I colori come non li avete mai visti
Le vite nascoste dei colori è il nuovo libro di Laura Imai Messina pubblicato da Einaudi lo scorso giugno. La copertina è un’illustrazione di Barbara Baldi del Progetto Grafico: Bianco, nel quale è raffigurato, su uno sfondo bianco come il kimono di una sposa, una donna dai tratti asiatici con un rossetto rosso,sui toni del cremisi, che richiama il titolo. L’iniziale accostamento di colori già dimostra a primo impatto quanto questa storia sarà delicata e intensa per il lettore.
Il romanzo intreccia le vicende della vita di due personaggi: Mio e Aoi. Vengono presentati agli occhi del lettore come due persone totalmente diverse. Mio è una giovane donna che ha trascorso la sua infanzia tra i colori dei kimoni nuziali creati a mano e venduti dalla sua famiglia. Lo sguardo di Mio ha l’abilità di cogliere ogni minima sfumatura di colore, alcune impercettibili agli occhi delle altre persone. Aoi invece è cresciuto in una famiglia che si occupa di prendersi cura dei defunti. In lui cresce un forte desiderio per la vita, per il calore dei corpi, e soprattutto dal padre eredita la passione per le piante e il giardinaggio.
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Due vite, che sembrano essere agli antipodi, vengono intrecciate dalla scrittrice con un colpo di scena che lascerà il lettore senza fiato.I due personaggi sembrano essere delle rette parallele che in alcuni casi però si sovrapporranno come spiega il personaggio di Mio.
Mio visualizza le persone in amore come due rette – «Per l’esattezza, erano due linee che partivano da versanti opposti del mondo. Capitava, continuò Mio, che in un punto grosso modo a metà quelle due rette si incontrassero e procedessero vicine, toccandosi anche diverse volte. Più di rado- anzi, era proprio un’eccezione- accadeva un collidere o un sovrapporsi. Così quelle linee partite ai lati inversi dell’universo, non solo s’incontravano in mezzo, ma procedevano l’una sull’altra.»
Il libro è diviso in tre parti, a ciascuna delle quali è assegnata una sfumatura di colore particolare:
Prima parte – Grigio cenere e rosa ciliegio
Seconda parte – Blu ripostiglio
Terza parte – Color sguardo furtivo a una brocca
Nella prima parte si viene immersi nell’infanzia dei due protagonisti, in particolare il lettore inizia a osservare il mondo con gli occhi di Mio, per cui ogni oggetto, ogni persona e ogni paesaggio sarà descritto minuziosamente attraverso sfumature di colore mai notate prima. Mio possiede infatti un taccuino, sul quale annota i colori delle persone:
«Ikeda-san nel modo in cui la annotò Mio sul suo taccuino
Ikeda-san: GIALLO MIMOSA e MARDONÉ. Si aggiungono sfumature di BENGALA quando guarda la figlia e di CURCUMA quando serve la clientela. L’anima bengala è in superficie, l’anima curcuma la tiene nascosta.»
Aoi ha un’infanzia più difficile in quanto il lavoro dei genitori viene visto come un serpente che vuol far fortuna con lo spegnersi di vite umane. Lui e il padre per esternarsi da quella realtà creano insieme un mondo esclusivamente fatto per loro, in cui coltivano la passione per il giardinaggio. Aoi impara già da bambino la difficoltà del lavoro del padre di accompagnare i parenti dei defunti nel buio di un giorno doloroso, ma attraverso le piante riscopre anche l’importanza della pazienza e di lasciar al tempo l’arduo compito di guarire le persone, almeno in parte.
«Tra quanto spuntano i pomodori?» [..]
«Lo abbiamo appena messo nella terra, serve tempo».
«Domani?»
«Serve tempo».
«Che devo fare?»
«Puoi dare l’acqua, puoi far sì che il sole arrivi bene, ma poi devi aspettare- concludeva l’uomo. Tu fai certe cose, il tempo fa il resto.»
«E poi?»
«E poi niente. Basta aspettare».
Nella seconda parte le vite dei due giovani si scontrano quasi per caso e si assapora la bellezza degli inizi, dei primi incontri e dell’amore insaziabile. Nella terza parte, la storia diviene più densa di significato, non si è più cullati dalla leggerezza dell’infanzia e dai colori dell’amore, ma ci si ritrova ad affrontare un mondo difficile, carico di dolore e sofferenza.
«Se non tolleri che tutto finisca, - concluse lui – come puoi accettare che inizi?»
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Sullo sfondo delle città di Tōkyō e Kamakamura il lettore si interroga con Mio e Aoi sul senso della nostra esistenza, «come corpi caldi», che vivono questo mondo. La vita con le sue passioni e la morte con la sofferenza non sono altro che due colori opposti che si completano, l’uno non può esistere senza l’altro «poiché ogni colore è veduto più distintamente quando è opposto al suo contrario anziché a qualsiasi altro suo simile».
Per la prima foto, copyright: Alexandre Chambon su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
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