“I nuovi poteri forti” che pensano per noi, di Franklin Foer
Google, Apple, Facebook e Amazon. I quattro colossi sotto giudizio e accusa da parte di Franklin Foer (corrispondente del «The Atlantic») nel suo saggio I nuovi poteri forti (edito da Longanesi nella traduzione di Matteo Camporesi). Perché quando è la libertà di azione, pensiero, informazione e privacy a essere in pericolo, non c’è successo, progresso o interesse economico che tenga. E quando il potere è forte, ma si esprime in maniera sottile, subdola e non trasparente, bisogna essere scaltri e attenti abbastanza nel riuscire a mantenere vivi alcuni ideali e valori irrinunciabili che rischiano di essere minati, come la capacità introspettiva e l’autonomia di pensiero. Foer, nel suo brillante saggio, si batte per questo sogno d’indipendenza e autenticità, in un mondo controllato da “giganti” che spingono verso l’omologazione e la conformità estrema.
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Dall’avvento dei computer e di Internet l’avanzata tecnologica è stata sconcertante e ha preso pieghe inimmaginabili quanto a impatto sociale nella vita di tutti i giorni. Negli ultimi venti anni ciò ha portato inevitabilmente a un cambiamento radicale rispetto alle tradizionali forme d’informazione e conoscenza. Ci affidiamo ciecamente a Google per qualunque nostra ricerca, per ottenere qualunque informazione. Dove sono finiti tutti gli altri motori di ricerca? Lo stesso avviene per gli acquisti online, dove Amazon ha di gran lunga spodestato ogni altro concorrente. La Apple diventa segno di garanzia e detiene il primato nel settore tecnologico, mentre ci affidiamo a Facebook e Instagram per delineare la nostra immagine perfetta, socializzare e seguire ciò che più “ci piace”. Ci siamo mai chiesti, in tutto questo, se la nostra persona e quella altrui (con tutto ciò che questo implica in quanto a desideri, principi, aspettative, diritti, doveri) viene rispettata? Ci siamo chiesti dove vanno a finire tutti i nostri dati personali? Ci siamo mai domandati in che modo questi “poteri forti” sono arrivati a dominare incontrastati? Quali princìpi li hanno portati al successo e li stanno sostenendo? Se viene tutelata la correttezza riguardo a privacy, diritti d’autore, tasse da pagare, rispetto verso la concorrenza?
La realtà è che oggi e sempre più ci affidiamo ciecamente a questi nuovi “poteri forti” e lasciamo, in qualche modo, che “pensino per noi”. Siamo degli illusi, ci ammonisce Foer, se pensiamo davvero che il loro scopo sia rendere più accessibile l’informazione, la comunicazione e il sapere. Questa meccanizzazione, questi algoritmi non fanno altro che orientarci verso un sapere mirato, fugace, che ha poco di pensato, singolare, autonomo e qualitativo. Con la pretesa annunciata di “democratizzare la conoscenza” e l’informazione, queste aziende procedono a scardinare i valori tradizionali ai quali i giornali cartacei erano legati. Invece che rendere più accessibile al lettore un tipo d’informazione vasta e aperta, ci proiettano verso un tipo d’informazione filtrata, guidata. Non essendoci concorrenza, non c’è possibilità di differenziazione. Attraverso i loro algoritmi, questi siti possono arrivare a comprendere ciò a cui siamo interessati, monitorare i nostri clic per proporci ciò che già siamo intenzionati a cercare. Invece che ampliare la nostra conoscenza, la canalizzano e la direzionano. Invece che proporci alternative, continuano a darci in pasto ciò che vogliamo leggere. La mancanza di alternative genera l’impossibilità dell’agire attraverso il “libero arbitrio”, la difficoltà di formarsi uno spirito critico. Senza contare che tutti i nostri dati personali sono a loro disposizione, e non abbiamo modo di controllarli.
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Mostrandoci il processo di nascita e affermazione di questi quattro poteri, delineando con chiarezza e precisione tutte le dinamiche in cui sono stati e sono tuttora coinvolti, i nomi e le storie dei fondatori, i loro obiettivi, le loro azioni, i luoghi, Foer confeziona un saggio che ci permette di essere osservatori diretti di ciò che Facebook, Google, Amazon e la Apple fanno e rappresentano. E solo sbirciando dal di dentro questo mondo possiamo veramente realizzare i rischi e convenire con l’autore. È la sua esperienza diretta a diventare la chiave di questo libro: il lettore non può restare inerte, si sente chiamato in causa. Un saggio, quello di Foer, che ci guida passo passo verso la graduale presa di consapevolezza di cosa significhi “monopolio” nel mondo della tecnologia e del web. I nuovi poteri forti non è solamente un libro accurato nella disamina della storia dell’affermarsi dei giganti della Silicon Valley, analizzando passato e presente, ma ci apre anche gli occhi sul futuro, sulla questione del dove siamo destinati a finire, se non ci sarà un’inversione di rotta. Siamo diretti verso una “schiavitù di pensiero”, dalla quale è difficile, ma possibile, uscire. Ci si può sottrarre dai monopoli, ed è esattamente ciò che Foer ci invita a fare: ragionare con la propria mente, prediligere la qualità, perseguire ciò che è giusto ed etico. La velocità non è sinonimo di qualità. La comodità non è sinonimo di ragionevolezza e capacità di riflessione. L’efficienza non è sinonimo di libertà. Foer vuole metterci in guardia dal rischio di risultare assuefatti a tal punto dai meccanismi che i nuovi poteri forti inculcano, da dimenticare ciò che ha valore sopra ogni cosa: la cultura, la libertà, l’etica.
Per la prima foto, copyright: Micaela Parente.
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