Editing ‒ Come si fa l’editing di un romanzo partendo da una domanda
Ci eravamo lasciati la settimana scorsa con un quesito: come rapportare lo sviluppo della storia e l’arco di trasformazione del personaggio principale? Qui la faccenda si complica: un editor dovrebbe avere chiaro nella sua testa che nel 99% dei casi un autore non ci pensa. Per quale ragione?
Supponete, per quanto riguarda i contenuti, di avere una trama con tre personaggi principali, che definiamo A, B e C. A vivrà un arco di trasformazione, B un altro e C un altro ancora. È probabilissimo che si incroceranno più volte durante la trama, talvolta si influenzeranno. Saranno presentati sogni, peripezie, azioni, dialoghi, ansie eccetera di ogni personaggio con il fine di produrre una serie di conflitti che aumenti la tensione narrativa.
L’intreccio si costruisce non soltanto con lo spazio dedicato ad A, B, C, ma anche con descrizioni di un quadro, di un paesaggio, di un edificio, di un momento di gioco fra bambini (personaggi non protagonisti); si costruisce cambiando un punto di vista (potrebbe essere di un narratore esterno in qualche capitolo), mostrando una lettera scritta molti anni prima da qualcuno (personaggio non protagonista), raccontando la solitudine di un animale nella periferia di una grande città.
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Tante potrebbero essere quelle parti che non dipendono da A, B e C con la funzione di trasmettere un concetto, un simbolo, un segreto. Inoltre, potrebbero essere presentate con un ordine preciso, per esempio iniziando con emozioni malinconiche per giungere verso la fine del romanzo a emozioni gioiose. Immaginate invece che A, B, C, alla fine della trama, trasmettano emozioni di infelicità, ecco che tutto ciò che non coincide con A, B e C, quelle emozioni gioiose di cui sopra, potrebbe rivelarsi una chiave di lettura per comprendere il senso del romanzo.
Va da sé che la questione potrebbe complicarsi di gran lunga mettendo in relazione gli archi di trasformazione di A, B e C con tutto ciò che è altro da A, B e C: si racconta per esempio due volte di un cane della periferia di Roma abbandonato da qualcuno e che alla sua terza comparsa viene trovato dal personaggio principale B, ecco che nasce una relazione.
Nonostante le eventuali relazioni fra A, B e C con altri elementi della storia, rimane fermo un punto: lo sviluppo della storia concerne le vicende di A, B e C e di altro. Questo altro ha un ruolo altrettanto importante perché può alimentare la tensione narrativa, può avere una stilistica peculiare, può possedere un ritmo, può portare i lettori verso certe direzioni, può depistare, può influenzare A e/o B e/o C, ecco la ragione per la quale la domanda all’inizio (come rapportare lo sviluppo della storia e l’arco di trasformazione del personaggio principale?), nonostante sembri a non pochi autori poco utile, rappresenta una delle chiavi per incuriosire maggiormente chi legge.
Semplifico la questione: gli scrittori sono spesso troppo concentrati sulle vicende dei protagonisti di una storia senza considerare che quegli stessi protagonisti potrebbero essere più caratterizzati, più densi a livello emotivo e più intriganti utilizzando meglio lo spazio dedicato ad altro.
Concentrarsi eccessivamente sui protagonisti principali A, B e C è un’opportunità sprecata che impatta anche sul ritmo e la tensione narrativa di una storia.
La narrativa è una magia costituita di detto e non detto, non bisognerebbe dimenticarlo mai, e il non detto ha la capacità di fare esplodere l’immaginario di chi legge molto più del detto. Vale anche per altro menzionato poc’anzi, tutto ciò che è altro in un romanzo avrà bisogno di riflessione e non di banale conseguenza dell’eccessiva concentrazione su A, B e C.
Un quadro dentro una villetta a schiera avrà forse una relazione con un personaggio minore che poi si presenterà dopo 43 pagine e che servirà al climax della storia che coinvolge A; un paesaggio trevigiano su un cartello pubblicitario che parla dei vigneti di Prosecco avrà forse una relazione con una serata fra alcuni amici di B dopo 71 pagine; la descrizione del fiume Saline in Abruzzo nei pressi di Picciano potrebbe essere connessa dopo 25 pagine con un annegamento nello stesso fiume di un vecchio compagno di scuola di C.
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Questo significa che altro è sempre relazionato ai personaggi principali? No, ma ho usato questi esempi per mostrare come, a livello simbolico, al di là dei contenuti, si potrebbe creare un labirinto di rimandi utili ad alimentare il ritmo e la tensione narrativa.
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