Dove stanno i soldi?
Ma dove stanno i soldi per far questo e quello, per rilanciare l’economia, per rinnovare i servizi, per rinfrancar lo spirito tra un enigma e l’altro?
Questa la domanda che attanaglia gli italiani in questa fase deprimente e noiosa, assorbita da chiacchiere mal motivate. Ma i soldi stanno, stanno eccome! Nei centosettanta miliardi di euro incassati nel 2013 dalle mafie nazionali, negli altrettanto incommensurabili miliardi evasi al fisco dai nostri paperoni arrogantelli e dai tanti che non emettono fattura e magari manco lavorano.
Questo non è un Paese di furbi, ma di poveri. Il numero di coloro che vive al di sotto della soglia di povertà relativa aumenta, ma aumentano anche coloro che non dichiarano, che evadono totalmente, che mentono di fronte a tutti noi. Già: l’Italia dei bugiardi, non dei furbi. L’Italia dove scopriamo che un Cannavaro, forse, ha eluso almeno novecentomila euro al fisco, dove chi più ha meno vuol dare e chi ha di meno è costretto suo malgrado a dar se stesso.
Siamo andati oltre la soglia delle tollerabilità, oltre il confine della decenza: siamo entrati nella melma della menzogna e non ne usciamo. Nel 2013 sono diminuite le ispezioni del Ministero del Lavoro presso le imprese. Perché, se è lì che si annida un pezzo della riduzione del lavoro a merce, delle assunzioni a nero, dei contributi mancati, dell’evasione? Allora inutile prendersi in giro: il clima di tolleranza verso i reati fiscali è ampiamente diffuso e tenace. Evadono gli abbienti, evadono gli incompetenti, evadono quelli che, in fondo, non sanno far altro che dissanguare un Paese.
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Purtroppo va detto che la politica non è all’altezza di condurre una battaglia che livelli gli squilibri, perché essa stessa squilibrata e folle: perpetuamente invischiata nel nulla della retorica e nel pieno del malaffare. Questo legittima la proliferazione della menzogna e l’accentramento di ricchezze. La nostra Italia rovescia ogni giorno tonnellate di euro nelle mani di pochi e di criminali; la nostra Italia, così facendo, non si riprenderà più.
Stiamo lanciando un’Opa sulla nostra morte e non ce ne accorgiamo. Stiamo attenti, dunque, perché là dove stanno i soldi e la menzogna dobbiamo pur cominciare a pescare, se vogliamo tornare a vivere.
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