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“Fondata sulla bellezza” di Emilio Casalini

Emilio Casalini, Fondata sulla bellezzaSe dovessi riassumere in poche righe il libro di Emilio Casalini, Fondata sulla bellezza, edito da Sperling&Kupfer, direi il turismo come mezzo, l’Italia come brand (il marchio per chi ama l’italiano puro) e la bellezza come carta d’identità della nostra nazione. È risaputo che il turismo culturale è il giusto stimolante per movimentare l’economia, ma da noi sono pochissimi coloro che sembrano averlo capito.

È proprio il mancato rapporto tra enti privati e istituzioni che impedisce a questa nostra grande risorsa di diventare un vero e proprio strumento per intrattenere in modo degno i tanti turisti che ogni anno arrivano nella nostra penisola. Casalini, parlando di internet, si concentra sui quei siti che dovrebbero fornire le giuste informazioni alle tante persone che desiderano conoscere e vivere l’Italia. Oggetto di analisi è il sito Enit, dell’Agenzia Nazionale del Turismo, ricco di informazioni, ma non proprio in grado di stuzzicare al meglio l’interesse di chi lo visita. Accanto ad esso troviamo un altro interessante portale – italia.it –, che dalla sua nascita è sotto l’attenta osservazione di chi viaggia e di chi si occupa del settore turistico, perché questo spazio virtuale dedicato alla promozione del territorio ha spesso rivelato delle inesattezze (errori storici, geografici, mancanza di lingue adatte a tutte le tipologie di turisti) che hanno fuorviato non solo i visitatori stranieri ma anche noi autoctoni quando cerchiamo informazioni sulla storia del nostro Paese.

L’Italia, come evidenzia l’autore che da qualche anno collabora con la RAI, non è solo pittura, scultura e architettura; la nostra terra è colma di ricchezze anche dal punto di vista enogastronomico. I prodotti tipici (formaggi, salumi, dolci, vini olio e quant’altro vi venga in mente) sono un altro importante bene da salvaguardare e allo stesso tempo da promuovere comemarchio di qualità rivolto a coloro che vengono da un mondo diverso dal nostro e che amano deliziare il loro palato con le nostre prelibatezze. Quello che il giornalista mette in evidenza è che ancora una volta l’Italia possiede delle risorse culinarie validissime che, purtroppo, non sempre riescono a trovare il giusto canale per essere tutelate nelle loro qualità e valorizzate in modo adeguato per i turisti che le apprezzano, talvolta forse più di noi stessi.

Casalini fa esempi concreti che evidenziano come in Italia ci sia, in un certo senso, un eccesso di risorse, ma nonostante questo le cose non vanno come dovrebbero. Leggendo il libro si scopre che le coste della Sicilia sono più o meno lunghe come quelle delle Canarie, però c’è una piccola differenza: la Sicilia, questa nostra isola ricca di storia, arte, cultura e sapori, ha solo 6 milioni di pernottamenti, mentre le isole spagnole di prenotazioni ne hanno ben 75 milioni. E i musei? Un esempio ha per protagonista il Louvre di Parigi che nel 2012 ha avuto un numero di visitatori (10.052.277) pari alle presenze totali di tutti i musei italiani messi assieme. Avete presente l’affascinante scultura del Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, realizzata nel 1753? Questo capolavoro si trova nel Museo Cappella San Severo a Napoli, ma per chi volesse vederlo sarà un’impresa trovare le giuste indicazioni per raggiungere il luogo. La scommessa del visitatore del week-end sarà riuscire a vedere l’opera entro l’orario stabilito dal museo, perché la domenica e i giorni festivi la cappella chiude alle 14. Questi sono solo alcuni degli ingranaggi arrugginiti della macchina del turismo italiano e sono il segno evidente che c’è qualcosa che non funziona.

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Emilio CasaliniLa nostra terra, come emerge dal volume edito dalla Sperling, è davvero una miniera di risorse artistiche e culturali, ma l’organizzazione che dovrebbe promuovere i siti e occuparsi dei turisti sembra essere bloccata, tanto da fare cilecca nella maggior parte dei casi. Giusto per farvi un esempio riguardo all’accoglienza dei turisti stranieri, l’autore nel capitolo dedicato a Roma mette in evidenza le difficoltà che un viaggiatore trova appena sceso dall’aereo: i due euro per il carrello necessario a trasportare i bagagli (servizio gratuito all’estero); attraversamenti pedonali messi in punti dove passare è pericoloso; cartelli con indicazioni non comprensibili a tutti e spesso limitati a sole quattro lingue. Secondo Casalini, e non gli si può dare torto, è anche la poca conoscenza degli usi e costumi dei tanti turisti che arrivano da noi a rendere limitato il servizio per chi è in vacanza. I cinesi sono molto presenti e interessati alla nostra nazione, ma le strutture ricettive che dovrebbero rendere piacevole il loro soggiorno sono del tutto inadeguate a questo compito. In molte mancano indicazioni in lingua asiatica. Altro particolare da non trascurare è che a differenza della maggior parte delle persone che attingono le bevande da frigobar nelle camere d’albergo, il popolo cinese beve litri su litri d’acqua calda e the. La pecca, come emerge dall’indagine dello scrittore, è che la stragrande maggioranza delle strutture per turisti sono sprovviste di bollitori per l’acqua nelle camere da letto. Sembrano sciocchezze, ma come a noi piace trovare qualcosa di casa nostra quando siamo all’estero, non credete che farebbe piacere anche agli asiatici potersi scaldare un po’ d’acqua in camera senza doverla richieder al bar?

In Fondata sulla bellezza, Emilio Casalini prende il lettore per mano e lo porta in un viaggio itinerante attraverso un’Italia composta di stranezze, di paradossi che evidenziano come la mancata collaborazione tra le parti impedisca la rinascita del turismo. In questo caso, dove sembra non esserci una strada precisa da seguire, Casalini evidenzia l’esistenza di piccoli tentativi di rinascita che lottano per imporsi e che danno esiti positivi. Gli Alberghi diffusi (abitazioni adibite ad alberghi, che accolgono il turista facendolo sentire a casa e offrendogli le risorse migliori del territorio, sono stati avviati da Giancarlo Dall’Ara, esperto di marketing e turismo negli anni ’80) sono “una luce nella nebbia” e per tale ragione dovrebbero essere presi come modelli ideali da considerare per risollevare l’intera economia nazionale.

Ognuno di noi dovrebbe tenere sottomano questo libro per capire che forse è possibile uscire da questa crisi nera, prendendo coscienza del valore trascurato del nostro patrimonio artistico, culturale e gastronomico, scoprendo che forse prima ancora che sul lavoro la vera identità degli italiani e dell’Italia è quella di essere una repubblica fondata anche su una grande bellezza, come ci illustra con cognizione di causa Emilio Casalini.

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