Dante o Petrarca, chi ha la testa più grossa?
No, non siamo alle prese con un gioco da liceali in vena di superare la noia e la stanchezza dell’ultima ora. La domanda è più seria di quello che può apparire a prima vista e si riferisce a una comparazione che è stata effettivamente svolta tra la testa, o sarebbe meglio dire il cranio, di Francesco Petrarca con quella di una serie di scrittori, poeti e altri «uomini illustri» italiani e stranieri, tra cui Dante Alighieri.
È il 6 dicembre del 1873, quando la tomba di Petrarca viene aperta per la terza volta su richiesta dell’Accademia dei Concordi di Bovolenta e previo accordo del Municipio di Arquà.
L’esame delle ossa e il relativo studio antropologico furono affidati a Giovanni Canestrini, professore nella Regia Università di Padova. Gli esiti furono raccolti nel volume Le ossa di Francesco Petrarca, pubblicato nel 1874 in occasione del quinto centenario della morte del poeta.
Canestrini stesso racconta il contesto di questa terza esumazione:
La terza apertura della tomba fu eseguita il 6 dicembre 1873. L’illustre Accademia dei Concordi di Bovolenta ebbe il felice pensiero di promuoverla, ne sostenne tutte le spese, ed incaricò me di fare uno studio antropologico sugli avanzi del grande poeta. Il Municipio di Arquà accolse con premura il suddetto progetto dell’Accademia di Bovolenta, ed appoggiò col suo voto quest’impresa, al compimento della quale hanno validamente contribuito gli egregi miei amici prof. M. Calegari ed avv. L. Moroni.
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Lo studio procede con l’analisi delle singole parti dei resti del Petrarca, soffermandosi su ognuno di essi, a cui è dedicato un ampio capitolo.
In particolare, Canestrini fa un elenco dettagliato delle ossa ritrovate e di quelle mancanti:
- Ossa del teschio, tutte. La mandibola era al suo posto.
- Vertebre cervicali, sette.
- Vertebre dorsali, dieci.
- Vertebre lombali, cinque.
- Sacro, intero.
- Scapole, due, destra e sinistra, intere.
- Sterno.
- Clavicole, due, destra e sinistra.
- Coste, ventitre, tra cui v’erano quelle del primo pajo.
- Omero sinistro, intero.
- Cubito sinistro, intero.
- Radii, due, destro e sinistro, interi.
- Ossa della pelvi, tutte.
- Femori due, destro e sinistro, interi.
- Tibie, due, destra e sinistra, intere.
- Fibole, due, destra e sinistra, intere.
- Ossa delle mani e dei piedi, trentotto tra cui dodici appartenevano al carpo e tarso. Riscontrammo i due calcagni ed i due astragali.
OSSA MANCANTI.
- Vertebre dorsali, due.
- Coccige.
- Coste, una.
- Omero destro.
- Cubito destro.
- Ossa delle mani e dei piedi, sessantotto, tra cui diciotto del carpo e tarso.
Solo dopo questa lunga disamina, Canestrini giunge a delle comparazioni, che ci permettono (almeno in parte) di rispondere alla domanda posta all’inizio dell’articolo. Si tratta, infatti, di un confronto tra i teschi di Petrarca e quelli di Dante, Ugo Foscolo e Sant’Ambrogio.
Capo VIII
CONFRONTI.
I dati fin qui raccolti ci mettono in grado di istituire alcuni confronti. La tabella 6.a che segue ci fa conoscere alcune dimensioni che si riferiscono a quattro teschi di uomini celebri, che sono Petrarca, Dante, Ugo Foscolo e S. Ambrogio.
Questi confronti recano utili materiali per l’antropologia; oggi non abbiamo cognizioni sufficienti per ricavarne un vantaggio maggiore, per decidere cioè, appoggiati a questi o simili dati, intorno allo sviluppo delle singole facoltà mentali di un individuo.
[…]
Per tradurre in parole il significato di alcune cifre, dirò quanto segue:
- Il cranio del Petrarca ha, fra tutti, la maggiore assoluta lunghezza; è uguale in assoluta larghezza a quello di Dante, inferiore a quello di Ugo Foscolo e di S. Ambrogio.
- Il cranio stesso ha il minore indice cefalico, e il minore verticale, ossia è il più stretto ed il più basso in porzione della lunghezza.
- La sua circonferenza orizzontale è superiore a quella di Dante e di Ugo Foscolo, inferiore a quella di S. Ambrogio.
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- La sua fronte è più ampia che quella di Ugo Foscolo e di S. Ambrogio, meno ampia che quella di Dante.
- La sua capacità è inferiore solamente a quella di S. Ambrogio.
- Il teschio del Petrarca ha faccia più bassa e più larga degli altri.
- Nell’altezza dell’orbita è superato solamente da Dante, nella larghezza da Ugo Foscolo.
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Il professor Canestrini prosegue poi nelle sue comparazioni, questa volta spostando l’attenzione su un altro gruppo di «uomini illustri stranieri»: Schiller, Tiek, Carus, Krause, Napoleone I, Talleyrand e Kant, e ne trae le seguenti conclusioni:
- La fronte del Petrarca si accosta, nelle dimensioni, molto a quella di Schiller, da cui differisce per avere una linea in meno nella larghezza, e cinque linee in meno nella lunghezza. Ma più ancora s’avvicina a quella del filosofo Krause, dalla quale s’allontana solamente per contare una linea di più in altezza, e tre linee di meno in lunghezza.
- La porzione parietale del cranio petrarchesco guadagna in lunghezza ciò che perde in altezza e larghezza a petto dell’uguale porzione degli altri succitati cranî. Questa regione craniana del Petrarca è in altezza di poco inferiore a quella del Krause; inferiore in larghezza a quella di tutti i crani compresi nella 7.a tabella; ed in lunghezza inferiore di una linea solamente a quella di Krause, uguale a quella di Tiek, e superiore a quella degli altri cranî di due, quattro od undici linee.
- La porzione occipitale è molto sviluppata, sì in altezza che in larghezza. Disgraziatamente non conosco la lunghezza di questa porzione, nè ho mezzi per calcolarla con approssimazione ma tra le altre due dimensioni di lei, l’altezza è maggiore nei soli cranî del Talleyrand e del Kant, la larghezza solamente in quello del Krause.
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Dobbiamo però avvisare chi volesse usare questi dati per parlare di una presunta superiorità intellettuale del Petrarca su alcuni dei soggetti posti a confronto. Canestrini ammonisce:
Questi confronti recano utili materiali per l’antropologia; oggi non abbiamo cognizioni sufficienti per ricavarne un vantaggio maggiore, per decidere cioè, appoggiati a questi o simili dati, intorno allo sviluppo delle singole facoltà mentali di un individuo.
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