Editing ‒ Il mondo interiore di un personaggio (2)
Vi parlavo dello sviluppo delle paure e delle sofferenze, oltre ai desideri, a proposito dei personaggi. C’è un altro aspetto interessante da considerare quando ci si riferisce ai mondi interiori: la sessualità. Qui si esprimono fortissime emozioni, in positivo e in negativo, dal piacere alla gioia, dall’aggressività al potere, dall’amore alla vulnerabilità. La sessualità è un campo pressoché inesauribile di elementi che potrebbero essere modulati nei personaggi di una storia.
Qual è il problema di tanti scrittori? Si limitano soprattutto a scene di sesso, come se l’interiorità di un personaggio fosse soltanto connessa alla fisicità con un altro personaggio, senza invece considerare quanto si possa lavorare a livello narrativo sullo sviluppo della tensione sessuale, ben prima della fisicità. Il sesso è anche un tipo di comunicazione, dallo sguardo agli odori, dalle parole espresse alle parole non dette ma palesate in altri modi. Pensate al ruolo della bocca quando una persona parla, pensate a come una donna possa concentrarsi sulle labbra di un uomo e soltanto in questa scena creare tensione narrativa, oltre che sessuale. L’abilità di chi scrive sta nel soffermarsi senza esagerare, nel raccontare senza esagerare, nell’amministrare le emozioni dei coinvolti senza esagerare. Quando dico «senza esagerare» intendo non far divenire una scena inverosimile, tutto dovrà sembrare verosimile, come se fosse in una scena reale, così che un lettore possa identificarsi con facilità.
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Nell’intimità sessuale di un personaggio c’è un rapporto con se stesso e un rapporto con gli altri (uno o più). Il legame fra i due rapporti andrebbe pensato con attenzione, anche per rivelare ai lettori soltanto ciò che serve, ripeto, soltanto ciò che serve, ai fini della trama.
La sessualità si lega alla perdita di controllo, perciò in questo è interessante sviscerare i componenti caratteriali di un personaggio per poi farli esplodere nel momento dello smarrimento interiore. Facciamo un esempio. Clizia si sta infatuando di Michele, non è successo ancora nulla con lui, ma per ragioni lavorative hanno modo di incontrarsi spesso nelle riunioni aziendali. Incontro dopo incontro Michele, che è un entusiasta, riesce sempre a dire qualche parola che Clizia ritiene positiva non tanto e solo per gli obiettivi lavorativi, ma anche per la vita quotidiana fuori dall’azienda; questa sua capacità di avere una visione lucida e costruttiva verso l’esistenza la affascina sempre più. Lei comincerà a pensare alle sue frasi (senza nominarlo nel testo) mentre cucina, mentre legge o mentre guida, creando così un percorso di avvicinamento a Michele per affinità di argomenti. Tutto ancora è nella testa di Clizia, con lui c’è soltanto «buongiorno» e poco più, ma nelle settimane e nei mesi aumenta la complicità comunicativa fra loro. Nel frattempo, Clizia l’ha cercato sui social e si è informata in azienda chiedendo a qualche collega, senza dare adito a ulteriori domande negli altri, in leggerezza. Ci sarà infine un momento in cui Michele la invita per un caffè e lei, pur disinvolta, vivrà momenti di confusione mentale da temere la perdita del controllo.
Questo viaggio di aumento di tensione sessuale può essere gestito dall’editor facendo notare allo scrittore che prima della tensione verso l’esterno, sarà opportuno lavorare sui piani interiori. Non a caso, non troppo poco, non così tanto per fare, ma con il chiaro obiettivo di portare sempre più il lettore a una domanda costante: «E adesso cosa farà Clizia?». Ben prima dell’eventuale fisicità fra i due.
Ora, a qualcuno potrà sembrare ovvio, eppure vi garantisco che sono innumerevoli le volte in cui il passaggio dal rapporto con se stesso al rapporto con l’altro (oltre al loro intreccio), in una dinamica di tensione sessuale, è stato eseguito con troppa superficialità o velocità.
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Perciò considerate una parola magica quando si parla di questo tema: resistere. La resistenza dovrebbe far parte del vocabolario strutturale dell’agire di un editor: trovare modi per far resistere i personaggi di fronte a qualcosa che temono, che vogliono, che inseguono, in particolare quando si parla di sessualità.
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