“Galileo & Harry Potter” di Marco Ciardi: la magia può aiutare la scienza?
Che cos’è la scienza? Questa la domanda da cui prende avvio Galileo & Harry Potter di Marco Ciardi, pubblicato da Carocci editore, all’interno della collana Sfere. Si tratta di un volume agile ma con un intento profondo e complesso, quello di indagare il rapporto fra magia e scienza, proponendo un viaggio da Galileo ai giorni nostri, alla ricerca di una risposta soddisfacente alla domanda di cui sopra.
Marco Ciardi insegna Storia della scienza e delle tecniche all’Università di Bologna, e le sue ricerche si sono mosse soprattutto nell’ambito della storia del pensiero scientifico moderno e contemporaneo, con un particolare interesse rivolto ad alcuni “oggetti di ricerca”, tra cui l’opera del chimico e fisico Amedeo Avogadro e la storia del mito di Atlantide, argomenti esaminati in testi come Amedeo Avogadro. Una politica per la scienza (Carocci, 2006) e Le metamorfosi di Atlantide. Storie scientifiche e immaginarie da Platone a Walt Disney (Carocci, 2011).
Galileo & Harry Potter, che porta come sottotitolo La magia può aiutare la scienza?, si propone come una veloce, ma non frettolosa, disamina sulla contiguità e, più spesso, sulle intersezioni fra magia e scienza, a partire dalla “fondazione” del metodo scientifico. Attraverso mille rivoli e numerosi aneddoti, molti dei quali davvero gustosi, si giunge fino a noi e alla nostra, per certi versi paradossale, resistenza alle istanze della scienza moderna. La ricerca, condotta con stile fresco, ironico, supportata da una buona bibliografia, riesce a non scadere mai in facili accademismi, né a farsi sedurre dal gusto perverso della divulgazione disimpegnata.
I due poli attorno ai quali si organizza il saggio di Marco Ciardi sono proprio i due personaggi citati nel titolo, Galileo ed Harry Potter. Due “personalità” in apparenza distantissime eppure accomunate dall’autore nel loro essere rappresentanti di mondi diametralmente opposti. Il viaggio che l’autore pone in essere parte proprio dallo scienziato pisano, con la sua prima formazione, di natura letteraria e artistica. Non è un mistero, infatti, il suo dilettarsi con la composizione poetica, oltre che nell’arte del liuto, come già il padre, Vincenzo Galilei, appartenente alla Camerata de’ Bardi; d’altro canto, non sembra neanche casuale che sia stato un “umanista”, nell’accezione con cui utilizziamo il termine oggi, a inventare, di fatto, la scienza moderna.
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I suoi postulati, ancora oggi, infatti, costituiscono uno strumento essenziale per la trattazione e l’accoglimento di una teoria da parte della comunità scientifica. Tuttavia, ci suggerisce Ciardi a più riprese lungo il corso di questo bel volume, si è dato molto spesso il caso per cui uomini di scienza abbiano avuto rapporti, anche molto stretti, con ciò che scienza non è. E così non dobbiamo stupirci se alcune grandi figure, come Isaac Newton, siano riuscite a dedicare attenzione tanto alla “ricerca” quanto a discipline come l’alchimia e l’esoterismo. Scrive l’autore di Galileo & Harry Potter, a questo proposito: «La cosa si fa seria quando si viene a conoscenza che Newton dedicò alla lettura, alla trascrizione e al commento di testi alchemici una parte di tempo probabilmente superiore a quella impiegata nello studio della fisica».
Ritorna, ancora una volta, la contiguità fra visione magica e visione scientifica. Contro chi pensa, in preda all’idea improvvida, nonché infondata, di un progresso totalmente lineare, basta osservare quanto spazio occupino, nella considerazione comune, il pensiero magico, così come il trasporto fideistico, anche nei confronti di quelle che vengono chiamate pseudoscienze. Sebbene Ciardi liquidi a tratti con sbrigatività, forse eccessiva, “ciò che scienza non è”, rimane una domanda importante, sul tavolo: per quale ragione il progresso non riesce nell’intento di far accantonare le superstizioni e la visione magica del mondo?
La questione resta, nel merito, aperta, nonostante l’autore ci tenga a ribadire come la «tendenza a vedere le cose in modo magico» rappresenti «una prima forma di avvicinamento alla comprensione del mondo». Ed è proprio in questa piega fondamentale del discorso, che possiamo ritrovare i due personaggi del titolo; entrambi, infatti, decidono da che parte stare, compiono una scelta, onorano un valore. Uno dei due è esistito, l’altro solo nella fantasia di J.K. Rowling e dei lettori, eppure tutti e due trovano spazio, in quanto facce della stessa medaglia, in questo Galileo & Harry Potter.
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