I 16 siti Unesco meno famosi d'Italia
Potrà sembrare strano un elenco dei 16 siti Unesco meno famosi d’Italia dal momento che il nostro Paese detiene, con 50 siti, il primato mondiale della maggior presenza nella lista dei Patrimoni dell’Umanità.
Dedicarci ai siti Unesco meno famosi, però, è un modo per dire che la presenza non basta, bisogna anche trovare il modo di saper valorizzare al meglio questi siti, come strategia per incrementare la vocazione turistica dell’Italia.
Vediamo, dunque, insieme, quali sono i 16 siti Unesco meno famosi d’Italia:
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1. Arte Rupestre della Val Camonica
Iscritto nella lista Unesco nel 1979 con 140.000 incisioni rupestri, risalenti a circa 8.000 anni fa e raffiguranti scene legate al mondo dell’agricoltura, della navigazione, della guerra e della magia. Attualmente, dopo ulteriori ricerche che hanno condotto a nuovi ritrovamenti, le iscrizioni ammontano a più di 200.000, e sono presenti su oltre 2.400 rocce in 24 comuni della Val Camonica, in provincia di Brescia, che ha saputo concretizzare ben 8 parchi attrezzati per le visite. Secondo l’Unesco, le iscrizioni della Val Camonica rappresentano una documentazione straordinaria dei costumi e della mentalità del mondo preistorico, e hanno offerto un contributo considerevole agli studi sulla preistoria, con riferimento anche alla sociologia e all’etnologia.
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2. Crespi d'Adda
La piccola frazione del comune di Capriate San Gervasio, in provincia di Bergamo, ospita il villaggio costruito a partire dal 1875 dall’architetto Ernesto Pirovano e dall’ingegnere Pietro Brunati per volere di Cristoforo Benigno Crespi, al fine di dare alloggio agli operai che lavoravano nell’azienda di famiglia, operante nel settore tessile cotoniero. Il villaggio, inserito nella lista Unesco nel 1995, rappresenta un esempio all’avanguardia di attenzione allo stile di vita degli operai in quanto, oltre alle abitazioni per le famiglie, era fornito di un ospedale, una chiesa, una scuola e un cimitero, ma anche di un teatro e un campo sportivo, per il tempo libero.
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3. Castel del Monte
Il castello, fatto costruire in Puglia da Federico II di Hohenstaufen nel 1240, è diventato Patrimonio Unesco nel 1996. Con la sua pianta ottagonale, rappresenta una perfetta integrazione di elementi culturali del Nord Europa, del mondo islamico e dell’antichità classica, ponendosi come un capolavoro di architettura militare, capace di farsi portavoce dell’umanesimo dello stesso Federico II.
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4. Residenze Sabaude
Incluse tra i siti Unesco nel 1997, le residenze della casa reale dei Savoia, collocate a Torino e dintorni, rappresentano un esempio concreto dell’architettura europea tra il XVII e il XVIII secolo, espressione autentica di tutti i simboli della monarchia assoluta. Tra i siti inclusi vi sono il Palazzo Reale di Torino, Palazzo Madama, Castello del Valentino, la Reggia di Venaria Reale e il Castello Reale di Racconigi.
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5. L'Orto botanico di Padova
Costruito nel 1545, è considerato Patrimonio dell’Umanità dal 1997 perché ritenuto «all'origine di tutti gli orti botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la natura e la cultura. Ha largamente contribuito al progresso di numerose discipline scientifiche moderne, in particolare la botanica, la medicina, la chimica, l'ecologia e la farmacia». Fu, infatti, il primo orto botanico del mondo, a pianta centrale circolare, simbolo del mondo, circondato da un anello d’acqua.
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6. La Villa Romana del Casale di Piazza Armerina
Inclusa tra i siti dell’Unesco nel 1997, si tratta di una dimora rurale romana databile nel periodo che va all'incirca dal 320 al 370 d.C.. Ritrovata a Piazza Armerina, in provincia di Enna, nel 1950, è un tipico esempio di come i Romani sapessero valorizzare il paesaggio della campagna. La villa è una delle più lussuose nel suo genere, grazie alla quantità e qualità dei mosaici pervenuti fino ai nostri giorni.
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7. Villaggio Nuragico di Barumini
Su Nuraxi è il villaggio nuragico più grande della Sardegna e del mondo, risalente al II millennio a.C., nell’età del bronzo. A seguito della minaccia cartaginese, fu esteso e rafforzato nella prima metà del I millennio a.C.. È incluso tra i siti Unesco dal 1997.
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8. Centro Storico di Urbino
Il centro storico di Urbino, considerato Patrimonio dell’Umanità a partire dal 1998, rappresenta un esempio tipico dell’architettura rinascimentale e il simbolo della capacità attrattiva che la città seppe giocare in Italia e in Europa nel XV secolo, nel breve periodo della sua supremazia culturale.
