Grandi fotografi grandi narratori – 12 Gianni Berengo Gardin
Uno dei poli d’attrazione della fotografia italiana è senza dubbio l’agenzia Contrasto, alla quale si sono associati, fin dalla sua fondazione nel 1986 e poi negli anni successivi, la maggior parte dei fotoreporter presenti nel nostro paese, sulla falsariga della celeberrima Magnum americana, ma anche fotografi pubblicitari e di moda.
Se andate a leggere le piccole diciture che compaiono sulle riviste a margine delle fotografie pubblicate, scoprirete che buona parte di esse appartiene a Contrasto, per non parlare delle numerose immagini pubblicitarie famose, che spesso tutti ricordiamo, perché sono state in grado di colpirci, ma di cui non conosciamo l’autore.
Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 10 ottobre 1930), socio di Contrasto dal 1990, è uno degli autori più presenti in quasi tutti gli ambiti della fotografia contemporanea, ad esclusione del settore della moda.
Ha iniziato la sua carriera come fotoreporter nel 1954, al servizio delle principali testate in uscita in quegli anni, da “Il Mondo” a “Epoca”, da “L’Espresso” a “Domus”, approdando presto anche all’estero, sulle pagine di “Time”, “Stern”, “Le Figaro”.
Appartiene alla schiera di autori fedelissimi al bianco e nero, e non solo per una questione d’età, ma per la personale convinzione che “il colore distrae il fotografo e chi guarda”.
Per lui ciò che conta è l’immediatezza dell’immagine, e la reazione che può suscitare in chi la osserva fin dalla prima occhiata. La sua formazione da fotoreporter lo porta a non dare quasi nessuna importanza al lavoro in camera oscura, a differenza di altri suoi colleghi famosi come Fontana e Giacomelli, ma a considerare solo il risultato primario del suo scatto.
Per questo motivo, in alcune interviste recenti, si è anche dichiarato apertamente contrario all’uso dei software digitali di elaborazione fotografica come Photoshop, largamente usati da molti suoi colleghi, soprattutto in ambito pubblicitario.
Appassionato di architettura, Berengo Gardin collabora fin dal 1979 con gli architetti Renzo Piano e Carlo Scarpa, di cui documenta la nascita di tutte le grandi opere costruite qua e là nel mondo.
Considerato uno dei fotografi italiani più prolifici, ha pubblicato più di duecento libri che raccolgono il meglio del suo archivio, che già alla fine del 2008 comprendeva l’impressionante mole di circa 1.250.000 scatti.
Sono volumi perlopiù monografici, che fanno di Berengo Gardin un narratore nel vero senso della parola. Alcuni recano semplicemente come titolo il luogo dove sono stati pensati e realizzati, come quelli dedicati a “Toscana”, ”Roma”, ”Francia”, “Gran Bretagna”, mentre altri sono il risultato di indagini di carattere sociale, come “Dentro il lavoro”, ”Dentro le case”, “Disperata allegria - vivere da zingari a Firenze”.
I luoghi, gli edifici e la gente comune sono i soggetti prediletti da Berengo Gardin: attraverso i suoi scatti più famosi sarebbe possibile ricostruire una storia per immagini dell’Italia, colta in tutti i suoi aspetti artistici, geografici ed etnografici, ma soprattutto nelle trasformazioni subite nella seconda metà del ventesimo secolo.
Tuttavia, a dimostrazione del suo eclettismo, il fotografo ha anche saputo lasciare a volte da parte l’interesse primario per la “gente comune”, come quando ha realizzato un’importante serie di scatti nello studio del pittore e incisore bolognese Giorgio Morandi, poi raccolti in volume, o quando ha pubblicato "Reportrait. Incursioni di un reporter nel mondo della cultura" (con Flavio Arensi), in cui presenta oltre duecento ritratti inediti di artisti, intellettuali, scrittori, architetti, vale a dire di gran parte dei personaggi famosi che ha avuto modo d’incontrare nel corso della sua carriera.
La seconda grande passione di Berengo Gardin, accanto alla pubblicazione di libri, è la realizzazione di frequenti mostre personali, che sono state accolte in tutto il mondo e gli hanno valso prestigiosi riconoscimenti, tra cui, nel 2008, il premio Lucie Award alla carriera.
E’ stata proprio una sua vasta esposizione monografica a inaugurare, nel 2005, lo spazio Forma di Milano, un centro dove si realizzano mostre e si organizzano corsi di fotografia a vari livelli. Nato da una collaborazione tra l’agenzia Contrasto e l’ATM, azienda dei trasporti pubblici milanesi, che ha ceduto una parte dei suoi vecchi depositi in zona Ticinese per ospitare il progetto, è divenuto in breve tempo, grazie al lavoro degli autori di Contrasto, il principale punto di riferimento del mondo fotografico milanese.
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