Granta Italia e il racconto dell’invisibile
Leggendo i racconti contenuti nel sesto volume della rivista Granta, edita nella versione italiana da Rizzoli, può venire il sospetto, forse un vero timore, che quanto vi è scritto possa essere reale, riscontrabile nella nostra quotidianità. Una sequenza di autoscatti in cui si scorge più il male che il bene, dove l'invisibile è declinato sotto sagome orripilanti, in una ritrattistica terrificante. Il desiderio degli ambigui figuri che si avvicendano nei racconti degrada spesso nella mania, nel capriccio, anche bizzarro (i disturbi associati al gioco d'azzardo per Giorgio Falco, la chirurgia estetica masochistica della Mònica dello spagnolo Barba). Siamo alla periferia dell'individuo, laboratorio sociale. L'attacco al “centro” dell'universo sociale, al carico di violenza che comporta, inizia qui.
Il corpo è un oggetto concreto, ma l'invisibile collettivo è dissolto in particelle minuscole e rintracciarlo risulta l'intento più gravoso dei narratori. La mutazione del tessuto sociale implica tempi lunghissimi eppure talvolta impercepibili e l'effetto di instant book rimarca il carattere illustrativo della realtà dei racconti (colpiscono, a proposito, le immagini di Adam Magyar che ritraggono una società perennemente disposta a rimodellarsi sotto l'occhio del sistema mediatico). I personaggi narrati, proprio perché immediati, rappresentano la sfida al lettore, nei quali riconoscersi è vergogna e ripudiarli è (solo) apparente superiorità morale. L'aspetto voyeuristico infine sta nella partecipazione comune, non neutrale, ai turbamenti del singolo.
Pochi dei protagonisti si compiacciono di pensarsi come malvagi, il cinismo attiene agli angosciati, senza che possiedano la bussola necessaria a tornare indietro, a guardare ciò che è stato: darsi futili giustificazioni, alibi insostenibili mistifica la propria sostanza e la buona fede non sembra più valere. Comicità ed ironia sono indirizzate a figure perlopiù adulte con le loro autobiografie deviate, che si smentiscono e si capovolgono a causa del risentimento inesorabile.
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L'esibizionismo è aggressione palese a ogni moralismo, corrosivo della propria persona in un realismo marcatamente kitsch, dal piglio rapido, cifra della narrativa contemporanea, nella quale ci si può accorgere di una rinata prospettiva programmatica, sebbene coesistano esperienze personali divergenti. Nonostante l'immersione in una vita pubblica sfaccettata, inceppata, i modelli sperimentali inquadrano il privato con uguale obiettivo, con grande carica espressionistica (mi riferisco, nonostante la bravura degli stranieri, ai soli narratori italiani presenti nel volume, Valerio, il compianto Luca Rastello, Gamberale, Raimo, Cappello, Falco, Petrarca, Sortino, provocatori e febbrili dal linguaggio spesso esatto). Ogni conclusione poi, è convinta di offrire un'immagine mobile della realtà, aperta a numerosi scenari, senza necessariamente esporre a discriminazioni, tutt'al più a recriminazioni, ma spetta sempre al singolo compensarle, con ridimensionamenti e senza fraintendimenti, «tutto ciò che non è violento è colpevole».
La rivista è ottimamente diretta da Walter Siti, al quale è affidato il bell'editoriale iniziale e a Siti è debitrice per quanto riguarda tanta parte dei temi trattati. L'invisibile è lo stato di trance per cui nulla sembra accadere, tutto stregato da un misterioso immobilismo, irretito dai medesimi discorsi, quando in verità a un livello occulto, come per un fenomeno carsico, correnti di alterazione ben radicate e influenti ci cambiano giornalmente. Un immobilismo superficiale che ci contrista e irretisce:
Immaginando il tema per questo numero, pensavo soprattutto […] a ciò che determina i mutamenti sociali e antropologici di lungo periodo e che per questo resta fuori dai nostri sistemi di misura. […] Pensavo al sotterraneo riposizionarsi del Potere, sia in termini di classe che geopolitici, o alle silenziose metamorfosi semantiche di parole-totem che continuiamo a scambiarci come monete scadute.
Anche attraverso l'invisibile di Granta si manifesta la disposizione a riconoscere la consistenza, deteriorata, della realtà e delle presenze che la popolano, che è anche studio dell'attuale geografia fisica del nostro Paese. Non pare casuale pertanto l'argomento prossimo della rivista, appunto Geografia, perché le contraddizioni che attorno a noi pullulano sanno condizionarci.
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