Editing ‒ Il rimando funzionale
Nelle prime puntate ci siamo posti quattro domande per introdurre alcuni argomenti che un editor dovrebbe sempre controllare. Veniamo oggi al concetto di rimando funzionale (valido, bene inteso, soprattutto nella narrativa, assai meno nella saggistica).
Un’accurata revisione di un romanzo processa le imperfezioni ma contemporaneamente sceglie una serie di interventi aggiuntivi che valorizzino una trama. Un tipico intervento è la distribuzione dei rimandi funzionali.
Un rimando, lo dice la parola, è l’azione di rimandare, invece per funzionale si intende che risponde a una funzione. Un rimando funzionale, in modo preciso, è inserito in un determinato punto di una storia per alimentare la curiosità del lettore e per soddisfare un paesaggio letterario che si scoprirà più avanti.
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Un esempio semplice.
***
Marilena e Cristiano si incontrano per la prima volta in una caffetteria del centro grazie a un’amica comune, Flavia. I tre chiacchierano per circa un’ora quando Cristiano dice che è costretto ad andare via per un altro impegno.
«Se non ti dispiace, chiedo il tuo numero di telefono a Flavia…»
«Va bene», risponde Marilena.
***
La scena si chiude così e a distanza, per esempio, di una decina di pagine ritroviamo Cristiano che digita sul cellulare il numero di Marilena. Se non ci fossero state quelle due battute di dialogo nella prima scena non avremmo avuto il rimando funzionale. La richiesta gentile di Cristiano e l’approvazione di Marilena hanno alimentato la curiosità e soddisferà il paesaggio letterario della seconda scena.
Immaginate che lo scrittore avesse scritto solo quanto segue:
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Marilena e Cristiano si incontrano per la prima volta in una caffetteria del centro grazie a un’amica comune, Flavia. I tre chiacchierano per circa un’ora quando Cristiano dice che è costretto ad andare via per un altro impegno. Le due amiche finiscono il loro cappuccino con più calma.
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Nessun rimando funzionale, nessuna tensione verso il futuro, nessuna nuova curiosità da piantare nella testa dei lettori.
Questo è un esempio semplice di come qualsiasi scena possa essere modificata in maniera funzionale. I rimandi funzionali dovrebbero essere numerosi in una storia, un labirinto continuo di rimandi: alcuni saranno palesi, altri più sofisticati e meno evidenti. In generale, gli aspiranti scrittori e quelli alle primissime pubblicazioni tendono a utilizzare troppo poco il rimando funzionale, convinti che la loro trama sia già sufficientemente intrigante, spesso non è così. La curiosità va influenzata con tecniche di inserimento di microscene che spostino in avanti nel tempo i lettori, costringendoli a fantasticare su quanto accadrà.
Considerate, inoltre, che l’utilizzo dei rimandi funzionali aiuta l’aumento della tensione narrativa e se la immaginate come una serie di onde sulla battigia, ci sarà un moto di inspirazione e respirazione per dirla in altri termini, un movimento ritmico di eccitazione e risacca. Attenzione a dove chiedete allo scrittore di porre un rimando funzionale. Se nella trama c’è un momento di risacca (di calma tensiva, in termini semplici), è sconsigliato l’inserimento di un rimando funzionale (a meno che non sia assolutamente necessario) perché, in generale, esso aiuta la crescita della tensione narrativa.
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Quando Cristiano dice «Se non ti dispiace, chiedo il tuo numero di telefono a Flavia…» non è certo un momento di risacca dell’onda emotiva perché il lettore non vede l’ora di conoscere la risposta di Marilena.
Ecco che avete capito un altro elemento importante: se vi servisse aumentare un po’ la tensione narrativa in un determinato punto, anche un rimando funzionale potrebbe ottenere tale risultato. Per complicare un po’ il quadro, la prossima volta vi parlerò del rimando funzionale ciclico, utilissimo in rapporto al climax.
Alla prossima puntata.
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