E se Robert Louis Stevenson ci facesse da guida spirituale?
Cosa accadrebbe se decidessimo di partire lasciandoci trasportare da una guida spirituale come Robert Louis Stevenson?
Tino Franza l’ha fatto, ha accolto l’invito nascosto fra gli scritti del grande autore e ha finito per riscoprire alcune parti di sé stesso attraverso una lunga camminata fra le Cevénnes francesi. La testimonianza esiste, si chiama In cammino con Stevenson ed è edita da Exorma Edizioni.
Con questa esperienza alle spalle, Tino Franza ha scritto uno di quei libri dai quali ci si separa a fatica, anche a lettura ultimata si volta pagina nella speranza che il racconto continui, invano.
L’unica alternativa rimane quella di mollare tutto e partire, inseguire il primo sentiero fino al bivio che ci condurrà al nostro personale viaggio, all’avventura che il testo ci ha fatto sognare e a quel desiderio di scoperta che ci ha resi assetati e impavidi di fronte alla prospettiva di chissà quali stravaganti incontri.
Questo è in fondo il più grande merito del romanzo di Tino Franza, nato a sua volta dalla passione per le avventure frutto della fantasia di Robert Louis Stevenson: scrittore, drammaturgo e poeta scozzese noto al mondo per testi come L’isola del tesoro e Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde.
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Malgrado questi siano solo due piccoli esempi delle capacità narrative di Stevenson, è un testo in particolare a ispirare l’autore a tal punto da convincerlo a partire: Viaggio nelle Cevénnes in compagnia di un asino (pubblicato in Italia da Ibis Edizioni).
«Il viaggio che questo libretto descrive fu per me assai piacevole e fortunato. E dopo un inizio maldestro ebbi la sorte dalla mia fino alla fine».
Il viaggio di Stevenson ha come sfondo la Francia del 1872, dodici lunghi giorni attraverso le Cevénnes, a piedi e con la sola compagnia di un’asina: Modestine.
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Per lo scrittore scozzese non fu solo un viaggio utile alla ricerca di nuovi spunti narrativi ma anche e soprattutto un percorso di riscoperta interiore, una vera e propria pausa di riflessione alla quale si ricollega anche il più recente percorso testimoniato da Tino Franza.
In cammino con Stevenson è infatti un doppio viaggio, quello sulle tracce dello scrittore e uno più intimo e profondo, rivolto verso un mondo interiore e ricco di spunti filosofici su quella che può essere in qualche modo definita come “l’arte di camminare”.
Fra intersezioni e rimandi i molteplici viaggi scorrono più o meno paralleli, inutile dire come le evidenti differenze coinvolgano in particolare l’ambientazione: le locande non sono senz’altro le stesse e nemmeno le case o gli abitanti. Anche la compagnia non è così stravagante come quella di un’asina. Franza viaggia in solitudine e ciò non toglie che, spesso, durante la lettura si finisca con il pensare che i diversi incontri dell’autore siano fin troppo romanzati, frutto di un’intrigante fantasia che solo metaforicamente riesce a rispecchiare la realtà dell’accaduto.
Eppure chissà, in fondo ogni camminatore solitario nasconde un lato particolare e ha a sua volta la capacità di osservare oltre le apparenze, il suo sguardo cammina lento e ha il tempo per soffermarsi su dettagli che chiunque altro finirebbe per non notare.
Ecco allora che da Le Monastier-sur-Gazeille a Saint-Jean-du-Gard il lettore si ritrova a camminare fra due storie, fra gli stessi luoghi ma circondato da persone ed emozioni diverse. Quello compiuto dal lettore è forse un terzo viaggio, completamente differente rispetto ai primi due ma ancor più interessante.
Alla pari di Stevenson, Tino Franza si conquista un posto nel cuore di chi si ferma ad ascoltarlo. Camminatore tenace e incuriosito osservatore Franza collabora a riviste come «Nigrizia», «S.E.A.S.», «Sikania» e «Pagine dal Sud». Si interessa di migrazioni, viaggi nell’età coloniale e percorsi a piedi.
Fra le pubblicazioni più recenti troviamo Paesaggi dell’Agro Netino. A piedi per antichi sentieri (C.U.E.C.M. 2007) e La lunga marcia. Viaggio sentimentale a Santiago de Compostela (A&B 2008).
In Cammino con Stevenson rappresenta e racconta le memorie nate da uno dei suoi più sentiti tragitti ma non certo l’ultimo che Tino Franza vorrà condividere con noi.
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