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I fantasmi pop della cultura americana. “L’uomo visibile” di Chuck Klosterman

I fantasmi pop della cultura americana. “L’uomo visibile” di Chuck KlostermanChuck Klosterman è più conosciuto come critico musicale e della cultura pop che come romanziere. Minimum Fax ha qualche anno fa ripubblicato il suo reportage Morire per sopravvivere – Una storia vera all’85%, un libro che incrocia le morti illustri della storia del rock con la vita del giornalista. Qualche mese fa Alter Ego edizioni pubblica un romanzo di Klosterman che negli Stati Uniti è apparso quasi dieci anni fa; si tratta de L’uomo visibile (traduzione di Leonardo Taiuti).

L’organizzazione del testo indica già una struttura meta-narrativa: è una miscellanea di trascrizioni di sedute psicanalitiche, di e-mail, di note e appunti, di altre appendici, tutte redatte dalla stessa fonte. Un testo dove sono presenti un numero anche indefinito di scatole narrative, di piccoli racconti in qualche modo indipendenti tra di loro, ma legati al protagonista della storia. La psicologa Victoria Vick registra le sue sedute con un’identità misteriosa che nel romanzo viene chiamata Y___. L’uomo ha l’abitudine di entrare nelle vite delle altre persone, addirittura nelle case della gente, rendendosi invisibile. Il suo scopo è quello:

«di scoprire la verità sulla natura umana… Già nei miei primi ricordi ci sono io che fisso le persone e mi domando chi siano davvero. Guardavo mia madre, per esempio, e mi chiedevo chi fosse e che cosa provasse veramente, in che modo la sua visione del mondo mammacentrica fosse paragonabile alla mia.»

 

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I fantasmi pop della cultura americana. “L’uomo visibile” di Chuck Klosterman

Per tutta la vita non gli è mai interessato socializzare con nessuno, né farsi degli amici, anche se a scuola gli piacevano molto i pettegolezzi:

«Che posso dire, Victoria? Sono un pettegolo. Non lo nego. Volevo esserlo e lo sono stato. Ma ciò che volevo davvero era sapere. Volevo che le maldicenze fossero verificate o confutate. Perché insomma, come pretendevano che mi relazionassi con quelle persone, se neanche sapevo chi erano davvero?»

 

Y___ si descrive come uno ex scienziato che ha sottratto all’amministrazione una specie di abito, una tuta con la quale si rende invisibile al prossimo, così da scoprire quello che le persone, soprattutto i single, fanno veramente all’interno delle loro case.Le vite solitarie sono quanto di più anti-cinematografico possa esserci:

«molto spesso i single non fanno un accidente. Non muovono un muscolo per tutta la sera. Si mettono a sedere in poltrona e guardano la televisione, punto. Credo di aver guardato più televisione io di chiunque abbia mai incontrato, e neanche ce l’ho, la televisione. Programmi orrendi, programmi niente male. Tornei di golf a Cancun, C-SPAN. Ore e ore di Oprah. Law & Order: ah, le persone sole adorano Law & Order, non mi chieda perché.»

I fantasmi pop della cultura americana. “L’uomo visibile” di Chuck Klosterman

Naturalmente i tipi “eccentrici” riescono ad affascinare e a rendersi attraenti, così su pressione di Victoria che non ha ancora deciso se credere o meno alle sue parole, accetta d’incontrarla nel suo studio. Comincia quindi “la seconda presentazione” dell’uomo misterioso:

«Era un uomo. Strano, se vogliamo, ma nient’altro. Era alto ed era magro. Cadaverico. Sul metro e novantacinque, metro e novantotto direi, ma non superava gli ottanta chili. Testa e collo insieme ricordavano un lecca-lecca. Il cranio era rasato a pelle, ma vedevo un’ombra di ricrescita. Iniziava a stempiare… Aveva le braccia scolpite e lunghe in modo innaturale. Il naso era grande, così come il pomo d’Adamo e le orecchie. I denti scheggiati e gialli. Ichabod Crane, ho pensato lì per lì.»

 

Ichabod Crane è il personaggio principale de La leggenda di Sleepy Hollow di Washington Irving, uno dei racconti leggendari della letteratura americana (dalla storia ha tratto un film anche Tim Burton).

 

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Tutto il romanzo di Klosterman, anche a dieci anni distanza, sembra una shaker abbastanza riuscito di molte cose: quello che viene chiamato gonzo journalism, le storie di H. G. Wells, un pizzico non troppo problematico di Foster Wallace, i romanzi di Philip Dick, un agile saggio di musica pop (su tutti i Beatles, ma nella lista sono presenti anche i Rush, modelli musicali per un adolescente solitario indagato dall’uomo misterioso), le commedie di Nora Ephron (sebbene Y__ avesse dichiarato a Victoria di voler evitare proprio quelle atmosfere), e per finire anche un pizzico, non horror, di Hannibal. Una lettura divertente e con la capacità di far riflettere sulle dinamiche nevrotiche della nostra società.


Per la prima foto, cottonbro da Pexels.

Per la terza foto, la fonte è qui.

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