Henri Matisse, il cancro e i suoi coloratissimi collage
Può, nella vita, un problema in apparenza tragico risolversi in una nuova fonte di ispirazione? Se si tratta di Henri Matisse, la risposta non può che essere positiva. Al punto che ancora oggi un libro e una mostra in Italia provano a raccontare quest’esempio di grande determinazione ai bambini, nel tentativo di avvicinarli, allo stesso tempo, all’arte di Matisse.
La malattia e i gouaches découpés
Nel 1941, Henri Matisse subì un intervento chirurgico a causa di un cancro all'intestino, che gli era stato diagnosticato lo stesso anno. Sopravvisse, ma fu costretto a usare la sedia a rotelle. Lungi dall’arrendersi, gli anni Quaranta del secolo scorso furono per Matisse un momento di innovazione e di avvicinamento a una nuova tecnica.
Iniziò quasi esclusivamente a ritagliare con le forbici dei pezzi di carta colorati in varie forme di diverse dimensioni, rappresentando elementi sia astratti sia del mondo vegetale o animale e combinandoli poi fino a formare vere e proprie composizioni artistiche, sorprendenti per il modo in cui Matisse riusciva a giocare con i colori e i contrasti.
Le prime composizioni erano di dimensioni piuttosto ridotte, ma nel tempo Matisse ne realizzò di sempre più grandi confermando una trasformazione della sua già lunga carriera artistica.
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La prima mostra al Moma di New York
I collage di Matisse hanno sempre destato l’interesse di pubblico e critica, al punto che il Moma di New York (tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015) ha deciso di dedicare un’intera mostra a questa parte della produzione di Matisse.
Henri Matisse: The Cut-Outs, questo il titolo della mostra, ha raccolto 100 opere provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, esponendo anche il collage monumentale La piscine, composizione realizzata da Matisse nel 1952 per la sala da pranzo del suo appartamento di Nizza, acquisita dal museo americano nel 1975 e mostrata al pubblico per la prima volta dopo 20 anni.
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Perché il collage? Ovvero, Matisse spiegato ai bambini
A questo punto, la domanda potrebbe sorgere spontanea: perché Henri Matisse decise di dedicarsi al collage, cambiando completamente il suo stile e la sua tecnica?
«Mentre le sue forbici correvano sul foglio, fantasticò su come deve sentirsi un uccello quando vola. E mentre ritagliava, Matisse si sentì come se anche lui stesse volando...»
La risposta, molto poetica, viene da un libro che prova a spiegare Matisse ai più piccoli: Il giardino di Matisse di Samantha Friedman con illustrazioni di Cristina Amodeo e pubblicato in Italia da Fatatrac (Giunti) nella traduzione di E. Baboni e A. Keller in collaborazione con il Moma.
Non sappiamo fino a che punto possa essere considerata attendibile, ma di certo si può ritenere che la libertà di quelle rondini aiutasse Matisse a sopportare meglio la difficile condizione di uomo costretto sulla sedia a rotelle.
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Matisse insegnante di collage?
E se proprio queste opere, così distanti dalla prima produzione artistica di Matisse, fossero utilizzate per avvicinare i bambini all’arte? È quello che hanno pensato gli organizzatori della mostra-laboratorio Il giardino di Matisse, che dal 5 marzo e fino al 22 maggio sarà ospitata nello spazio Fontana del Palazzo delle Esposizioni di Roma. Come già si può intuire dal titolo, la mostra è una diretta emanazione del libro di Samantha Friedman e Cristina Amodeo.
Oltre a una serie di riproduzioni delle opere del pittore francese, la rassegna prevede un insieme di eventi didattici a cura dei Servizi Educativi-Laboratorio d'Arte del Palazzo delle esposizioni, inclusi alcuni laboratori gratuiti per i più piccoli, affinché si avvicinino concretamente alla tecnica del collage. Forse sarà l’occasione per imparare a superare il dolore per le conseguenze di una malattia come il cancro o di altre situazioni negative come ha fatto Henri Matisse, con forza e creatività.
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