“Diario di uno scrittore”. Dostoevskij, tra casi di cronaca e studio della psicologia umana
Per molto tempo Fëdor Dostoevskij si occupò di cronaca, scrivendo ogni settimana gli articoli che oggi fanno parte della raccolta Diario di uno scrittore.
Uno di essi è dedicato al caso del processo a Nastasia Kairova, una giovane attrice che colpì ripetutamente e con violenza la moglie del suo amante con un rasoio in un momento di gelosia accecante. Dostoevskij seguì con grande interesse la vicenda, prendendo spunto per riflettere sulle responsabilità e sulle conseguenze delle azioni che gli uomini compiono, ma anche offrendo una visione del desiderio passionale come di una forza violenta e distruttiva.
Nell’articolo Dostoevskij insiste sull’importanza della responsabilità personale delle proprie azioni; non respinge le teorie della scienza della mente per spiegare il comportamento umano, ma allo stesso tempo non le accetta in tutto e per tutto. Dostoevskij era infatti a conoscenza delle moderne scoperte della neurologia e dei campi affini di quegli anni, ma si allontana da esse: se quest’ultime si basavano sull’idea della donna come di un essere primitivo, istintuale, debole e facile preda delle pulsioni passionali, l’autore continua a sostenere la primaria importanza degli influssi dell’ambiente, dello stress, della responsabilità e delle oscure spinte che portano a compiere le scelte personali, anche quelle più atroci.
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Il tema dell’opposizione tra conscio e inconscio è un elemento molto importante all’interno del pensiero dostoevskiano; è presente, in maniera più o meno esplicita nei suoi romanzi, e proprio in questo articolo, scritto per «il Cittadino» ma usato anche come spazio di riflessione personale, prende forma. Dostoevskij riflette su cosa costituisca il conscio, e su cosa costituisca l’inconscio; la fine dell’Ottocento, gli anni in cui scrive, sono un periodo di grande fermento, in cui prendono forma le prime scoperte in campo neurologico e psicologico, le prime speculazioni, e le prime teorie. Era avido di conoscenze nel campo delle scienze della mente; frequentò studiosi e lesse innumerevoli articoli e libri sui disordini e sulle malattie mentali.
Le scoperte sul funzionamento della mente umana vennero trasferite dagli studi medici ai tribunali: bisognava capire perché certe persone agissero in determinati modi, cosa le spingesse a commettere gli atti più terribili. Non era più sufficiente giudicare e condannare, il bisogno di comprendere nel profondo l’animo umano era molto più forte.
E proprio in alcuni scritti di Dostoevskij vediamo convergere entrambi gli interessi: quello per i casi giudiziari, e quello per la psicologia umana. La capacità dello scrittore russo di scendere nelle profondità e nelle zone più oscure degli uomini, per poi riemergere e scrivere nelle pagine dei suoi romanzi ciò che aveva scoperto, è straordinaria, e trova il suo nutrimento proprio nel terreno fecondo dello studio dell’attualità e dei casi di cronaca.
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I personaggi dostoevskiani sono infatti sempre modellati su casi umani reali, che l’autore ha potuto osservare e studiare da vicino, diventando così forse uno dei più grandi psicologi nel panorama della letteratura del nostro tempo. L’interesse dell’autore per l’essenza della realtà e della vita umana, per la complessità della nostra mente, per la coesistenza di bene e male dentro ognuno di noi, l’hanno reso un vero e proprio studioso dell’uomo.
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Non solo la cronaca, ma anche i ricordi d’infanzia sono un punto nevralgico dei Diari, dai quali si dipanano le riflessioni filosofiche e morali dell’autore: Dostoevskij nel suo Diario fa convivere una memoria individuale con una memoria collettiva. L’infanzia è un’età d’oro, e i ricordi di quei momenti sono dei veri e propri tesori. Le parti dei Diari dedicate alla giovinezza dell’autore sono le più biografiche, le uniche che abbiamo, dal momento che Dostoevskij non ha mai scritto una vera e propria autobiografia. Sono parti importanti perché ci permettono di vedere lo scrittore prima di tutto come un uomo, con dei sentimenti, con dei ricordi, con una memoria, talvolta con una nostalgia del passato, ma sempre pronto a imparare la lezione di quello che è stato per procedere nel presente e nel futuro. Così facendo Dostoevskij invita il lettore e gli uomini a non dimenticare mai il passato, a non lasciarlo cadere nellaobosoblenie, l’oblio. e a vedere sempre il significato profetico degli avvenimenti.
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Diario di uno scrittore è un’opera estremamente importante: non è solo la raccolta degli articoli scritti da Dostoevskij, è anche lo specchio che riflette i pensieri, le concezioni, le idee del famoso scrittore russo. È come un grande taccuino sul quale Dostoevskij ha annotato, anno dopo anno, quello che accadeva nel mondo intorno a lui e quello che accadeva nel mondo dentro di lui. Nonostante sia la sua opera più lunga, varia e complessa gli studiosi non smettono di leggerla e di analizzarla e la varietà dei temi contenuti sembra essere una continua fonte di riflessione.
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