E se l’amore ci avesse delusi? Il sesso del futuro secondo Emily Witt
Sono una fan delle idee femministe, sostengo la parità di genere e l’indipendenza in ogni aspetto della vita, sono orgogliosa di tutte le conquiste fatte dalle donne nel corso della Storia e mi sorprendo sempre quando qualche mio coetaneo pronuncia frasi che implicano ancora una netta divisione dei ruoli all’interno della coppia, così l’uscita per i tipi di minimum fax di Future Sex (traduzione di Claudia Durastanti) ha stuzzicato subito la mia curiosità.
Essere single a trent’anni genera spesso sentimenti di paura e ansia legati alla possibilità di non riuscire più a trovare quel tipo di amore grazie al quale costruire un rapporto duraturo e nel quale trovare l’epilogo delle proprie esperienze sessuali. Questo almeno accade se si considera la vita di coppia come la stazione d’arrivo della sessualità e dell’affettività; poco importano le conquiste raggiunte con la rivoluzione degli anni Settanta, il matrimonio resta comunque il punto di arrivo a cui tutti, etero e gay, mirano. In una cultura in cui comunque il sesso è pensato principalmente all’interno della coppia, è difficile orientarsi all’improvviso in un nuovo sistema di valori, così quando Emily Witt si ritrova single a trent’anni deve imparare a gestire la sua piena libertà sessuale: «In quel momento ero una persona che cercava di stare al mondo, una persona che aveva relazioni sessuali impossibili da descrivere con il lessico a disposizione e che venivano meno ai suoi ideali morali». Nasce così Future Sex, un saggio letterario che indaga le possibilità dell’amore libero interrogandosi sul senso profondo della libertà stessa.
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Una narrazione aperta che esplora il sesso nelle sue forme più particolari mettendo in luce un mondo fatto di relazioni non monogame in cui il piacere fisico viene messo al primo posto: dal coregasm ai film porno, dalle dirette web al poliamore, dai contraccettivi al burning man. La cosa interessante del libro è, da una parte, la riflessione sincera e in alcuni casi critica dell’autrice durante la scoperta di alcune pratiche sessuali e, dall’altra, la puntuale descrizione anche storica dei singoli mondi a cui è dedicato ogni capitolo. Così entriamo, ad esempio, nell’universo del porno attraverso la porta principale e incontriamo la regista Princess Donna Dolore sul set di Public Disgrace, la serie di pornografia online da lei inventata che mette in scena fantasie complicate come il sesso di gruppo; naturalmente assistere alle riprese di uno di questi episodi mette il lettore di fronte a un argomento spesso considerato tabù e la bravura della Witt sta tutta nella capacità di descrivere con obiettività ciò che vede, senza mistificazione. In Future Sex il sesso è sesso, si entra nei dettagli senza perifrasi o metafore e il lettore è costretto a scontrarsi con la naturalezza dell’argomento e, passato lo sgomento, a riflettere così come riflette l’autrice durante il suo percorso: «Ero ostile alla pornografia non solo perché quelle immagini non mi stimolavano, ma perché non volevo essere eccitata dal sesso che non somigliava al sesso che volevo fare. […] Però un giorno lo feci lo stesso». Allora poi viene naturale chiedersi cosa rappresenta il porno per la nostra società e per la libertà: «Il porno alla Kink faceva riflettere sulle regole. In particolare quelle su quali erano le fantasie sessuali legittime per una persona dotata di morale. […] A volte evitiamo delle esperienze non perché sappiamo già che non ci piacciono, ma perché non vogliamo che ci piacciano».
Ho accennato al capitolo dedicato alla pornografia perché è quello più carico di implicazioni sociali e il più provocatorio ma Future Sex esplora davvero in moltissime direzioni ciò che significa sessualità nel mondo moderno e lo fa nel modo più obiettivo possibile, andando oltre le naturali barriere che siamo abituati ad alzare di fronte a tutto ciò che non fa parte della nostra “normalità”. Un saggio letterario che permette di riflettere con cognizione di causa sul mondo che ci circonda e sul nostro modo di leggerlo: «Arrivai a percepire in maniera acuta il modo in cui la tradizione si imponeva sul mio senso dello stare al mondo, soprattutto quando mi ritrovavo a viaggiare in posti in cui i vecchi ordini sociali erano ancora intatti, dove i convenevoli iniziavano con un ‘Sei sposata?’, oppure ‘Hai dei bambini?’ In quelle circostanze mi chiedevo se rispondere di sì mi avrebbe resa più felice. […] La mia libertà non mi era piaciuta perché non volevo precipitare al di fuori di tutto ciò che era normale».
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Certo il punto di vista di Emily Witt non può che essere femminile ma Future Sex non è una lettura utile soltanto alle donne, il modo in cui si approccia alla sessualità infatti è uno spunto di riflessione per tutti che porta a un modo più maturo e consapevole di intendere le relazioni e la propria disposizione verso un tipo di rapporto piuttosto che un altro.
Per la foto, copyright: rawpixel.com.
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