“Dinosauri” di Giorgio Specioso: la prima prova di uno scrittore di talento
Dinosauri di Giorgio Specioso (Baldini&Castoldi) è un racconto lungo che leggi tutto d’un fiato, giusto il tempo di affezionarti ai personaggi, e di compatirli (nel senso etimologico di “soffrire insieme”), per poi doverli abbandonare. La soglia del racconto è labile, non sai fino a che punto può dirsi finito, non ti accontenti di quella immagine conclusiva, anche se pacificante.
Ma la magia del racconto (che sia anche lungo, come in questo caso) è proprio in questa sua impalpabilità di confini. Al tempo stesso, però, Dinosauri ha la struttura complessa di un romanzo, perché costruisce un mondo – forse parallelo, forse allegoria di quello contemporaneo –, stabilisce un vivissimo punto di vista della narrazione, e crea un’impalcatura tripartita. Tra parte 1: Ufficio, parte 2: Nebbia, e parte 3: Bunker, la voce narrante, il quarantacinquenne Beniamino Bosco, conduce una vita ordinaria in una città ordinaria, consumando le giornate tra beghe particolarmente cruente e nervose con i colleghi a lavoro, tradimenti e liti furiose con la moglie, incomunicabilità con il figlio. Forse tutto continuerebbe a scorrere nella consueta meschinità, se non ci si mettesse di mezzo la Storia – anzi, la Preistoria. Un evento di portata eccezionale, infatti, il Secondo Evento Nebbioso, apre un varco temporale da cui si fanno strada i Dinosauri. Esseri bestiali, preistorici appunto, feroci come solo le creature comparse prima della Civiltà sanno essere.
Ma l’autore vuole suggerire: sono forse questi esseri “civili” meno bestiali di quelle creature preistoriche? Sul filo di questo interrogativo si muove gran parte delle descrizioni e dei momenti più simbolici del libro di Specioso.
Il lavoro è alienante, e ancora più vuote sono le feste per le promozioni, e ancora più aberranti le rivendicazioni dei colleghi per risalire la piramide gerarchica aziendale. Nella resa degli impiegati-automi, del cibo di plastica distribuito dalle macchinette, dell’organigramma stupidamente rigido dell’azienda, l’autore dipinge una realtà fittizia in cui la critica sociologica si fa sottile, e proprio per questo esasperata.
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Però, proprio quando i personaggi sembrano toccare i punti più bassi della propria umanità, il protagonista, con moglie e figlio, corre al riparo: raccoglie «shampoo, bagnoschiuma, deodoranti, saponi, pettine, forbici per le unghie, asciugamani, asciugacapelli, trucchi e profumi», li infila in una valigia, e si trasferisce in un bunker, per sfuggire alla furia devastatrice dei Dinosauri. È qui che quei moti di umanità e tenerezza appena accennati nelle prime parti del libro trovano la loro ragione di esistere. Quando la fine si fa inevitabile, l’animale morente si attacca a tutto ciò che di umano può salvarlo dalla barbarie.
Questo senso di fine incombe dall’inizio, dalle prime pagine, diventando pressante a ogni nuovo snodo narrativo. Di sicuro, la sensazione apocalittica è l’elemento di tensione unificante del racconto, e contribuisce a renderlo del tutto reale. Fa esistere un discorso allucinato, e tutto sembra che possa accadere a noi, proprio a noi, quando meno ce lo aspettiamo. I dinosauri prendono vita e vogliono distruggere la nostra Civiltà non appena Specioso decide di raccontarlo. L’esergo di Sebald, del resto, lo anticipa: «che tutti i punti temporali potessero esistere simultaneamente gli uni accanto agli altri, cioè che nulla di quanto racconta la storia sia vero, che quanto è avvenuto non sia ancora avvenuto, ma stia appunto accadendo nell’istante in cui noi ci pensiamo».
Con questa metafora di sopravvivenza, con l’ironia leggera di Giorgio Specioso, con una veste grafica pop e delicata, Dinosauri rivela una profondità estrema, e conferma un’attenzione editoriale della Baldini&Castoldi, ripartita nel 2013, che non sembra smentirsi nemmeno nelle prossime uscite previste. Un intervento ben strutturato sul blog Grafemidi Paolo Zardi, un anno fa, a lettura del manoscritto di questo romanzo ancora in fasce, ne auspicava una pronta pubblicazione, complimentandosi con la casa editrice che se ne sarebbe fatta promotrice. E lo stesso successo se lo augurava Fabio Viola in un’intervista per il nostro blog Sul Romanzo. A pubblicazione avvenuta, quando il manoscritto abbozzato è diventato un oggetto libro, il risultato può dirsi raggiunto con successo, e ci fa sperare nella capacità di alcune case editrici di subodorare un libro bello, e di portarlo al pubblico. Specioso, (che con Dinosauri lo dimostra in modo strutturato, ma che conduce altri interessanti progetti), è un talento che non va sprecato.
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