dell'essenza di ciò che noi chiamiamo “uomo”, forse. Ogni tanto me lo chiedo anch'io. BC è un po' un miracolo, parola che nel Vangelo è chiamata anche “segno”: BC come segno di qualcosa. Cosa? Ancora non mi è chiaro; ed è un bene che sia così, finché tutto questo non è del tutto chiaro, BC avrà un futuro.
I vostri interventi offline sono sempre orientati alla condivisione di conoscenze e alla costruzione comune di un percorso critico, anche quando si parla di letteratura. È ancora possibile, in letteratura, un approccio critico?
La letteratura è per sua essenza fonte di criticità, direi di crisi. Se mancasse questo approccio critico che senso avrebbe la letteratura? Qui mi piace la distinzione di Chesterton: la letteratura forse è un lusso, ma la narrativa è una necessità. Allora chiamiamola narrativa e diciamo: la narrativa è un'esigenza per l'uomo che prima di essere homo sapiens, per diventare homo sapiens, è innanzitutto homo narrans. Questa capacità narrante dell'uomo genera la capacità critica. Le due dimensioni (creativa e critica) in BC non sono mai separate, vivono insieme, una dell'altra. Non a caso a fianco alla mailing list “storica” di BC, quella creativa, è nata, ormai da anni, la lista “riflessi” che appunto mette in contatto i “bombers” di tutta Italia in questo campo della riflessione e della critica.
Tra i tanti laboratori attivi, spicca il Laboratorio di lettura O’Connor. Cos'è la lettura per BombaCarta?
Il Lab.O'Connor è il primo-nato e il prototipo di tutti gli altri laboratori di BC. Parte dalla constatazione che arte e vita non sono scisse. E quindi la lettura non è un esercizio di bella dizione (anche se anni fa c'era un corso di dizione dentro BC) ma un corpo a corpo serrato con i testi alla ricerca di significati possibilmente non superficiali. Superando magari la frontiera del piacere personale per aprirsi alla gioia condivisa, all'incontro (e scontro) con gli altri, al confronto sincero. Dove chi si confronta non siamo noi, ma noi con il nostro testo, sono i testi a confrontarsi: a noi piace ascoltare la voce degli autori, e proviamo a spegnere per una volta la voce del nostro ego. Un esercizio contro il narcisismo potrebbe essere definito il laboratorio O'Connor. Ovviamente l'impresa è ardua e mai raggiunta del tutto, ma ci proviamo, da anni. E con soddisfazioni: la formula del laboratorio si è estesa un po' dappertutto ed è stata applicata anche alle altre discipline artistiche, dalla letteratura al cinema, alla musica... Una lettura orizzontale e aperta al confronto, appunto all'incontro con l'altro. Forse sta qui l'origine del suo successo.
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