Grazia Deledda e il Natale, due raccolte di racconti da non farvi sfuggire
Chi conosce l’opera di Grazia Deledda anche per sommi capi immaginerà senz’altro che rivivere il Natale con i suoi racconti significa immergersi sì nella magica atmosfera del momento, ma senza dimenticare la semplicità delle cose e soprattutto i problemi di tutti i giorni. D’altra parte, non serve certo il Natale per ricordare che la Deledda fu insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1926 proprio
«per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano».
Ripropongono i racconti di Natale di Grazia Deledda due case editrici: Graphe.it Edizioni e Farehneit 451, la prima con Luci di Natale; la seconda, con Il Natale del consigliere e altri racconti. Si tratta di testi molto brevi ma intensi, semplici da leggere anche ai bambini e complessi per gli adulti, che saranno chiamati a confrontarsi con il senso più profondo di ogni novella.
La raccolta Luci di Natale si deve a Daniele Mencarelli ed è disponibile sul sito ufficiale della casa editrice; introdotta da una poesia di Edmond Rostand, la silloge consta di due racconti, Il dono di Natale e A.D. 2593, il primo della Deledda e il secondo di Mencarelli:
- Il dono di Natale ci porta nella magica atmosfera di una famiglia sarda del Novecento che si trova a festeggiare, nella sua umiltà, il fidanzamento dell’unica sorella con un uomo ricco: il cibo è quello tipico della festa ed è tutto ciò che i cinque fratelli pastori possono offrire per il Natale. Tenerezza e semplicità, tradizione e anche mistero sono i punti-chiave attorno ai quali ruota tutto il racconto di Grazia Deledda: in questa storia le famiglie sono due, e nella seconda è proprio un bambino a rompere l’attesa di tutti i membri familiari (e che sia un bimbo non è certamente casuale).
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A.D. 2593 è un po’ diverso dagli altri racconti che vi proponiamo, essendo ambientato in un mondo in cui la razza umana è divenuta immortale e ha perso Dio: un contesto e un’idea, insomma, un po’ differenti da quelli della Deledda; tutto ruota attorno alla contrapposizione fra due mondi, forse classica ma comunque efficace: quello di coloro che hanno sostituito Dio con sé stessi e quello di coloro che si oppongono a un tale stato di cose. La speranza è forse la chiave di lettura più bella di questa novella, che, in fin dei conti, non è molto distante dalla prima, proprio per gli intenti e il messaggio di fondo: il Natale è quello dei piccoli gesti, della vita vista nella sua semplicità e nelle difficoltà di tutti i giorni, ma anche quello della magia e dei ricordi, oltre che del sogno di un futuro cambiamento.
Farehneit 451 propone, invece, una silloge con tre racconti: uno è in comune con Luce di Natale; gli altri due sono Il Natale del Consigliere e Il Vecchio Moisè, tutte attribuibili alla fase più matura della carriera della Deledda, ormai consapevole delle proprie abilità e immersa nel mondo della difficile ma profonda letteratura russa (soprattutto in quello di Cechov).
- Il più bello è forse Il Natale del consigliere, soprattutto se siete romantici (e quindi potrebbero interessarvi anche queste storie d’amore): un uomo che ha avuto fortuna fuori dalla sua terra ritorna indietro a cercare il suo amore perduto; sono la riflessione su una ricchezza che non esaudisce tutti i desideri e il peso della solitudine a spingerlo verso di lei, una vedova con una vita intensa con cui l’uomo sarà costretto a scontrarsi.
- Ancora pastori nel racconto Il vecchio Moisè: qui Grazia Deledda racconta la storia di un ragazzino che, invece di festeggiare il Natale con la sua famiglia al caldo, è al freddo a vegliare il suo gregge in una grotta. Ancora una volta contrapposizione tra stati d’animo e mondi diversi, insomma; ma anche un po’ di comicità: raccontando, infatti, il pastore ricorderà il furto di un simpatico maialino.
Grazia Deledda contribuisce davvero con delle belle proposte alla letteratura sul Natale: la semplicità delle novelle, che nascondono un senso più profondo delle cose, problemi della vita di tutti i giorni e storie per certi versi tragiche, è proprio la caratteristica che non dovrebbe mancare a storie scritte per un momento così magico e significativo per l’uomo. Se siete alla ricerca di storie belle e affascinanti per il Natale, dunque, queste due raccolte – soprattutto quella di Graphe.it, di cui A.D. 2593 rappresenta una bella aggiunta – non dovrebbero sfuggirvi.
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