I capolavori strappati a Ravenna
È stata inaugurata il 16 febbraio la mostra L’incanto dell’affresco. Capolavori strappati da Pompei a Giotto, da Correggio a Tiepolo allestita presso il Museo d’Arte della città di Ravenna (Mar) fino al 15 giugno; l’esposizione, a cura di Claudio Spadoni, è realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
Tutti sanno che un affresco è una pittura eseguita sull’intonaco appena steso, cioè fresco, con colori ad acqua di origine vegetale, che asciugando si fissano in modo da resistere all’azione del tempo. Quello che forse non tutti sanno è che, fin dall’antichità, sono state studiate tecniche per staccare successivamente gli affreschi dai muri: risalgono ai tempi di Vitruvio e di Plinio le prime operazioni di distacco, rimuovendo le opere insieme al pezzo di muro di sostegno e ottenendo il cosiddetto “massello”. Così giunsero a Roma molti dipinti, altrimenti inamovibili, provenienti dalle terre conquistate.
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Il metodo fu riutilizzato a partire dal Rinascimento, ma a metà del Settecento fu sostituito dalla più pratica tecnica dello strappo, che tramite un collante permetteva di strappare solo lo strato superficiale degli affreschi e trasferirli su una tela: una rivoluzione nel campo del restauro e della conservazione, ma anche del collezionismo. Le più belle pitture murali dell’antichità sono state così trasferite da Pompei ed Ercolano al Museo di Portici, e molti capolavori strappati dagli edifici sacri e dai palazzi pubblici e privati che li accoglievano da secoli, per essere collocati nelle quadrerie e nelle gallerie nobiliari in Italia e in Europa: alle esigenze conservative si aggiungevano spesso le mire dei collezionisti. Anche i danni prodotti dalla seconda guerra mondiale hanno incrementato il distacco degli affreschi, per proteggerli meglio in caso di calamità.
Protagonisti della mostra di Ravenna sono più di un centinaio di capolavori, sia trasportati a massello, sia strappati e poi fissati ad altri supporti fra la seconda metà del Cinquecento e gli anni ottanta del Novecento, per la prima volta riuniti tutti insieme, in un percorso affascinante che comprende opere dei maggiori pittori italiani.
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