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9. Zona Archeologica e Basilica Patriarcale di Aquileia
Fondata dai Romani nel 181 a.C., fu una delle città più importanti dell’Antico Impero Romano ed è l’esempio più completo di una città dell’antica Roma nella zona del Mediterraneo. Con l’avvento del Cristianesimo, divenne centro di organizzazione ecclesiastica, con la costruzione della Basilica patriarcale, conclusa nel 1031. È considerata Patrimonio dell’Umanità dal 1998.
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10. Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia
Sono nove strutture religiose situate in Italia settentrionale, databili tra il XVI e il XVII secolo e consacrate a diversi aspetti della fede cristiana. Secondo l’Unesco, che dal 2003 li considera patrimonio dell’umanità, «i Sacri Monti dell’Italia settentrionale rappresentano la riuscita integrazione tra architettura e belle arti in un paesaggio di notevole bellezza realizzati per ragioni religiose in un periodo critico della storia della Chiesa Cattolica».
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11. Monte San Giorgio
Il Monte San Giorgio, con i suoi 1.097 metri sul livello del mare, sorge al confine tra la Svizzera e la Lombardia. Proprio per questo motivo, il riconoscimento dell’Unesco è arrivato in due tempi: nel 2003, per la parte ricadente in territorio svizzero; nel 2010, per la parte in territorio italiano. Monte San Giorgio, con la sua forma piramidale, è la migliore area geologica per lo studio della vita marina nel Triassico medio, cioè 230-245 milioni di anni fa, grazie alle migliaia di fossili rinvenuti.
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12. Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica
Considerata Patrimonio dell’Umanità dal 2005, «l’area Siracusa-Pantalica offre, attraverso la sua straordinaria diversità culturale, una eccezionale testimonianza dello sviluppo della civilizzazione di oltre 3 millenni», imponendosi come un’importante testimonianza delle culture del Mediterraneo nel corso dei secoli.
13. La ferrovia retica nel paesaggio dell'Albula e del Bernina
La Ferrovia Retica nasce dall’unione di due linee ferroviarie, l’Albula (completata nel 1903) e la Bernina (ultimata nel 1910). L’Albula è una tradizionale ferrovia di montagna per treni a vapore; la Bernina, invece, è la tratta della trasversale alpina più alta di tutta Europa ed una delle ferrovie ad aderenza naturale più ripide al mondo. Fu iscritta nella lista Unesco nel 2008 perché «costituisce uno straordinario insieme tecnico, architettonico e ambientale […] La Ferrovia Retica rappresenta un modello di armonia estetica con il paesaggio che attraversa».
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14. I longobardi in Italia. Luoghi di potere
Non un solo sito, ma un insieme di monumenti costruiti dai Longobardi, e testimonianza della «sintesi culturale ed artistica che ebbe luogo in Italia dal VI all’VIII secolo tra la tradizione romana, la spiritualità Cristiana, le influenze bizantine e i valori mutuati dal mondo germanico». Inclusi nella lista Unesco nel 2011, i siti più rappresentativi del Longobardorum Imperium sono:
· Il tempietto Longobardo a Cividale del Friuli (UD)
· Il complesso monastico di San Salvatore – Santa Giulia (BS)
· Il castrum di Castelseprio – Torba (VA)
· Il tempietto del Clitunno a Campello (PG)
· La basilica di San Salvatore a Spoleto (PG)
· La chiesa di Santa Sofia (BN)
· Il santuario Garganico di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG)
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15. Siti palafitticoli preistorici delle alpi
I siti Unesco in questione fanno parte di un’area transnazionale, che abbraccia anche Svizzera, Slovenia, Germania, Austria e Francia, oltre all’Italia, in cui le aree archeologiche sono dislocate in Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Selezionati nel 2011, i siti rappresentano «una delle più importanti fonti archeologiche per lo studio delle prime società agrarie in Europa tra il 5000 e il 500 a.C.», offrendo anche «una visione straordinaria e dettagliata sull’assetto insediativo e territoriale delle comunità preistoriche».
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16. Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato
È il sito patrimonio dell’umanità più recente per l’Italia, essendo stato selezionato nel 2014. Comprende le Langhe, il Roero e il Monferrato, situate nelle aree vitivinicole del Basso Piemonte. Nell’area è presente anche il Castello di Cavour, nome emblematico sia per lo sviluppo dei vigneti sia per la storia d’Italia. Il distretto era noto già nel Vsecolo a.C., quando il Piemonte era un luogo di contatto e di scambio tra gli Etruschi e Celti. Durante l'impero romano, Plinio il Vecchio menziona il Piemonte come una delle regioni più favorevoli per la coltivazione di vigneti.
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