“Georgians Revealed” – L’Inghilterra ai tempi di Jane Austen in una mostra alla British Library
«Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita.» Così nel XVIII secolo ci ammoniva Samuel Johnson, sicuro che Londra racchiudesse ogni cosa di cui l’essere umano potesse aver bisogno e molte altre arrivate troppo presto per lui. A distanza di circa 200 anni la sua affermazione è ancora attuale e vivida.
Londra è un continuo tumulto, nel bene e nel male, non si ferma Londra. Si estende in lunghezza, altezza e brusio, alla ricerca di qualcosa di più, di qualcosa di diverso. Londra è una città adatta agli impazienti, a chi fa del cambiamento e della ricerca continua la propria ossessione, anche a scapito della propria anima, che brucia troppo rapidamente per fermarsi a capire cosa stia accadendo.
Non c’è tempo, c’è troppo da fare e immaginare. Persino nella immensa portaerei, beg your pardon, biblioteca britannica, che della portaerei ha l’aspetto e l’imponenza e si estende per un intero block [isolato] a ridosso della neogotica e “potteriana” stazione di St. Pancras, al limite del quartiere di Bloomsbury. Entrarci è come muoversi in un’agorà di travertino e mattoni, dove la luce regna sovrana anche con la pioggia, permettendo al pensiero di vagare fra i suoi 14 milioni di libri. Se vi capitasse di passare per Londra e di svegliarvi presto (quasi un ossimoro), arrivate poco prima che i cancelli della British Library si aprano. Scoprirete che con voi ci saranno molte persone, tutte in fila, con i loro zainetti, con tanto di termos ricolmi di caffè o tè al seguito, pronti a ripassare, consultare, leggere e, perché no, persino imparare, magari cosa facevano i Georgians per godersi la vita.
Proprio in questo periodo, infatti, e fino all’11 marzo 2014, la British Library presenta con il titolo di Georgians Revealed una delle più ampie rassegne dedicate al periodo georgiano (libri, riviste, disegni, pubblicità e oggetti di design dal 1714 al 1830, ossia il secolo che ha visto i vari “George” alternarsi sul trono del Regno Unito).
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Questa fetta cospicua di storia britannica ha decretato la nascita della cosiddetta middle class, ma soprattutto ha fatto entrare sempre di più nella vita degli inglesi il concetto di sociability: la capacità di interagire con piacere con altre persone. Dove era opportuno naturalmente. E quindi teatri, musei, concerti, balli, passeggiate sociali ed eventi alla moda di qualsiasi genere. E allora fra i fashion places c’erano, pensate un po’, anche biblioteche e librerie.
A rendere necessario il fruscio di un abito di mussola sul parquet allora nuovo di Hatchards (libreria londinese fondata nel 1797) bastava anche una nuova e semi-sconusciuta rivista letteraria. In questo crogiolo di occasioni mondane si muovono anche i personaggi dei romanzi di Jane Austen, scrittrice georgiana e preromantica nata alla fine del Settecento (1775) e divenuta icona dell’ironia femminile nel primo quarto dell’Ottocento. Pur ambientando molte delle sue storie nella campagna inglese, disegnerà spesso negli occhi e nei cuori delle sue eroine il desiderio per i più pirotecnici eventi mondani londinesi. Per gli Austen-dipedenti segnalo che, proprio alla British Library, è in mostra permanente lo scrittoio di Jane Austen e molti dei suoi manoscritti. Siete ancora lì?
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