Herman Melville e Nathaniel Hawthorne furono davvero amanti?
Herman Melville scrisse Moby Dick perché vi fu spinto da una passione per Nathaniel Hawthorne a cui ha dedicato il romanzo? Oppure l’epica caccia alle balene fu ispirata da una relazione con la moglie del suo vicino? Una nuova biografia e un romanzo suggeriscono due diversi scenari, sullo sfondo di una piccola cittadina nel Berkshire.
Melville e Hawthorne: un legame d’amore?
L’ipotesi di una relazione tra Melville e Hawthorne viene riproposta da Mark Beauregard nel recente The Whale: A Love Story (La balena: una storia d’amore), secondo il quale il desiderio di Melville per Hawthorne avrebbe scatenato il fervore creativo che ha poi portato alla creazione della saga della balena bianca.
Lo stesso Beauregard sostiene, dopo aver letto le lettere di Melville a Hawthorne, di essersi sentito come quel tale che inciampa in un segreto nascosto in bella vista. E aggiunge che quando ha letto i passaggi delle lettere di Melville ad alcuni suoi conoscenti, anche loro hanno affermato che si trattava davvero di appassionate lettere d’amore.
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Alcuni studiosi di Melville si sono, però, interrogati a lungo circa la natura della relazione tra questi padri fondatori della letteratura americana, arrivando anche a ipotizzare che tra i due ci fosse qualcosa di più di una bella amicizia e di una reciproca ammirazione, ma non sono mai riusciti a trovare prove certe di una più profonda relazione.
E chi è Sarah Morewood?
La seconda ipotesi in campo, invece, vede un Melville ispirato da Sarah Morewood, che viveva a due passi dallo scrittore, a Pittsfield, Mass.
La relazione tra i due è raccontata in Melville in Love di Michael Shelden, secondo il quale la storia d’amore sarebbe durata per più di dodici anni fino alla morte di Sarah per tubercolosi. La relazione fu una scommessa audace nell’ambiente puritano della Pittsfield del 1850, sostiene Shelden.
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Quando Herman incontrò Sarah, lei era l’inquieta moglie ventiseienne di un ricco uomo d’affari.
Melville, invece, aveva quattro anni più di lei e si era già conquistato una certa reputazione grazie ai romanzi autobiografici sulla sua vita sul mare. Secondo Hershel Parker, autore di un’altra biografia su Melville, lo scrittore era così famoso che il suo matrimonio con la figlia del giudice capo della Corte Suprema del Massachusetts dovette essere celebrato non in chiesa ma in una residenza privata, per paura che la cerimonia fosse assalita dagli ammiratori dello scrittore.
Shelden, che in passato si è occupato anche di Winston Churchill, George Orwell e Mark Twain, rivela che la sua teoria non si basa sulla scoperta di nuove lettere o documenti ma su una lettura diversa di quelli già esistenti: «Il fatto che nessuno abbia preso questa donna sul serio è stupefacente, ma il XIX secolo è pieno di donne straordinarie che non sono state prese sul serio».
I libri e i regali che Melville e Morewood si sono scambiati hanno portato Shelden a credere fermamente in una relazione tra i due. In una lettera, Melville osserva che il solo scrivere il nome di Morewood contribuisce a rendere leggibili gli scarabocchi che di solito compone con la sua pessima calligrafia. Dato il molto tempo che i due trascorsero insieme e l’effetto sorprendente che Morewood ebbe su Melville, Shelden dice di essersi meravigliato per il fatto che nessuno abbia notato in precedenza quanto i due fossero stati pazzamente innamorati.
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Molti studiosi di Melville, però, non sono convinti dalla teoria di Shelden. Alcuni la liquidano come una semplice fantasia e ritengono che Sarah Morewood fosse una mina vagante e che non ci sia nessuna prova che lei avesse avuto un’attrazione sessuale per Melville o che lui l’avesse avuta per lei.
Sarà difficile riuscire a dirimere la questione, e forse non sarà poi così importante sapere se l’ispirazione per Moby Dick sia derivata dall’amore di Melville per Nathaniel Hawthorne o dai sentimenti provati per Sarah Morewood. La soluzione migliore della controversia potrebbe essere quella di leggere l’opera di Melville e assaporarne la bellezza al di là del chiacchiericcio di fondo.
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