“Gli (in)cantautori”, ovvero quando musica e letteratura s’incontrano
Gli (in)cantautori è il titolo di una raccolta di racconti curata da Luca Cerretti e Gianluca Morozzi, pubblicato da D editore a giugno del 2019. Le esposizioni sono state scritte dai seguenti autori: Lorenzo Arabia, Alberto Adreoli Barbi, Nicolò Bizzini, Francesca Bonafini, Daniela Bartolotti, Luca Cerretti, Silvia Di Giacomo, Camilla Galli, Elisa Genghini, Luca Martini, Michel Minghetti, Gianluca Morozzi, Francesco Palmisano, Francesa Russo, Valerio Valentini e Serena Venditto.
Leggere questi brani è vivere un viaggio, o meglio: un sogno nel passato, verso quelle canzoni e opere che ci hanno fatto crescere. Si tratta di testi di un’altra epoca, in cui l’amore veniva descritto come elemento totalizzante.
Attraverso queste pagine ci si immerge in note che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo cantato a squarciagola. I due curatori, ispirandosi ai testi di autori e cantautori della storia italiana, hanno dato origine ad alcune bellissime storie, sospese tra verità e fantasia, tra i canti e gli incanti.
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In questa raccolta i racconti sono ispirati da Pino Daniele, dalla Donna Cannone di De Gregori, da Lucio Dalla, Paolo Benvegni, Faust’O, Francesco Guccini, Battiato, Piero Ciampi, Carmen Consoli, Federico Fiumani, Biagio Antonacci, Luca Carboni, Ivano Fossati, Gianni Morandi, Claudio Baglioni e, per finire, dall’indimenticabile Fabrizio De Andrè.
«Potrei raccontare... della prima volta che ho incontrato Fabrizio, usciva dallo stereo della macchina di famiglia: una Fiat 126 blu scuro che faceva strani sobbalzi all’accensione. Fabrizio era lì dentro, intrappolato nell’autoradio a cantare parole quasi incomprensibili. È stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati per le mie orecchie di bambino. Non saprei neanche dire se questo sia un ricordo consapevole, più che un ricordo si tratta di una sensazione musicale. Avevo circa sei anni, la fine degli anni Ottanta, il che è compatibile con una Fiat 126. L’epoca delle Tdk, di quelle che in futuro avrei riavvolto con la biro per risparmiare le pile del registratore. Quella cassetta è stata... contagiosa, contagio tutt’ora in corso.»
Temi importanti, quasi imponenti che vengono trattati con leggerezza. Si parla di droga, di come sia facile cadere in determinati giri. Si narrano amori malati basati sul sesso e sulla violenza. Si descrive la guerra, con tutte le sue paure irrazionali, con il terrore che si trascina dietro e con il suono immane delle bombe che si odono, in tutti i punti delle città. La guerra che può portare alla vita, una battaglia che vale sempre la pena lottare, come le battaglie per l’amore perché, come dice Biagio Antonacci, «Voglio dedicare questa canzone a tutti quelli che amano, che hanno amato e che credono che ci sia sempre una nuova possibilità nella vita».
Si contemplano, però, anche luoghi e culture differenti, come quella napoletana e siciliana. Tutte le canzoni che sono presenti all’interno del libro hanno qualcosa che traspare. Un ricordo da adolescente, uno di un’età un po’ più matura, immagini nitide o sbiadite di parole che hanno accompagnato la nostra vita. Con Gli (in)cantautori sarà possibile ritrovarsi bambini, sul sedile posteriore di un’auto, ad ascoltare le canzoni che piacciono a papà e rendersi conto di essere diventati adulti e non averle mai dimenticate.
Una costante malinconia che appare quando si parla di walkman o di rewind, oggetti e azioni che oramai sono superate, che non potranno più tornare, ma che infondo ci fanno comprendere che le canzoni digitali sono belle, ma ascoltare un brano alla radio è un’emozione che ancora oggi fa sognare.
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Pagine che scorrono, storie che si fanno leggere velocemente, a volte lasciando un pizzico di allegria, mista alla malinconia, rispettando sempre una grande verità, ovvero che: «Il tempo cambia e ci fa cambiare e la nostra Dolly aveva un cuore enorme che avrebbe lanciato al suo Francesco senza pensarci su. Perdonami se sto lontano e cercami vicino…»
Per la prima foto, copyright: Alice Moore su Unsplash.
Per la seconda foto, copyright: Markus Spiske su Unsplash.
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