Frida Kahlo, da musa a mito, oltre le mode
Musa ispiratrice, artista creativa e icona di stile: Frida Kahlo è da sempre considerata simbolo della femminilità e punto di riferimento per la moda. In Iconic Frida – Vita, passioni e fascino in uno stile unico oltre le mode (edito da Centuria Libri) Massimiliano Capella, professore di Storia del Costume e della Moda e direttore scientifico di ARTE MODA ARCHIVE presso il Centro Arti Visive dell’Università degli Studi di Bergamo, ripercorre le tragiche vicende della vita dell’artista messicana, soffermandosi sulla sua incredibile capacità di esorcizzarle con vestiti e accessori in grado di veicolare la moda fino ai nostri giorni.
Capelli neri acconciati con fiocchi floreali, orecchini, collane, monociglio, baffi da «Zapata» scialle ricamato, abito messicano con balze sull’orlo inferiore e riccamente colorato: questi sono solo alcuni degli elementi che tornano alla mente non appena si nomina la celebre artista messicana Frida Kahlo. Mescolando abiti della tradizione messicana con quelli occidentali (era figlia di un emigrato ungherese), creò uno stile inconfondibile.
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Con gli abiti Frida nascondeva le sue ferite: affetta da spina bifida, scambiata dai suoi cari per poliomielite, il 17 settembre 1925 fu vittima di un grave incidente. L’autobus su cui viaggiava urtò un tram e finì schiacciato contro un muro: la giovane artista allora diciottenne riportò gravi fratture alla colonna vertebrale, collo del femore e costole, la gamba sinistra restò lussata e l’osso pelvico si spezzò in tre punti. Inoltre il corrimano del mezzo le entrò sul fianco, fuoriuscendo dai genitali. Frida subì più di trentadue operazioni chirurgiche che non riuscirono a riportare il suo corpo come prima.
Le condizioni di salute la costrinsero distesa a letto per lunghi periodi, trascinandola inevitabilmente a interminabili momenti di solitudine e sofferenza.
La forza della giovane artista però la portò a non arrendersi:
«Dipingere ha arricchito la mia vita. Ho perso tre figli e altre cose che avrebbero potuto colmare la mia vita orribile. La pittura ha preso il posto di tutto questo».
Si dedicò a letture, allo studio e all’arte, motivo di salvezza e rinascita. Sottopose le sue opere al giudizio di uno dei pittori messicani più importanti dell’epoca, Diego Rivera, il quale apprezzandone sin da subito lo stile e la tecnica, contribuì a farla conoscere oltre i confini messicani. Nella nostra intervista impossibile Frida dichiarò:
«Diego. Un tormento che non mi lasciava mai. Abbiamo trascorso assieme dieci anni. Ci siamo sposati il 21 agosto 1929. Avrei dovuto ascoltare mia madre, lei lo riteneva troppo vecchio, grasso, ateo e marxista. La nostra è stata un'unione assolutamente priva di pompa, celebrato modestamente in un ambiente molto cordiale alla presenza di pochi amici intimi. Mi sono pure risposata con lui».
La relazione con Rivera le procurò numerosi malumori, ma le permise di entrare nel mondo dell’arte e in contatto con i più importanti artisti del momento, primo fra tutti Pablo Picasso che, in occasione della mostra parigina della collega messicana, le regalò un paio di orecchini a forma di mano che ritroviamo rappresentati anche in un suo celebre autoritratto.
Molti sono gli accessori indossati da Frida: la celebre collana verde di pietre dure con medaglione inciso con il simbolo stilizzato del sole, anelli in stile precolombiano in oro e argento, orecchini a sbalzo coloniali. Ma lo stile di Frida non si limitava agli accessori: anche le unghie erano sempre perfettamente in ordine e laccate con lo smalto che preferiva marcato Revlon, multinazionale americana di cosmetici che fu fondata proprio in quegli anni.
Il guardaroba di Frida fu per anni dimenticato: il marito Diego Rivera stabilì che dovesse essere aperto almeno quindici anni dopo la morte della moglie avvenuta nel 1957, ma venne alla luce solamente nel 2004 e fu la giapponese Ishiuchi Miyako ad avere la fortuna di fotografare tutti i trecento pezzi.
La preziosità dei suoi vestiti non passò inosservata tra gli addetti ai lavori sempre a caccia di ispirazioni per le passerelle: ben presto Frida diventò musa ispiratrice per molti stilisti da Yves Saint Laurent ad Armani, da Valentino a Gucci. In molti autoritratti la troviamo avvolta dal rebozo, uno scialle che diventò simbolo di solidarietà politica con le lavoratrici del suo paese e come modello di lavorazione tecnica degli indigeni messicani che, influenzati dagli artigiani spagnoli, crearono con esso un modello indipendente di mantilla.
L’immancabile gonnellone, l’henauga, ricamato con balze sull’orlo le permetteva di coprire gli arti inferiori diventati irregolari a causa di quel terribile incidente che le cambiò la vita; l’holans, l’enorme velo di tehuana con merletti con cui cingeva il capo; le fantasiose huipil messicane realizzate con cotone spagnolo e ricamate a punto croce con motivi floreali.
Lo stile inconfondibile di Frida Khalo rimarrà per sempre impresso nelle nostre menti: giocare con la moda le permetteva di riempire di colori la sua esistenzacaratterizzata da profonde ferite nere che la portarono a momenti di infiniti tormenti.
Nonostante ciò continueremo a ricordare Frida come una delle più celebri icone di stile, come una fonte d'ispirazione e la immagineremo mentre, avvolta da un rebozo nero e una henauga riccamente colorata, sorseggia un bicchiere di amaro italiano Cinzano che amava particolarmente e tra una chiacchiera e l’altra ci ricorda che: «Ogni “tic-tac” è un secondo della vita che passa, fugge e non si ripete. E in essa c’è tanta intensità e interesse che il problema è solo saperla vivere».
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Con Iconic Frida – Vita, passioni e fascino in uno stile unico oltre le mode Massimiliano Capella celebra con parole e immagini una delle artiste più imitate, che ha lasciato un segno indelebile nell’arte e nella moda.
Iconic Frida è uscito nello stesso periodo in cui si è aperta al MUDEC di Milano la mostra dedicata all’artista messicana intitolata Frida Kahlo. Oltre il mitoe che resterà aperta al pubblico fino al 3 giugno 2018.
Ad eccezione della cover, ecco i crediti delle foto in ordine di inserimento:
1937. Frida fotografata da Toni Frissell per Vogue America (foto di Toni Frissell / Library of Congress).
1939. Frida a San Francisco (Mondadori PORTFOLIO/ AKG Images).
1939, Coyoacán. Frida indossa gli orecchini a forma di mano disegnati da Picasso (foto di Nickolas Muray, ©Nickolas Muray Photo Archives).
San Francisco, 1930. Frida Kahlo immortalata da Imogen Cunningham (foto di Imogen Cunningham, ©2018 Imogen Cunningham Trust. All rights reserved).
1940. Frida in costume tradizionale tehuana con il velo ricamato [holans] (foto di Bernard Silberstein / Bridgeman Images).
1935. Frida ritratta da Lucienne Bloch a New York con il bolero di vacchetta e la bottiglia di amaro Cinzano (foto di Lucienne Bloch, ©Lucienne Bloch).
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