Divertirsi con la gravità. La mostra su Escher a Reggio Emilia
Centotrenta opere di Maurits Cornelis Escher, incisioni e xilografie e mezzetinte provenienti da prestigiosi musei, biblioteche e istituzioni nazionali, sono riunite in una grande mostra organizzata dalla Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia, inaugurata oggi e visitabile fino al 23 febbraio.
Una mostra pensata come una “macchina didattica”, che consente di entrare “dentro” la creatività di questo singolarissimo artista originario dei Paesi Bassi. Sono state realizzate delle installazioni che immergeranno il visitatore nel magico mondo di Escher, illustrando il suo rapporto con “il mondo dei numeri”, della geometria e dell’aritmetica. Ma anche il non meno intrigante rapporto di Escher con lo spazio, reale e virtuale, e i suoi studi su come “ingannare la prospettiva”, e la conoscenza che l’artista dimostra delle leggi della percezione visiva.
Il percorso parte dalle prime opere, come Ex libris (1922) e Scarabei (1935), passando per le grafiche suggestionate dai paesaggi italiani Tropea, Santa Severina (1931) a Metamorfosi II (1940) una delle più lunghe xilografie a quattro colori mai realizzate per narrare una storia per immagini. Ma poi anche le figure impossibili di Su e giù (1947) e di Belvedere (1958), le tensioni dinamiche figura e sfondo, come Pesce (1963). In mostra pure capolavori assoluti come Tre sfere I (1945), Mani che disegnano (1948), Relatività (1953), Convesso e concavo (1955), Nastro di Möbius II (1963).
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Saranno esposti, inoltre, documenti, filmati e interviste all’artista, per dimostrare il ruolo di primo piano che Escher ha svolto nel panorama storico-artistico sia del suo tempo che successivo, mentre una sezione sarà dedicata al confronto della produzione dell’artista nederlandese con opere di altri importanti autori, dal Medioevo a Dürer, da Piranesi a Koloman Moser, fino alle avanguardie del Cubismo, del Futurismo e del Surrealismo, come Dalì e Balla.
Tutte suggestioni che vengono raccolte nel catalogo Skira, che accompagna la mostra, con testi di Piergiorgio Odifreddi, logico matematico di fama internazionale, dello storico dell’arte Marco Bussagli, dello studioso di Escher, Federico Giudiceandrea, e dal professore ordinario di Geometria e pro-rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Luigi Grasselli, membri, tra l’altro, del Comitato Scientifico della mostra.
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