Editing ‒ L’ambientazione
Dimenticate per un attimo le domande obbligatorie della scorsa puntata, come pure i personaggi e la trama, concentratevi invece ora sulle ambientazioni della storia. Per ambientazione si intende, in breve, il luogo e il tempo della narrazione, tuttavia tanti sono gli elementi da considerare. Pensate alla differenza di atmosfera per una scena ambientata all’alba o a notte fonda. In un mese invernale o a Ferragosto. In una mattina di pioggia o nel tardo pomeriggio con il vento caldo da sud. Una baita in un paesino di montagna o un appartamento nella periferia di Bologna. Nel 1971 o nel 1992. L’ambientazione è anche il contesto politico e sociale in cui si sviluppa la storia. Se un personaggio frequenta una medesima università nel 1975 o durante il Movimento del ’77, avrà abitudini e paure e speranze differenti.
Per semplificare, il dove e il quando rappresentano per lo scrittore scelte che impatteranno diversamente nella vita dei personaggi e nella storia.
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Lo sfondo dell’ambientazione non di rado anticipa temi che poi si incontrano alcune pagine o decine di pagine dopo. È il suo ruolo mettere nel piatto concetti, simboli, significati utili allo sviluppo della trama o quanto meno per potenziare il climax.
Gli scrittori, soprattutto quelli alle prime armi, sono iperconcentrati nei personaggi e nell’intreccio, dimenticando invece che le ambientazioni possono alterare e condizionare chi legge verso certe direzioni. La creazione di atmosfera dipende spesso da un’ambientazione.
Esempio.
Prima situazione.
Una ragazza sta attendendo la chiamata che comunicherà l’esito di un colloquio di lavoro, che sembra essere andato abbastanza bene. Ci crede. Ci spera. È una splendida giornata di sole, entra in un bar e vicino a lei ci sono alcuni giovani che fanno colazione, tutti sorridenti. La ragazza riceve la telefonata e le dicono che hanno scelto lei. Dopo avere chiuso la chiamata, urla senza preoccuparsi di chi è vicino, gioisce, sorride.
Seconda situazione.
Una ragazza sta attendendo la chiamata che comunicherà l’esito di un colloquio di lavoro, che sembra essere andato abbastanza bene. Ci crede. Ci spera. Fuori diluvia e sta camminando in un corridoio di ospedale per recarsi dalla zia che ha avuto un incidente in auto il giorno prima. Ci sono alcuni giovani che attendono seduti in una sala. La ragazza riceve la telefonata e le dicono che hanno scelto lei.
Capite che il dove è del tutto diverso, lo stesso dicasi per il tempo atmosferico. La scelta dell’ambientazione porta ai lettori concetti, simboli, significati. Una stessa scena con gli stessi personaggi ma con ambientazioni differenti crea atmosfere che possono dare emozioni altrettanto differenti.
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Chi edita dovrebbe sezionare una scena: chi sono i personaggi coinvolti? In quale punto della trama ci si trova? Perciò che tipo di ambientazione servirebbe? Capita spesso che l’ambientazione sia del tutto fuori asse, sconnessa dalla trama e dall’arco di trasformazione dei personaggi. Abbiate sempre in testa il concetto di cambiamento: dal nero al bianco, dall’approssimativo al preciso, dall’ordinario allo straordinario, dal noioso allo stimolante, eccetera. Il cambiamento è nutrito dalle ambientazioni. Non dimenticate che ciò aiuta anche il ritmo: una scala mobile della metropolitana nel centro di Milano accelera (in generale) oppure rallenta (se poco prima il personaggio stava correndo per non perdere la coincidenza); un bar di periferia alle 6:00 del mattino potrebbe donare una sensazione accelerata più dello stesso bar alle 9:00 sempre di mattina, dipende non solo dalle persone presenti, ma anche dall’arredamento, dai rumori, dalla musica, dai colori delle pareti, dalla presenza di una vetrata sulla strada o no, eccetera; 30 secondi prima di un incidente caricano la tensione narrativa con il rallentamento del ritmo: la presenza dei sensi attaccati alla scena può essere potente se il tempo si dilata.
A proposito di sensi rapportati all’ambientazione, nella prossima puntata ve ne parlerò.
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