Giubileo contro Expo
Già, Papa Francesco s’è inventato, genio quale è, un Giubileo contro Expo 2015: un giubileo della misericordia contro un’esposizione internazionale della corruzione, della mafia e della fame.
Nell’anno in cui si dovrebbe cominciare a discutere seriamente di come sfamare un pianeta dove aumenta la popolazione e si riduce la superficie agricola utilizzata, ecco che il Papa che guarda ai poveri e ai miserabili risponde meglio, molto meglio dei governi.
Francesco è la vera autorità morale e politica del mondo globalizzato, il solo ad aver posto al centro del dibattito internazionale la dignità dei meno abbienti contro l’opulenta ostentazione dei super ricchi. L’indizione di un periodo giubilare dedicato alla misericordia è una specie di mano tesa ai nemici del mondo: la ricerca di un dialogo con chi – come i musulmani radicali – tenta l’annullamento della civiltà attraverso una forma composita, ma netta, di dittatura su scala planetaria.
Non serve scomodare Houellebecq e il suo Sottomissione per arrivare a comprendere che quando il gioco si fa duro, è giusto che giochino i duri, i puri e i coraggiosi. E Francesco I è duro e coraggioso come pochi, in questo momento, certo più di Obama. Francesco traduce la necessità di riordinare l’equilibrio mondiale in un fatto di fede sociale e di morale. Così facendo irrobustisce il cristianesimo a danno della laicità degli Stati e degli altri monoteismi.
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Il primato sociale della Chiesa Cattolica, dunque, si riafferma con un gesto di generosità senza vie di mezzo che spiazza i governi e li conduce a un percorso di nuova apertura al perdono tollerante (nel senso vero della parola misericordia).
Il Giubileo della Misericordia ha una parola, un discorso, un’evocazione e una narrazione, al contrario dell’Expo di Milano: c’è una storia millenaria contro la debole storia degli stati, c’è la fede contro la politica, la misericordia contro il capitalismo accelerato.
Dunque vince Bergoglio, nella sua incontestabile lungimiranza, con il savoir faire di un grande imperatore pieno di bonomia e comprensione, di acume e fermezza. E nella sua vittoria, nella contesa morale tra Giubileo contro Expo, stravince il primo, ha già straperso il secondo.
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