E-book o cartaceo? I motivi della scelta sono nel nostro cervello
Cartaceo o e-book, qual è il migliore? I motivi della scelta si nascondono nel nostro cervello.
Nella descrizione di un video postato su YouTube nel 2011, in cui sua figlia preme sulle figure di una rivista come se fossero icone di un iPad, Jean-Louis Constanza dice «La tecnologia codifica le nostre menti […] per i nati nell’era digitale, le riviste sono inutili e impossibili da comprendere». Forse si tratta di un’affermazione un po’ troppo forte, ma c’è sicuramente qualcosa di vero. Chi è nato in questa epoca di computer, touch-screen, smartphone ecc. ha certamente un approccio diverso alla tecnologia rispetto a coloro che questa evoluzione tecnologica l’hanno vissuta.
Molti lettori forti preferiscono il cartaceo per svariati motivi e, anzi, se amano particolarmente un libro letto su un e-reader, tendono ad acquistarlo anche in versione “classica”.
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I dati ISTAT evidenziano che l’offerta del digitale, nel 2016, è aumentata di almeno il 25% rispetto al 2013 e che circa 4,2 milioni di persone ne hanno usufruito (ovvero, il 7,3% della popolazione dai 6 anni in su). Secondo il 46% degli editori, «il principale fattore che ostacola la diffusione degli e-book in Italia è l’immaterialità del libro digitale» (quiil dettaglio del rapporto ISTAT).
Ma, dal punto di vista scientifico, esistono delle differenze tra leggere e-book e leggere su carta? Come si comporta il nostro cervello nei due casi?
Partendo dall’assunto che il linguaggio scritto è un’acquisizione relativamente recente per l’uomo, le aree cerebrali che si attivano quando leggiamo sono, oltre a quelle visive, anche quelle motorie: come se, quando leggiamo una parola, noi la stessimo scrivendo. Dunque, il nostro cervello considera le singole lettere come oggetti e durante la lettura di un testo crea una sorta di mappa. Ecco perché in certi casi quando cerchiamo di ricordare un passaggio di una lettura, nella nostra mente appare l’immagine della pagina su cui la frase che stiamo ricordando è scritta.
Dal 2000 in poi, molti studi sul cervello hanno focalizzato l’attenzione sulle differenze tra leggere su carta, su computer o su un e-reader. In molti esperimenti, i lettori digitali hanno mostrato maggiore affaticamento e risultati di comprensione del testo lievemente più scarsi. Le spiegazioni che i vari scienziati danno a questo fenomeno sono diverse: l’abitudine al formato cartaceo, la difficoltà di muoversi all’interno di un testo digitale, ma anche il fatto che molti considerano la lettura su schermo meno “seria” di quella su carta. A dimostrazione di questo, uno studio del 2011 in cui a due gruppi di lettori si dava lo stesso, breve, lasso di tempo per leggere: i due cluster hanno raggiunto gli stessi risultati (per approfondire). Ricordiamoci, però, che il nostro cervello è molto plastico e che piano piano attiverà meccanismi di adattamento alle nuove tecnologie: ciò che ora secondo i tanti esperimenti, rimane meno impresso se letto in digitale, un domani potrebbe avere lo stesso valore di quanto letto in cartaceo.
Certo, gli e-reader non potranno mai avere il fascino del cartaceo, anche solo per il fatto che l’odore delle pagine stampate, tanto importante per noi lettori “vecchio stampo”, non sarà mai riproducibile. Però, di idee in giro ce ne sono molte e i dispositivi disponibili sono sempre più evoluti, sia nella riproduzione dell’effetto dell’inchiostro sulla pagina, sia nella visualizzazione della quantità di pagine lette e da leggere. Da segnalare, tra i modelli più innovativi, un interessante prototipo del coreano KAIST Institute for IT Convergence, che permette addirittura di sfogliare le pagine, e l’idea, di Fabrice Dubuy (anche questa rimasta a livello di prototipo), di un e-reader a doppia pagina.
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C’è da dire, inoltre, che gli e-reader potrebbero portare a una letteratura più interattiva di quella che permette il cartaceo; molti testi scolastici, ad esempio, prevedono sia le versioni classiche, sia quelle ibride, sia quelle solo digitali (e interattive). Ricordate i libri-game che andavano di moda negli anni Ottanta? Ecco, negli e-reader sarebbe molto semplice crearne versioni più complesse e strutturate, e si potrebbero inserire anche altre opzioni multimediali, come colonne sonore o immagini, o l’interazione con altri utenti… Il formato digitale può anche rivelarsi molto utile in presenza di deficit cognitivi di vario genere (qui si parla di e-book e dislessia, ad esempio).
Dunque, a ciascuno la sua scelta! Leggiamo in e-book o in cartaceo, l’importante è tenere allenato il nostro cervello!
Copyright delle foto in ordine di inserimento: Anna Demianenko e Milos Tonchevski.
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