Due donne e il loro amore controcorrente. “Ladre di felicità” di Milena Costagliola
Ladre di felicità è il titolo del romanzo dell’esordiente Milena Costagliola, pubblicato da Fernandel. Il capoluogo campano fa da sfondo alla storia di Giulia e Angela, due donne diverse e simili nello stesso tempo.
Giulia ha trentacinque anni e abita in un quartiere degradato di Napoli. Sposata e con tre figli, sente il peso della routine quotidiana, che la spinge ogni tanto ad allontanarsi dalla sua realtà per mescolarsi tra la gente che affolla il centro della città. È proprio in una di queste fughe che incontra per caso Angela, una fotografa di trentadue anni di estrazione borghese. Iniziano a conversare, i loro sguardi si incastrano. Angela le confessa che ama fotografare il viso delle persone:
«Il tuo viso è molto espressivo, rivela quello che non dici con le parole. Io se ti guardo leggo la tua storia e anche l’emozione che stai vivendo in questo momento».
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Giulia è turbata. Prende timorosa il biglietto da visita della donna, stringendolo tra le mani come se fosse una cosa preziosa. Inutilmente cerca di allontanare il pensiero ossessivo di quell’incontro nello svolgimento delle attività quotidiane. Prova a concentrarsi sul ritorno del marito, Stefano, un camionista che viaggia per tutta Europa e spesso sta fuori per settimane. Si sono sposati giovani senza alcuna consapevolezza del loro amore. Del resto, una donna nata e cresciuta in quel quartiere può solo aspirare a fare la madre di famiglia. Al suo ritorno, il marito le annuncia che andrà a lavorare in Francia. Tornerà una volta al mese ma in compenso guadagnerà il triplo e potrà mandare i figli in vacanza. Giulia non è d’accordo ma a nessuno interessa. Decide di tornare alla Villa Comunale e di sedersi sulla stessa panchina dell’altra volta. Vorrebbe vedere avanzare quella donna insieme al suo cane ma nulla. E allora si fa coraggio e la chiama, invitandola a prendere un caffè insieme. Un minuto dopo se ne pente. Non hanno nulla in comune ma il sorriso vivace di Angela continua a stregarla e così si convince a frequentarla. Impaurita si lascia guidare passo dopo passo alla scoperta dei loro reciproci sentimenti. Il ritorno a sorpresa di Stefano per un week end le farà capire che la persona che sente di tradire è Angela, non il marito.
«Angela è entrata dentro di me molto più di quanto non sia riuscito a fare Stefano in quindici anni di matrimonio».
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Non è facile per Giulia conciliare la sua vita di mamma con la nuova relazione d’amore che l’ha colta di sorpresa e sta crescendo con il passare dei giorni. A risolvere la situazione sarà Angela che con il suo pragmatismo la inviterà insieme alle bambine a trascorrere le vacanze alla sua casa al mare, mentre il figlio maggiore è in Inghilterra per studiare.
Il senso di colpa nei confronti dei figli divora Giulia ma le è impossibile staccarsi da quella donna. La convivenza sotto lo stesso tetto farà sì che Angela conquisti anche la simpatia dei figli di Giulia. Luigi, il maggiore, al suo ritorno intuisce qualcosa senza esserne infastidito. Ma proprio nel momento di massima felicità Don Antonio, capo di Stefano, scopre tutto e le grida il suo disprezzo, minacciandola di toglierle i figli. Non dirà nulla al marito a patto che smetta immediatamente di vedere quella donna. Giulia è a un bivio. Quella passione l’ha travolta, facendole cadere ogni certezza e distruggendo il mondo che si era costruita fino al momento del loro primo incontro. Che cosa sceglierà, Giulia: rispetterà le convenzioni, riprendendo il ruolo di donna di casa che le è stato affibbiato da quando era bambina oppure deciderà di ribellarsi e di lottare per non perdere la felicità assaporata per la prima volta?!
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Un amore difficile, proibito in una realtà arretrata e piena di pregiudizi. I personaggi e i luoghi in cui si svolgono le vicende sono descritti alla perfezione. Il lettore avrà l’impressione di vedere concretamente quello che sta leggendo. La scrittura è intensa ma scorrevole allo stesso tempo. Costagliola ha affrontato un tema delicato e difficile, scegliendo di raccontare un amore omosessuale, osteggiato non solo dai pregiudizi dell’odierna società ma, soprattutto, demonizzato nel quartiere ignorante e retrogrado, come quello in cui la protagonista vive.
Ladre di felicità è un romanzo scritto con l’intento di insegnare che l’amore può avere mille volti e non deve essere negato né ostacolato.
Per la prima foto, copyright: Corinne Kutz.
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