Fuori Registro #17: il processo di digitalizzazione della scuola
Dopo l'esempio del progetto Book in Progress, continua l'analisi del processo di digitalizzazione delle scuole avviato dalla rubrica Fuori Registro. Per favorire l’orientamento nelle trasformazioni didattiche, verranno approfondite le buone pratiche già avviate in Italia e suggeriti alcuni luoghi virtuali di supporto ai docenti.
Nel novembre 2014, il Governo ha pubblicato un decreto con cui viene stanziato un milione di euro per la formazione dei docenti all’uso delle tecnologie didattiche, facendo seguito alle richieste di molti insegnanti che sostenevano questa necessità piuttosto che l’acquisto di strumenti come Lim (lavagna multimediale interattiva) o tablet. Il finanziamento sarà su base regionale e andrà agli istituti che presenteranno i progetti più interessanti.
L’INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca) progetta cambiamenti sostanziali promuovendo Avanguardie Educative, un movimento di innovazione «che porta a sistema le esperienze più significative di trasformazione del modello organizzativo e didattico della scuola». Qualunque istituto può aderire adottando una delle idee del movimento, dal compattare il calendario scolastico al modificare lo spazio dell’aula, dall’apprendimento intervallato al produrre i libri di testo da utilizzare durante l'anno. L’INDIRE organizza anche corsi per affiancare i docenti negli step per costruirsi i materiali di studio e seguirli nel processo di digitalizzazione nella propria scuola.
Molteplici i siti che seguono da anni il processo di trasformazione della didattica nelle scuole, tra i quali il blog del professor Alessandro Bencivenni, Profdigitale.com, in cui oltre a definire fin dal sottotitolo l’orientamento costruttivo che i docenti dovrebbero tenere («La rivoluzione digitale della scuola italiana inizia da te») offre interessanti approfondimenti come applicazioni per creare ebook, video educativi e suggerimenti utili, oppure il BYOD, Bring Your Own Device: se nella propria scuola non ci sono supporti informatici, il BYOD propone a studenti e docenti di utilizzare il proprio dispositivo informatico, cellulare, tablet o pc, durante la lezione a scuola. In tal modo, oltre all’evidente risparmio, i ragazzi possono sperimentare una modalità nuova e guidata di usare il proprio strumento digitale a scuola.
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Molto interessante è il progetto Libr@ delle scuole superiori di primo grado di Cadeo e Pontenure della provincia di Piacenza, in cui si stanno sperimentando nuove modalità di organizzazione spazio-temporale della lezione e nuovi testi didattici, per il 70% cartacei o e-book e la restante parte autoprodotti dai docenti. L’Istituto comprensivo sta testando anche la didattica verticale con lo studio contemporaneo dei ragazzi della scuola elementare e della media e la didattica con le classi aperte a ragazzi di diversa età. Il Collegio dei docenti ha stabilito di dimezzare il costo dei libri di testo cartacei per permettere alle famiglie di compare un tablet, sostituendo la carta con applicazioni, libri autoprodotti ed e-book.
La professoressa Dianora Bardi da anni si occupa di insegnamento e tecnologia con il suo gruppo Impara Digitale, che, oltre a promuovere la diffusione dei dispositivi digitali nelle scuole, focalizza il suo progetto sull’obiettivo più importante della digitalizzazione: ogni docente deve innovare la didattica, modificare il proprio metodo di insegnamento e piegare i dispositivi tecnologici alle proprie finalità educative. Più di 300 scuole lombarde stanno sperimentando il progetto della professoressa Bardi Scuola Lombardia Digitale, scambiando tra loro continue esperienze e informazioni.
Digitalizzare la scuola non riguarda solo la formazione dei docenti, l’utilizzo delle tecnologie o della banda larga negli istituti: è in fase di avvio il progetto triennale “Programma il futuro” per introdurre l’insegnamento strutturale della programmazione informatica nel curriculum scolastico. Nato dalla collaborazione tra Miur e Cini (Consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica), ha trovato risposte positive in molti docenti e studenti poiché parte da giochi di logica per avvicinarsi ai concetti di base dell’informatica. Gli studenti imparano così a risolvere i problemi in maniera creativa e divergente, competenza essenziale nella loro formazione, e tra gli obiettivi dell’intero processo di digitalizzazione nelle scuole.
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