I manoscritti di Timbuctù in pericolo a causa della guerra in Mali
Poche settimane fa abbiamo saputo dell’intervento francese in Mali, dopo le proteste nel nord del Paese che avevano portato a forti tumulti sociali e istituzionali nel territorio di Azauad. Il 9 gennaio 2013, attraverso un discorso pubblico alla nazione, il Presidente maliniano Dioncounda Traoré ha dichiarato di avere chiesto un intervento aereo francese per fronteggiare i ribelli jihadisti.
In pochi giorni, sotto l’egida delle risoluzioni dell’ONU, l’aviazione francese ha iniziato a bombardare i territori nei pressi di Sevaré. A poche centinaia di chilometri, all’interno dell’area delle operazioni belliche, si trova la mitica Timbuctù, patrimonio dell’umanità e sede dei celebri manoscritti islamici di Timbuctù del medioevo africano.
Nel mese di gennaio molti erano col fiato sospeso perché si pensava che il gruppo fondamentalista Ansar Dine avesse preso di mira anche i manoscritti. Infatti il 5% è andato distrutto da incendi dolosi.
Georges Bohas, un accademico francese di Lione, esperto di testi di lingua araba, ha spiegato in una recente intervista che le biblioteche di Timbuctù sono di due tipi: piccole e grandi. Fra le più grandi c’è Ahmed Baba Institute, una biblioteca che conserva circa 30.000 manoscritti antichi, 9.000 dei quali catalogati, oppure Mamma Haidara con 45.000 manoscritti, dei quali 6.000 catalogati.
Soltanto nella biblioteca Mamma Haidara sono presenti almeno 30 romanzi, un patrimonio unico pressoché ancora inesplorato, perché mai catalogato, tradotto e condiviso. Bohas ha dichiarato: «Stavo osservando un manoscritto quando ho intuito che era un romanzo del filone noto come romanzi alessandrini». Una collezione di testi datati fra il III e il XVI secolo che narrano le gesta di Alessandro Magno.
Per fortuna, nonostante le operazioni militari, non poche fondazioni e gruppi legati ad alcune università stanno cercando di salvare i manoscritti di Timbuctù, inclusi direttori di biblioteche e appassionati a questo inestimabile patrimonio culturale ora purtroppo minacciato dalla stupidità degli uomini. Ci sono molti modi per affrontare la guerra, a volte anche con creatività, e non dimentichiamo che gli archivi e le biblioteche sono il nostro dna spirituale che vive nel tempo.
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