È ancora possibile diventare adulti? “Macerie prime” di Zerocalcare
Dopo il successo di Kobane Calling nel 2016, Zerocalcare ritorna in libreria con la sua ultima creazione: Macerie prime, edito da Bao Publishing. Un libro, questo, che fin dalle prime dichiarazioni si sapeva che sarebbe stato diviso in due parti: la prima è quella uscita il 14 novembre scorso, la seconda seguirà tra sei mesi esatti, a maggio 2018.
Presentando il libro, nel suo blog a fumetti, Zerocalcare lo definisce innanzitutto come un «esperimento». La ragione di questa definizione va ricercata nei due elementi che distinguono Macerie prime rispetto alla precedente produzione di Michele Rech, in arte Zerocalcare: da un lato,la scelta di aprire la narrazione a ben sei personaggi, il che esula un po' dallo stile autoreferenziale a cui l'autore ha abituato il suo pubblico, dall'altro la messa in discussione della tradizionale distanza fra tempo della realtà e tempo della finzione. Zerocalcare si dà davvero allo sperimentalismo nel momento in cui decide di abbattere questa barriera. Fra la pubblicazione di un primo e un secondo atto passeranno 6 mesi, lo lo stesso periodo di tempo che passerà all'interno della storia per i suoi esseri fittizzi, di solito soggetti a tempistiche a sé stanti. Così, nel progetto di Macerie prime, si assiste anzitutto a una volontà di avvicinare due mondi, quello della storia/finzione e quello della realtà.
Il rapporto fra realtà e finzione non è tuttavia solo una questione di "gestione delle tempistiche", anzi, si potrebbe addirittura dire che Macerie prime è tutto incentrato sul rapporto travagliato tra una realtà a cui ci si deve adeguare, per forza di cose, e il tramonto delle illusioni/finzioni.
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Scrivendo questo libro, Zerocalcare torna a confrontarsi con due dei grandi temi della sua produzione, l'infanzia e l'età adulta; ed è soprattutto dal desiderio di comprendere che cosa sia la seconda che viene il titolo del libro e la sua ispirazione. Vivendo in un'epoca che non dà più garanzie, l'autore arriva a rappresentare l'età adulta, vera protagonista di questo libro, come la capacità di «sopravvivere in mezzo alle macerie».
Infatti, se per un bambino l'essere adulti coincide con il superamento di una serie di "step precostituiti", da "grandi" le cose appaiono più complesse. Quel senso di completezza che si sperava di raggiungere semplicemente con il passare degli anni, talvolta non arriva. Così "diventare grandi" assume un altro significato e altre implicazioni: acquisire l'abilità darwiniana di adattarsi alla realtà, abbandonando i sogni e le finzioni infantili. All'ideale dell'adulto come "qualcuno che è arrivato", si sostituisce allora quello di "qualcuno che è in cammino" e forse sta anche sbagliando strada, ma la cerca comunque tra le macerie.
In queste macerie di una realtà cinicamente presente sono costretti a destreggiarsi i personaggi del libro fra sogni disattesi, amori traballanti e un senso di insicurezza che pervade ogni pagina.
Accanto ai personaggi e al protagonista-autore vi sono poi quegli enti-allegorie, che sono ormai una cifra stilistica dell'autore. Si ritrova così l'Armadillo-Coscienza, più che mai in crisi, il giudice Torquemada-Integrità, il Guardiano della notte, che difende dai sensi di colpa, e infine una nuova figura: il Panda-Menefreghismo che prova a soppiantare la coscienza dell'autore quando le cose si fanno complicate. Sì, perché questa età adulta, vagheggiata durante l'infanzia come qualcosa di perfettibile, è fatta di mancanze oggettive, come quella di un lavoro (per citare solo quello che tocca a Cinghiale), ma anche e soprattutto di quei mostri interiori, che popolano le macerie in cui già vivono i personaggi. Quei mostri sono «le cose feroci» che bisogna imparare a riconoscere: il timore di essersi preclusi un futuro che poteva essere migliore, l'invidia di quando si ritiene che qualcuno ha qualcosa che spetterebbe a noi, il senso di soffocamento di quando si è sommersi da richieste a cui si fatica a far fronte.
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Questi sono i mostri, avvertono i «disegnetti» di Zerocalcare, che possono cambiare il nostro modo d'essere, rovinare i nostri rapporti e portare all'isolamento e al menefreghismo verso gli altri.
Contro di essi è bene costruire delle salde fortezze, ma, una volta colpiti, non resta che reagire. Per ora sappiamo solo che il contrattacco, di qualunque tipo sia, ci aspetterà in libreria a maggio.
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