“High & Dry. Primo amore” di Banana Yoshimoto
«Il mondo è come un palloncino pieno di cose che non si vedono.
Per questo voglio aprire il mio cuore a tutto, e non soltanto agli esseri umani.»
(Banana Yoshimoto, High & Dry. Primo amore, Feltrinelli 2011)
Sensibile oltre ogni misura, la quattordicenne Yuko riesce a vedere al di là della realtà che la circonda, sa penetrare nel cuore delle cose e riesce a percepirne l’essenza; Ma proprio questa capacità, che la rende speciale, è motivo di isolamento.
Yuko preferisce la solitudine piuttosto che circondarsi di amicizie vane basate su motivi puramente opportunistici.
L’unico legame veramente autentico è quello con la madre, reso così forte anche a causa dell’assenza del padre che vive all’estero per lavoro. Questa situazione causa forti turbamenti alla ragazzina che soffre molto per la lontananza del padre e teme che possa costruirsi un’altra vita senza di loro.
La passione di Yuko è il disegno, grazie al quale riesce ad esprimere la sua sensibilità e a dare forma ai suoi sentimenti. Proprio durante una lezione nella scuola di disegno, tra Yuko e Kyu, il maestro con il doppio dei suoi anni, esplode una scintilla improvvisa: entrambi sono dotati di una sensibilità molto sviluppata, che li porta a rifugiarsi in un mondo immaginario.
Per Yuko, questo è l’inizio di sentimenti nuovi: pensava di essere l’unica a vedere oltre il mondo materiale e, invece, per la prima volta riesce a condividere con qualcuno la sua abilità.
Banana Yoshimoto presenta una storia d’amore tra un maestro e la propria allieva senza cadere nel cliché dell’attrazione dell’adolescente senza una figura paterna che si invaghisce di un uomo adulto. Yuko, infatti, è attratta da Kyu per la sensibilità di quest’ultimo e non per la sua età; i due protagonisti hanno molti tratti in comune e la loro relazione darà modo a entrambi di maturare: anche Kyu, ad esempio, grazie a Yuko, colmerà le lacune del rapporto con la madre.
High & dry. Primo amore non è solo la storia di un primo amore adolescenziale, ma è soprattutto il racconto di un viaggio, che tutti prima o poi dobbiamo compiere: un cammino tra le nostre insicurezze, un percorso che dobbiamo intraprendere tra le paure che non ci permettono di vivere come vorremmo, che non ci consentono di relazionarci agli altri o di aver stima di noi stessi.
È il viaggio di una ragazzina immatura che si trasforma in una giovane donna consapevole di se stessa.
Il romanzo è scorrevole e non molto impegnativo, eppure nonostante la semplicità rivela le ottime caratteristiche di Banana Yoshimoto, che riesce, con toni delicati, ad arrivare dritta al cuore dei lettori, affrontando temi adolescenziali in modo sensibile e quasi mai banale.
Alcuni passaggi possono risultare difficoltosi e alcuni comportamenti innaturali se non addirittura irrazionali, come, ad esempio. la calma con cui le madri dei due protagonisti accettano la loro storia. In particolare il lettore è straniato dal fatto che la madre di Yuko non prenda nessun provvedimento per cercare di impedire la relazione della figlia con il venticinquenne.
L’autrice preferisce soffermarsi sul cambiamento interiore di Yuko piuttosto che costruire una storia densa di avvenimenti; perciò la trama è volutamente sfuggevole, quasi inconsistente, non accadono eventi significativi e il racconto sembra essere un flusso di pensieri che si concentra sull’introspezione della protagonista.
Forse è proprio questo uno degli aspetti più interessanti del romanzo: permettere al lettore di penetrare nei pensieri di Yuko e di scoprirne le debolezze e i punti di forza.
È un libro che può stupire ed emozionare, probabilmente più adatto a un pubblico femminile ma anche a coloro che vogliono immergersi in un mondo fatto di semplicità, di sensibilità e di omini immaginari che saltano fuori dalla pianta “regina della notte”.
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