Editing ‒ La musicalità delle parole (e non solo)
Ci eravamo lasciati giovedì scorso con il seguente testo:
***
Maurizio decise all’improvviso, preso da una strana sensazione verso sua sorella Flavia, ne era talmente convinto che quella stessa sera la chiamò e le chiese di incontrarsi il giorno successivo al bar sotto casa della loro madre, era il luogo dove anche da adolescenti andavano per parlare con calma di cose importanti.
«Di cosa vuoi parlarmi?» chiese Flavia.
«Ti spiego domani…»
«Non vorrai farmi una delle tue filippiche contro Toni, vero?»
«Diciamo che vorrei farti ragionare.»
«No, senti Maurizio, io non ho voglia dei tuoi ragionamenti che mi fanno solo stare male!»
«È per il tuo bene!»
«Il mio bene lo decido io se permetti!»
«Piantala e ascoltami, dimmi dove domani.»
«Io non vengo da nessuna parte! Sento già odore di bruciato!»
«E allora verrò a casa tua!»
«E allora io andrò da Sabrina!»
«Cazzo stai dicendo?»
«Hai sentito bene, tu rompi a me e io mi organizzo di conseguenza».
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Le domande erano: hai pensato al ritmo? Hai pensato alla tensione narrativa? Hai pensato alla musicalità? Hai pensato al respiro del lettore?
Escludete la parte dialogica, provate a osservare la frequenza della r.
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MauRizio decise all’impRovviso, pReso da una stRana sensazione veRso sua soRella Flavia, ne eRa talmente convinto che quella stessa seRa la chiamò e le chiese di incontRaRsi il gioRno successivo al baR sotto casa della loRo madRe, eRa il luogo dove anche da adolescenti andavano per paRlaRe con calma di cose impoRtanti.
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Ci sono 18 erre. Ricordate che la erre trasmette una sensazione di durezza, di forza, di movimento brusco, quindi pensando alla decisione di Maurizio, le tante erre potrebbero andare bene. Ma c’è un ma.
Osservate ora la frequenza della s.
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MauRizio deciSe all’impRovviSo, pReSo da una StRana SenSazione veRSo Sua SoRella Flavia, ne eRa talmente convinto che quella SteSSa SeRa la chiamò e le chieSe di incontRaRSi il gioRno SucceSSivo al baR Sotto caSa della loRo madRe, eRa il luogo dove anche da adoleScenti andavano per paRlaRe con calma di coSe impoRtanti.
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Ci sono 22 esse. Ricordate che la esse è una consonante fricativa, sibila. Dona la sensazione di fluidità, di movimento senza attrito, di leggerezza.
Se con la erre avevamo ottenuto una sensazione di durezza, con la esse abbiamo creato il suo esatto contrario. Un contrasto che non funziona in termini di sensazioni. Ma a parte questo, su cui un editor dovrebbe riflettere, rimane un eccesso nella frequenza delle due consonanti che anche musicalmente è disturbante. Provate a leggere ascoltando bene la erre e la esse, non sentite quanto si sentono? Troppo. Decisamente troppo. La musicalità in un testo è importante perché esistono lettori assai uditivi e dunque molto sensibili ai suoni.
In un dialogo il ragionamento musicale potrebbe portare a conseguenze più complesse perché la brevità comprime i suoni, ecco che l’accortezza editoriale dovrebbe essere ancor più severa.
Negli anni ho riscontrato quanto gli scrittori trattassero con sufficienza la musicalità delle parole, non capendo che le sensazioni ai lettori si possono donare attraverso varie modalità, alcune così subliminali da essere potenti quanto o più dei contenuti espressi.
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Va da sé che la r e la s non esauriscono la riflessione musicale sul testo proposto, si potrebbe osservare per esempio il rapporto fra le vocali a e o. La scrittura, dal punto di vista fonetico, è una danza, a volte serve il Lago dei Cigni, altre volte il rap, altre ancora una caraibica bachata, l’importante è che lo scrittore ne abbia consapevolezza, soprattutto per l’impatto emotivo sui lettori.
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