Fra le vie più segrete della capitale catalana: “Barcelona desnuda” di Amaranta Sbardella
Scritti traversi di Exorma edizioni. Chi (come il sottoscritto) abbina alla passione letteraria un amore per il viaggio e la scoperta si segni il nome di questa collana e sfogli i volumi che la compongono, ne rimarrà estasiato. Lungi dal raccogliere esclusivamente cronache di viaggi e luoghi esotici, questa collana è composta da svariati volumi che propongono una riscoperta del mondo attraverso la preziosa mediazione delle opere letterarie che lo raccontano. Un tentativo di fare vedere al lettore quanto lo circonda attraverso gli occhi di romanzieri, poeti o intellettuali, spiriti fini insomma, capaci di scovare un barbaglio di magia anche negli angoli più aridi della Terra.
Soffermarsi un attimo sui titoli è sufficiente per rendersene conto: Con gli occhi aperti. 20 autori per 20 luoghi, a cura di Andrea Cortellessa, Viaggiatori nel freddo. Come sopravvivere all’inverno russo con la letteratura, di Sparajurij, Viagginversi. Sulle tracce dei poeti contemporanei di Valeria Gentile, o ancora In cammino con Stevenson. Viaggio nelle Cévennes, di Tino Franza.
Ultimo nato in questa fortunata famiglia (è uscito solo il 26 aprile scorso) è Barcelona desnuda, di Amaranta Sbardella, il cui sottotitolo recita: Fuga nella città: letteratura, luoghi comuni e insoliti cammini.
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Siamo a Barcellona, più precisamente nel quartiere del Raval. Dall’archivio di uno stagista bibliotecario strani personaggi scappano tenendo sottobraccio ognuno delle schede di catalogo: sono le schede compilate dal giovane stagista, su cui sono riportati tutti i libri che a oggi hanno trattato di Barcellona, opportunamente schedati e organizzati per periodo storico, quartiere etc. I curiosi figuri in fuga altri non sono che i protagonisti dei volumi catalogati che, stufi di prendere polvere in biblioteche e archivi, si dileguano attraverso le vie della metropoli alla riscoperta della città in cui hanno vissuto. Così comincia Barcelona desnuda che è al contempo romanzo, guida turistica, antologia e collage di brevi prose poetiche.
Il volume si struttura infatti come un insieme di testi più o meno brevi, ognuno dei quali «liberamente ispirato» a classici della letteratura spagnola, reinterpretati e revitalizzati. Salvador Espriu, Josep Pla, Ramon Casas, Manuel Vazquez Montalbàn, Carlos Ruiz Zafòn o Alicia Giménez- Bartlett sono solo alcuni degli autori di cui la Sbardella si serve per descrivere la città di Barcellona.
Attraverso le varie prose l’autrice riesce a fare una descrizione a tutto tondo del capoluogo catalano, luogo di grandi contraddizioni («Barcellona è la magia, Barcellona è il carbone, Barcellona è la voce, Barcellona è il mare») e caratterizzato da un passato fatto di continue rivoluzioni (sociali, urbanistiche, storiche) e cambiamenti.
E allora ecco la Barcellona operaia «locomotiva dell’intera Spagna», la Barcellona dei quartieri malfamati «giungla di lussuria, covo di anarchici, palcoscenico del vizio, sfiatatoio di pulsioni», la Barcellona sotto bombardamento nella seconda guerra mondiale o ancora la Barcellona dei mercati (quali la Boqueria o quelli meno noti ai turisti di Santa Caterina e di San Antonì) che, nonostante l’apertura all’Europa e al consumismo propugnata in corrispondenza con le Olimpiadi nel 1992, ancora nasconde un cuore provinciale, fatto di pescatori e di piccoli commercianti che nei pochi metri quadri del mercato sembrano vivere fuori dal tempo, in un passato lontano; solo alcune delle anime della città raccontate dalla Sbardella.
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Non mancano poi in questo breve volume testi più eccentrici, come quello in cui è descritta Barcellona «a volo d’uccello» (liberamente ispirata a La piazza del diamante di Mercé Rodoreda, che strizza l’occhio però anche al famoso capitolo di Notre Dame de Paris, intitolato appunto Parigi a volo di uccello), quello in cui è narrata la storia di Aniceto Peinador «aspirante poeta e feroce assassino» o ancora quello in cui, rifacendosi ai romanzi polizieschi della Giménez-Bartlett, la scrittrice si inventa delle lettere scritte dall’aldilà a Petra Delicado (la detective protagonista dei gialli) da parte di alcune delle vittime del cui caso la detective si sta occupando; lettere di grande forza (ci permettiamo di segnalare la prima, Anselmo veramente emozionante) anche per chi non ha letto i romanzi della scrittrice spagnola.
Menzione a parte merita l’ultimo scritto, che racconta della celeberrima salamandra di ceramica, emblema del Parc Guell, che, stufa di essere maltrattata da turisti che le salgono in groppa o la toccano sgraziatamente per fare foto-ricordo, tenta la fuga. Un’avventura surreale che riesce a cogliere appieno il mondo allucinato e arcano di quel visionario che fu e continua a essere Antoni Gaudì.
Stringendo fra le mani Barcelona desnuda si ha quindi l’impressione di avere un libro completo, che prende quanto di meglio c’è del romanzo, della guida turistica e dell’antologia e lo fonde in un pastiche nuovo e di grande effetto, raggiunto attraverso grande perizia e (come si diceva un tempo) “mestiere”. Amaranta Sbardella, infatti, oltre a occuparsi di editing e di traduzione editoriale da castigliano e catalano per importanti case editrici (Nottetempo, Nutrimenti, Sonzogno o Marsilio fra le altre) è una ricercatrice in ambito letterario che si occupa in particolar modo di riscritture dei miti greci e di letterature di ambito iberico.
Così, assecondando il suo animo da studiosa,in calce al volume non dimentica di inserire una corta bibliografia su Barcellona, una sitografia e l’indice delle opere citate nel libro, oltre che delle brevi bio degli autori “riscritti”. Un lettore più coscienzioso del qui presente potrà così leggersi i libri da cui la scrittrice è partita per la composizione delle sue prose, riprendere poi fra le mani Barcelona desnuda e riuscire a tirare fuori il massimo piacere dal prezioso volume, anche se –meglio ribadirlo – questo risulta assolutamente brillante e emozionante persino se non si sono letti i libri cui la Sbardella si è ispirata.
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Barcelona desnuda è quindi un itinerario nel tempo e nello spazio nella «città più infernale di Spagna» accompagnati dai personaggi che l’hanno resa grande e sotto gli occhi attenti degli scrittori che l’hanno amata e che ne hanno scritto. Passeggiata attraverso le sue contraddizioni, i suoi cambiamenti («la città continuerà a cambiare, cambierà, sempre, sempre e sempre, si rassegni»), senza fretta o patemi d’animo, con lo spirito del più puro flaneur,ripetendo a mezza voce la frase con cui il libro si chiude: «godiamoci Barcellona finché possiamo».
Per la prima foto, copyright: Toa Heftiba.
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